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Bergamo

La vice presidente del Parlamento Europeo Barley al congresso del Pd: “Scioccata dal passo indietro fatto dal Governo italiano sul salario minimo”

Il sindaco e candidato a Strasburgo Giorgio Gori: "Bergamo è diventata nel 2023 la quarta provincia in termini di esportazioni a quattro anni dalla crisi pandemica. Ma la nostra ricchezza è a rischio a causa di una politica nazionale che ha scarsa visione ed è poco incisiva"

Bergamo. Al via il convegno, organizzato dal Partito Democratico, dal titolo “Bergamo, Europa – le sfide nel mondo del lavoro” alla presenza, oltre a tanti esponenti politici Dem, della vicepresidente del Parlamento Europeo Katarina Barley. Nella sala Alabastro del Centro Congressi Bergamo si discute di grandi temi, con al centro del dibattito il lavoro e, in particolare, le caratteristiche del tessuto del territorio e delle opportunità per i giovani.
“E’ un grande onore essere qui a Bergamo – così la vicepresidente Barley –. Oggi mi trovo in un territorio accomunato con la mia città natale di Treviri dalla “blue banana” , la dorsale di sviluppo economico e demografico dell’Europa occidentale. Un elemento diverso molto importante però ci divide: la mancanza di un salario unico. Sono rimasta scioccata quando ho sentito che qui in Italia, su proposta del Partito Democratico, il governo ha fatto dietrofront sulla legge del salario minimo. Nel ventunesimo secolo non può essere questa la norma. La mancanza di un sistema di welfare efficiente e di adeguate tutele per i lavoratori aumentano le disuguaglianze e incentivano il lavoro in nero e la criminalità. Per noi del gruppo Socialisti e Democratici è di fondamentale importanza lottare contro queste dinamiche e dare supporto massimo ai sindacati e ai rappresentanti sindacali all’interno delle aziende”.
Così il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, candidato in pectore alle Europee del 9 giugno: “Bergamo è ai minimi in termini di disoccupazione, è diventata nel 2023 la quarta provincia in termini di esportazioni a quattro anni dal punto critico dettato dalla crisi pandemica, un risultato tutt’altro che scontato. La nostra possibilità di creare ricchezza è però a rischio, sia per la scarsa visione e incisività delle politiche di questo Governo, sia per le dinamiche demografiche, che vedranno la Lombardia perdere 2,5 milioni di abitanti entro il 2040. Guardare all’Europa è quindi estremamente importante per la quantità e la qualità di investimenti che la scala europea può portare sul nostro territorio che di fronte a un deficit nazionale di bilancio importante fatica a fare grandi investimenti”. 

Fra gli interventi, anche quello della candidata sindaco Elena Carnevali  che fa il punto sul lavoro giovanile e sulle opportunità che Bergamo, città che si ispira ai modelli delle migliori città europee, deve riservare loro:  “Una città che si sente europea e vuole esserlo sempre di più. La coincidenza delle elezioni amministrative e delle elezioni per il Parlamento europeo ci offre un’opportunità unica per riflettere sulla nostra appartenenza all’Unione Europea e sull’importanza della dimensione europea nella nostra vita quotidiana. È fondamentale comprendere quanto essere cittadini europei sia un’opportunità e come possiamo contribuire attivamente al progresso e al benessere dell’Europa e insieme delle nostre comunità locali.

Bruxelles sostiene attivamente gli enti locali attraverso i Fondi europei, che hanno finanziato progetti cruciali per lo sviluppo di Bergamo. Grazie al Next Generation EU, stiamo assistendo a un nuovo slancio verso un’Europa più competitiva, verde, sociale e vicina ai cittadini. E queste non sono solo parole: sono fatti tangibili che stanno trasformando la nostra città. Dai miglioramenti delle infrastrutture di mobilità sostenibile, ai servizi sociali potenziati, dalle case di comunità all’housing sociale, l’Europa sta contribuendo concretamente al nostro progresso e al nostro benessere. Permettetemi di focalizzarmi però sull’importanza dei giovani all’interno del contesto europeo, poiché sono tornati prepotentemente al centro dell’attenzione.

Nati a partire dal 1989, dopo il crollo del muro di Berlino, hanno vissuto la loro crescita in un’epoca priva delle grandi narrazioni ideologiche che hanno caratterizzato le generazioni precedenti. La loro adolescenza è stata plasmata da una rivoluzione tecnologica che ha fornito loro nuovi strumenti per l’informazione, la comunicazione e l’interazione. I loro atteggiamenti nei confronti del lavoro, dei consumi, dei social, della famiglia, dell’ambiente e della politica riflettono questa trasformazione. Sul fronte del mercato del lavoro, nonostante le sfide legate alle performance economiche, i giovani stanno emergendo con pratiche di resistenza e di negoziazione, rivendicando una qualità del lavoro che armonizzi le loro esigenze di realizzazione personale con la salvaguardia dei propri spazi di vita. Mantengono una forte propensione a spostarsi, spesso per necessità di realizzazione professionale.
Secondo i dati Istat, tra il 2012 e il 2021, circa 337 mila giovani italiani tra i 25 e i 34 anni si sono trasferiti all’estero, di cui oltre 120 mila laureati. Le principali destinazioni sono stati Paesi come Regno Unito, Germania, Spagna e Francia. Durante la pandemia molti giovani sono tornati in Italia, ma si è osservata una ripresa delle emigrazioni verso l’Europa dallo scorso anno.

La nostra città ha fra le sue istituzioni più importanti un Ateneo che continua a crescere in termini di iscritti con migliaia di laureati di tante facoltà ogni anno, e che fra i primi atenei italiani ha creduto nel programma Erasmus che offre l’opportunità di arricchire la propria formazione all’estero. Da candidata sindaca, ritengo però una priorità che, dopo un’esperienza internazionale, i giovani possano rientrare trovando una città da abitare, in cui lavorare e realizzarsi, con una mobilità sostenibile a livello delle migliori metropoli europee. Una proposta importante per rendere Bergamo ancora più attrattiva l’ho già fatta: l’impegno di istituire il nuovo “Fondo Abitare Giovani”, rivolto agli under 35, attraverso il quale consentire, nell’arco dei cinque anni, la stipula di 500 contratti (100 all’anno) a canone concordato. Per fare questo impegnerò un milione di euro l’anno del bilancio comunale, con un investimento totale di 5 milioni di euro. Voglio sempre più rendere la città a misura di giovani, adottando nuove strategie per rendere il contesto urbano più attrattivo e più adatto alle loro esigenze. Una città che investa su di loro, che valorizzi le loro aspirazioni, formi i giovani di provenienze diverse, anche per soddisfare un mercato del lavoro in forte sofferenza di competenze e risorse umane.

Accanto al tema dei giovani, vorrei sottolineare anche l’importanza dell’impegno per le donne. Credo che la mia candidatura, come prima sindaca della città, sia un segnale chiaro del nostro impegno per una città e un’Europa in cui uomini e donne abbiano pari opportunità e rappresentanza. Le elezioni dell’8 e 9 giugno sono un momento cruciale per Bergamo e per l’Europa nel suo complesso per rafforzare di più i principi cardine della Carta europea di dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia e pace. Bergamo è pronta, forte delle sue ambizioni e della sua capacità di innovazione, ad affrontare questa trasformazione e a dimostrare il potenziale di un’Europa unita e solidale”.

Chiude la mattinata la relazione del Segretario Provinciale Gabriele Giudici:Bergamo è l’Europa e l’Europa è Bergamo. Gli investimenti portano innovazione, l’innovazione porta competitività e la competitivà è la base per un continuo miglioramento delle condizioni di lavoro, dal punto di vista dei tempi e dei salari.
L’Unione può contribuire in maniera significativa per portare investimenti e innovazione sul territorio. Allo stesso tempo la politica bergamasca da noi auspicata si deve inserire in questo percorso (con sindacati e ass. di Categoria), lavorando per aiutare l’innovazione e la digitalizzazione delle PMI, delle imprese artigiane e portando alla conversione ecologica per rendere la realtà orobica più competitiva. Abbiamo bisogno di migliori salari e di una concigliazione migliore dei tempi vita-lavoro. L’Europa traccia la strada, anche a noi bergamaschi il compito di costruirla.”
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