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Bergamo

Pgt, nuove regole per le altezze degli edifici e sì all’utilizzo degli immobili religiosi in disuso per scopi sociali e residenza libera

Al via la prima delle cinque serate dedicate alla discussione e all'approvazione del Nuovo Piano del Governo del Territorio

Bergamo. Prima delle sedute per l’approvazione del Nuovo Piano di Governo del Territorio e, a introdurre i lavori, è l’assessore alla Riqualificazione Urbana Francesco Valesini. “Ci concentriamo sulle osservazioni e sulle contro-deduzioni da parte degli uffici – così Valesini -. In Comune sono arrivate 225 osservazioni, di cui 205 nei termini previsti dalla legge, il 31 dicembre 2023, e 20 dopo. Due le categorie, di cui una con le modifiche più rilevanti ma non sostanziali e seguendo un criterio di gestione dei temi più importanti come il contenimento del consumo di suolo, valenza e tutela del patrimonio del paesaggio, degli studi di settore e rigenerazione del territorio”.

Tra le osservazioni, le specifiche più significative inserite all’interno del nuovo PGT, quello che può essere considerato uno tra i punti di distinzione veri tra quello attuale e quello portato in approvazione in sede di Consiglio Comunale, è il tema delle altezze: “Non possono essere definitive in via generale, ma verranno valutate solo in una fase di attuazione in cui il progetto verrò appunto mostrato e chiarito. Il rischio di mettere un valore di riferimento è infatti quello di renderlo una regola. L’altezza non è e non sarà così definita a priori, ma decisa secondo una regola morfologica, ovvero secondo un criterio di media tra gli edifici già esistenti. Non una norma calata dall’alto, ma valutata di volta in volta. L’altezza degli edifici dovrà essere definita attraverso una lettura di ampio respiro del contesto edilizio e urbanistico di riferimento, del rapporto visivo con gli scenari collinari e Città Alta, nonché del ruolo simbolico e identitario rappresentato dall’ambito di riferimento”.

“Tornando alle osservazioni, sono state tutte considerate e catalogate Il 42% di queste non è stato accolto, il 35% è stato parzialmente accolto e il 23% accolto. Alcune hanno portato alla correzione di errori materiali. Altre hanno invece comportato modifiche rilevanti, ma non sostanziali, che non hanno messo in discussione gli indirizzi strategici e gli obiettivi del piano. Ovviamente abbiamo considerato anche i pareri degli enti competenti: la Regione, la Provincia, il Parco dei Colli, Arpa e Enac, tutti favorevoli”.

La presentazione è avvenuta, in sede di Consiglio Comunale, a mezzo suddivisione delle osservazioni secondo la prevalenza dei temi indicati. Un tentativo di semplificare un lavoro complesso. Per esempio, alcune osservazioni hanno riguardato strategie e contenuti generali del Piano. «C’è chi ha segnalato un’eccessiva espansione del Parco dei Colli con presunto appesantimento dei procedimenti. Un’indicazione — ha spiegato Valesini — non condivisibile. L’inserimento di aree nel Parco dei Colli rappresenta un elemento di garanzia nell’obiettivo di tutela delle stesse e di costruzione della cintura verde, senza introdurre rilevanti aggravi procedurali rispetto alla situazione già in essere”.
Accolte anche le osservazioni che vedono le possibilità di svincolare gli immobili alla destinazione di servizio religioso, in quanto in stato di degrado o abbandono e non più utilizzati dalla comunità come servizi religiosi. Una manutenzione che è considerata troppo onerosa, tanto che ne viene chiesta l’alienazione o il libero mercato, permettendo la loro riqualificazione o ristrutturazione. Sempre per gli stessi viene chiesta la possibilità di ampliare la tipologia di servizio. Il 78% sarà destinato alla residenza libera, mentre il 22% all’uso sociale. 
Per tali immobili, a seguito della valutazione del contesto urbanistico-edilizio di riferimento, si sono proposte ulteriori tipologie di servizio – oltre a quella religiosa – come servizi multifunzionali.

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