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Corte d'assise

Ivano Perico era capace di intendere quando ha ucciso la cugina? Conferito l’incarico al perito

La dottoressa Giuseppina Paulillo dovrà anche stabilire se l'imputato è in grado di sostenere il processo, se è pericoloso socialmente e se necessita di cure

Mapello. Il quesito al quale la dottoressa Giuseppina Paulillo, psichiatra della Usl di Parma e direttrice dell’unità operativa complessa “Residenze psichiatriche e psicopatologia forense”, è chiamata a rispondere è piuttosto articolato e riguarda lo stato mentale di Ivano Perico, accusato dell’omicidio della cugina Stefania Rota.

Nell’udienza di lunedì 15 aprile la Corte d’assise ha conferito l’incarico alla psichiatra, chiedendole di valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputato nel momento in cui, al culmine di una discussione con la parente per questioni catastali, ha impugnato un batticarne e l’ha colpita più volte alla testa.

Il perito dovrà inoltre stabilire se Perico soffre di una patologia psichica e se sì, di quale tipo. Fondamentale sarà anche capire se il 63enne è in grado di partecipare “con coscienza” al processo a suo carico e, nel caso non fosse in grado, se questa condizione sia reversibile o irreversibile.

Se l’imputato risultasse incapace di intendere e di volere ci sarebbe da valutare la questione della pericolosità sociale: se Perico risultasse affetto da una psicopatologia, necessita di un percorso di cura? E se sì, di quale?

La dottoressa Paulillo si è presa 90 giorni per depositare la sua relazione e verrà sentita il prossimo 22 luglio. In quella data inizierà la discussione: il pm, la difesa e gli avvocati di parte civile avanzeranno le loro richieste.

La morte di Stefania Rota risale all’11 febbraio 2023. La donna, coetanea del cugino e residente nella stessa via, è stata trovata cadavere due mesi dopo quando le amiche, preoccupate per la sua lunga assenza, avevano avvisato le forze dell’ordine. In un primo momento si è pensato ad un malore, ma alcuni elementi hanno attirato l’attenzione degli inquirenti, che hanno aperto le indagini e sono risaliti a Ivano Perico in meno di un mese.

L’imputato aveva confessato l’omicidio, era stato portato in carcere su disposizione del giudice delle indagini preliminari, poi era stato ricoverato per un certo periodo nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni. Attualmente si trova di nuovo nella casa circondariale di via Gleno.

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