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Uomini e storie

Rimossa la tomba di Assunto Benzoni, vittima bergamasca di Marcinelle

Era originario di Cerete ed era emigrato con la famiglia in Belgio. Aveva 30 anni quando l’8 agosto 1956 perse la vita con altri 261 minatori nell’inferno di fuoco della miniera. Era sepolto nel cimitero di Piangaiano, paese d’origine della moglie

Quante volte nella scia della pandemia che ci ha cambiato la vita si sono sentiti il lamento, il rammarico e il rimpianto per il patrimonio di memoria che è andato perduto con la scomparsa di generazioni d’ogni età? Verità sacrosanta: alla quale dovrebbe corrispondere attuazione – per quanto possibile – nella concretezza dei fatti. Che rimane spesso problematica per svariate ragioni. I regolamenti sono regolamenti, ma ogni regola ha le sue eccezioni. O dovrebbe averne in nome del rispetto di un “qualcosa”, ad esempio una testimonianza – di cui è icona la valigia – pagata con la vita. Come fu il caso l’8 agosto del 1956 per Assunto Benzoni, emigrante bergamasco morto nell’ecatombe avvenuta dentro la miniera di Marcinelle. Tutti sappiamo che per loculi e tombe si stipulano contratti a termine con i Comuni per la tumulazione dei propri congiunti o parenti. E fu il caso anche per questo figlio di Cerete, sposatosi con Giulia Andreoli di Piangaiano e stabilitosi in Belgio con la moglie e la primogenita Yvonne, che allora aveva 2 anni. In molti Comuni, durante i mesi invernali o di inizio primavera, per comprensibili ragioni, si procede all’esumazione delle salme. Nell’ambito di questo intervento a Piangaiano è stata liberata la tomba di Assunto Benzoni e rimosso il monumento.

È auspicabile che da parte dell’autorità comunale si rimedi, nei modi che riterrà più indicati, perché la vita di questo emigrante, caduto sul lavoro mentre onorava con le sue qualità umane, morali e di lavoro l’Italia resti nel tempo e continui a essere ricordata dalla gente di oggi e dalle generazioni che verranno. Dopo la tragica fine a Marcinelle,

Giulia Andreoli fece ritorno a Piangaiano, nella casa paterna, con la figlia Yvonne e con la seconda figlia di cui era in attesa e che nacque già orfana. A lei fu dato il nome di Assunta: una scelta anche questa in memoria del padre Assunto, che era nato il 15 agosto (da qui il suo nome di battesimo) e che quando perse la vita aveva 30 anni. Morte la mamma Giulia e la figlia Assunta, di quella famiglia così dolorosamente provata resta in vita oggi solo la figlia Yvonne: troppo piccola per ricordare quando fu travolta dalla perdita prematura del padre. Se è innegabile che Marcinelle rappresenta – parole di Giorgia Meloni – “un tassello della nostra vicenda nazionale e di una necessaria memoria storica condivisa”, è proprio a partire dalla terra delle radici che deve cominciare questa staffetta: la quale è innanzi tutto una questione di cuore e di dignità da salvaguardare. Dell’inferno di fuoco che fu la miniera di Marcinelle resti almeno la lapide, un cippo bene in vista per Assunto Benzoni, uno dei 262 martiri di quella indimenticabile sciagura consumatasi mille metri sotto la terra nella regione mineraria di Charleroi.

 

Rimossa la tomba di Assunto Benzoni, vittima bergamasca di Marcinelle

 

Rimossa la tomba di Assunto Benzoni, vittima bergamasca di Marcinelle

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