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Verso il voto

Quattro militanti di Azione nella civica Carnevali, Musitelli: “Perso tempo a cercare un candidato. Più che il centrosinistra, ho scelto lei”

Il segretario provinciale del partito di Calenda racconta il perché della sua adesione: "Una persona valida, che si impegna moltissimo in termini di ascolto e di azione. Che quando amministra la cosa pubblica è capace di non essere di parte, ma risponde alle richieste di tutta la cittadinanza"

Bergamo. Adriano Musitelli sarà uno dei candidati della Lista Civica di Elena Carnevali che verrà presentata nella giornata di domani, venerdì 12 aprile. L’appuntamento, con i capilista Claudia Lenzini e Marco Bonomi, è alle 17.30 al Point di via Sant’Orsola, quartier generale della candidata della coalizione di centrosinistra, per poi portarsi tutti insieme in Largo Rezzara. Tra i 32 uomini e donne che faranno capo alla squadra di Carnevali, c’è anche il segretario provinciale di Azione che, come aveva già annunciato tempo fa, ha scelto, insieme ad altri 3 militanti di partito di confluire nella lista e di non dar vita ad una propria, legata al partito del loro leader nazionale Carlo Calenda. 

Siete partiti con l’idea di una candidatura autonoma del Terzo polo e alla fine avete deciso come Azione di aderire alla Lista Civica della Candidata Sindaca Carnevali, come mai?

E’ successo che abbiamo fatto un gran lavoro per seguire l’idea, che è nel nostro DNA di proporre anche a livello locale un’area alternativa a destra e sinistra, con al centro programmi e competenze. Avevamo aggregato in questo percorso un buon gruppo di persone, ci siamo un po’ troppo intrattenuti alla ricerca di un candidato che potesse essere “forte e competitivo” con gli altri due e ci siamo persi per strada. Col senno di poi commettendo un errore nel sottovalutare il valore e il potenziale della nostra proposta politica. Ma sugli errori non si può piangere, sarà una esperienza per il futuro.

Perché la scelta di allearsi con il centrosinistra e dentro una lista civica, non partitica, con la Carnevali?

Anzitutto in politica la distinzione tra partiti e civismo lascia un po’ il tempo che trova considerato che politica è poi etimologicamente il governo della città, e qui stiamo parlando del governo del territorio, di Bergamo. In secondo luogo nelle posizioni del nostro partito, ed è la ragione per cui io sto lì, vi è sempre la linea di fondo di guardare ai programmi, ai contenuti, alle persone e alle proposte più che alle appartenenze, e ciò vale a maggior ragione a livello locale dove non sono in discussione gli equilibri del mondo ma le cose da fare per la città e gli anacronismi ideologici sono proprio anacronismi. Quindi la scelta di entrare con 4 iscritti di Azione nella lista Carnevali è stata proprio una scelta civica. Personalmente poi ho sempre considerato la politica un impegno civico. Quanto alla scelta di Elena Carnevali, più che l’adesione al centrosinistra, ha prevalso la scelta della persona, che io ho avuto modo di conoscere personalmente all’opera, di condividere il suo modo di proporsi e soprattutto il suo notevole impegno di ascolto e di azione che, a prescindere dalla sua appartenenza e storia politica, è di una persona che quando amministra la cosa pubblica è capace di non essere di parte, che sa rappresentare e rispondere a domande più ampie.

La discesa in campo del suo amico Carlo Saffioti come capolista della lista di Forza Italia e potenziale vice sindaco del centrodestra non le crea problemi?

Mi sento e rimango molto amico di Carlo con cui condivido molte idee, non mi aspettavo che si candidasse dopo la scelta di non candidarlo a sindaco. Onestamente se si fosse candidato sindaco mi avrebbe creato diversi pensieri, ma essere amici non vuol dire condividere tutti i percorsi perché le scelte in un partito non devono essere individuali. Comunque la sua presenza è cosa buona per la città comunque vada.

E con gli altri ex alleati potenziali del Terzo Polo come siete rimasti? Il progetto è morto?

In buoni rapporti, un po’ amareggiati e con qualche ferita, ma credo che condividiamo i contenuti. Per quanto mi riguarda la politica non finisce qui, non si esaurisce in Azione, e non finisce il 9 giugno. Io rimango convinto della necessità di un’area post ideologica alternativa a destra e sinistra e finché  ne avrò le forze continuerò a percorrerla nonostante le contingenze e gli errori.

 

 

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