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Momento magico

La notte di Firenze incorona Carnesecchi: sempre più pilastro dell’Atalanta

La strepitosa prestazione contro la Fiorentina certifica la definitiva consacrazione del portiere nerazzurro: le sue parate mantengono vivo il sogno Coppa Italia

Una parata strepitosa, decisiva. Una di quelle che possono cambiare la storia di una partita e, talvolta, anche di una stagione. Negli occhi di tutti i tifosi atalantini è ancora ben impresso lo straordinario intervento con il quale Marco Carnesecchi ha tenuto a galla l’Atalanta in quel di Firenze.Una prodezza determinante, buona per disinnescare la conclusione di Nico Gonzalez, destinata all’incrocio dei pali e che, evidentemente, avrebbe reso ancora più complicata l’operazione rimonta in vista della gara di ritorno.

Se la Dea è riuscita a limitare i danni in riva all’Arno contro la Fiorentina, conservando ampie possibilità di ribaltare l’inerzia della qualificazione nel secondo atto in programma il prossimo 24 aprile al Gewiss Stadium, gran parte del merito lo deve attribuire al suo portiere, letteralmente insuperabile nella notte del Franchi. Il classe 2000 ha sventato praticamente qualsiasi tentativo di marca gigliata, arrendendosi soltanto al cospetto di Mandragora, autore della prodezza che ha deciso il primo round.

Una prestazione eccezionale che fa il paio con quella straordinaria inscenata, pochi giorni prima, al ‘Maradona’ contro il Napoli, altro palcoscenico capace di esaltare il numero 29 nerazzurro, ormai a tutti gli effetti il numero 1 conclamato della formazione allenata da Gian Piero Gasperini. Firenze e Napoli rappresentano probabilmente il picco più alto di un’annata nella corso della quale Carnesecchi è cresciuto in maniera esponenziale. Come dimenticare, infatti, i due rigori parati a Pinamonti contro il Sassuolo e quello respinto a Lautaro Martinez contro l’Inter a San Siro.

Frame indelebili, che certificano una verità ormai incontrovertibile: la Dea ha un nuovo pilastro all’interno del proprio scacchiere, perché quella contro la Fiorentina è stata solamente l’ultima in ordine cronologico di una serie di partite nelle quali l’ex estremo difensore della Cremonese si è rivelato un autentico valore aggiunto. Proprio così, perché al netto di una stagione scandita, nel suo segmento iniziale, dal dualismo con Musso, il portiere nativo di Rimini ha avuto il merito di uscire alla distanza, cancellando a suon di prove maiuscole alcuni passaggi a vuoto che avevano macchiato il suo percorso e prendendosi di forza i gradi di numero uno.

Inutile girarci attorno, l’Atalanta ha trovato un nuovo pilastro al quale aggrapparsi nei momenti di massima difficoltà e pressione. Una certezza granitica della quale sembra impossibile fare a meno, soprattutto alla luce dell’alto coefficiente di difficoltà dei prossimi impegni. Su tutti il doppio confronto contro il Liverpool.

Ed è proprio in proiezione della doppia supersfida con i Reds che il quesito sorge spontaneo: Musso è stato ormai designato come portiere di coppa, ma alla luce di quanto visto a Napoli e a Firenze, si può davvero relegare in panchina questo Carnesecchi? Un ragazzo di 23 anni che apprende e studia da leader, mantenendo vivi i sogni, le speranze e le ambizioni dell’Atalanta. L’ha fatto in campionato così come in Coppa Italia. Siamo certi che sarebbe pronto a ripetersi anche sulla prestigiosa vetrina europea.

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