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Il monito

Roberta Villa: “Succederanno altre pandemie e ad oggi non siamo pronti per affrontarle”

La giornalista e divulgatrice scientifica, laureata in medicina e chirurgia, evidenzia la mancanza di una programmazione ad ampio respiro in materia

Bergamo. “Si verificheranno altre pandemie e ad oggi non siamo pronti per affrontarle”. Così la giornalista e divulgatrice scientifica Roberta Villa, laureata in medicina e chirurgia, evidenzia la mancanza di una programmazione ad ampio respiro in materia sanitaria in Italia e invita a riflettere sulla necessità di una nuova consapevolezza da parte di istituzioni, enti e cittadini sui rischi connessi alla possibile diffusione di virus su scala mondiale.

L’esperta ha lanciato il monito rispondendo ad alcune domande del pubblico in occasione della presentazione del suo nuovo libro, intitolato “Controglossario di medicina. Un viaggio fra le parole che pensiamo di conoscere” (Gribaudo Editore). L’incontro, che si è tenuto alla libreria Ubik di Borgo Santa Caterina, a Bergamo, con la partecipazione del dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo, ha permesso di approfondire i contenuti del volume, ma anche di confrontarsi sulle criticità della sanità.

“Non è possibile affermare se succederanno fra sei mesi, due anni, cinque anni o un arco di tempo superiore – prosegue Roberta Villa – ma avverranno altre pandemie. Non possiamo escluderlo, anzi è inevitabile che sia così considerando che ci sono molti virus in grado di compiere lo spillover, cioè il salto di specie dall’animale all’uomo. Qualora se ne verificasse uno pericoloso, trovandoci in un mondo globalizzato e fortemente interconnesso il rischio di diffusione su larga scala non va sottovalutato. Diventa fondamentale essere preparati ad affrontare situazioni di emergenza, che possono essere più o meno gravi del Covid, ma purtroppo ad oggi non siamo pronti”.

Serve un cambio di mentalità da parte di enti e istituzioni. Roberta Villa specifica: “Per non farsi cogliere impreparati, bisogna agire preventivamente. Pensiamo, per esempio, al drammatico terremoto che ieri ha colpito Taiwan. Si è trattato di un sisma molto forte, addirittura di magnitudo 7.4, ma nonostante la sua potenza si è registrato un numero contenuto di vittime, ossia dieci persone. L’impatto in termini di morti è stato relativo grazie alle tecniche antisismiche con cui sono stati costruiti e resi più stabili gli edifici. Sicuramente questi interventi avranno richiesto investimenti, saranno state destinate allo scopo abbondanti risorse, ma si è agito prima che si verificassero terremoti e il risultato si è visto. In Italia, invece, si pensa a tagliare le risorse del Pnrr che erano destinate al riammodernamento degli ospedali e al loro adeguamento antisismico. Focalizzando l’attenzione sul fatto che il terremoto non si è verificato, o almeno non ancora, non se ne dà molta importanza. Ma perché bisogna aspettare che accada? Non si possono mettere in atto azioni preventive per fare in modo che, qualora avvenisse, si abbiano meno danni?”.

Infine, la giornalista e divulgatrice scientifica aggiunge: “Tante volte si è parlato del mancato aggiornamento del piano pandemico e degli effetti che questo ha avuto durante l’emergenza Covid. Inizialmente, nel 2020, da più parti, la situazione era stata sottovalutata, ma sarebbe stato d’aiuto anche solamente applicare quanto specificato nel vecchio piano, a cominciare dalla disponibilità delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuale per i medici e il personale sanitario. L’impatto sarebbe stato meno forte e, per questo, per la sanità è fondamentale sviluppare una programmazione che tenga conto dei rischi”.

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