Cividate al Piano. Da quando 17 anni fa è stato murato il passaggio a livello, la zona della stazione tra Cividate e Calcio è diventata una terra di nessuno. Prima i senzatetto che si accampavano nelle case cantoniere lungo i binari. Poi i ladri di rame che depredavano il tracciato ferroviario. Ora, da un paio d’anni, i pusher che di giorno e di notte si danno appuntamento con i clienti nei parcheggi circostanti dove regna il degrado, o nelle aree di campagna lì intorno dove scorre il fiume Oglio. Si tratta di bande di nordafricani, pronte a tutto pur di appropriarsi di una località di spaccio tanto ambita perchè isolata e difficile da controllare per le forze dell’ordine.
Dopo le botte e le coltellate dei mesi scorsi, ora i gruppi rivali hanno alzato il tiro arrivando ai colpi di arma da fuoco. Come è successo il pomeriggio di Pasquetta nei pressi del parcheggio del cimitero che si affaccia sulla strada che porta proprio alla stazione, dove intorno alle 18 i residenti hanno chiamato i carabinieri dopo aver udito alcuni spari e aver visto dei movimenti strani.
Quando i militari del comando di Treviglio sono arrivati sul posto con un paio di pattuglie, i contendenti sono fuggiti a bordo di due auto in direzioni diverse. Ne è scaturito così un doppio inseguimento, con la coppia di occupanti della prima vettura che è arrivata fino al passaggio a livello chiuso per poi abbandonare il mezzo e proseguire a piedi nei campi, riuscendo a far perdere le proprie tracce.
L’altra macchina, pedinata dalla seconda pattuglia, ha invece imboccato una strada di campagna ed è giunta fino a un punto in cui il tracciato si interrompe per dei lavori a un pozzo. Qui i tre malviventi a bordo, forse conoscendo il percorso, sono riusciti a fermarsi e a scappare di corsa, mentre la gazzella si è impantanata in un tratto dissestato riportando alcuni danni alla carrozzeria. Gli uomini dell’Arma non hanno comunque desistito e sono riusciti a raggiungere uno dei tre fuggitivi.
Le indagini dei carabinieri
Non sembrano esserci dubbi sul movente della sparatoria di Cividate. Secondo chi indaga si tratterrebbe di un regolamento di conti tra clan rivali legati al traffico di sostanze stupefacenti. Non ci sarebbero feriti e i proiettili sarebbero stati esplosi in aria a scopo intimidatorio, come una sorta di avvertimento. I colpi sarebbero partiti da due fucili ritrovati a bordo dell’auto lasciata alla stazione. L’uomo fermato che viaggiava sulla seconda auto è un trentenne di origine marocchina con precedenti per spaccio.
I precedenti nella zona
Diversi gli episodi di cronaca nelle ultime settimane. La sera del 28 febbraio un uomo di nazionalità straniera era stato ferito da uno sparo al torace e trovato a terra vicino ai binari. Nel pomeriggio del 18 marzo un 26enne era stato malmenato e rapinato di telefono e collanina sempre nei pressi della stazione da due uomini, uno dei quali poi rintracciato dai carabinieri con in casa eroina e hashish. Nella serata di mercoledì 27 marzo un nordafricano era entrato in un bar di Urago d’Oglio (Bs) raccontando di essere stato ferito da due colpi di pistola al braccio e al torace in una zona di campagna a Calcio.
La moglie del sindaco ha udito gli spari
Il primo cittadino di Cividate Gianni Forlani abita vicino a dove si è verificata la sparatoria di Pasquetta e sua moglie ha sentito i colpi: “Io non mi sono accorto, ma lei mi ha detto che li ha percepiti bene – le parole del sindaco – . Purtroppo non è il primo episodio di questo tipo e so che i carabinieri, con la collaborazione della nostra polizia locale, stanno lavorando per individuare i responsabili. Sono stati inoltre predisposti una serie di ulteriori controlli lungo le strade che portano alla stazione. Conosciamo bene la situazione e stiamo cercando di rendere più sicura la zona. Nei prossimi mesi verranno installate 14 telecamere collegate con il comando della polizia locale e sarà potenziata l’illuminazione. Per ora gli scontri e i feriti si limitano ai componenti di queste bande, ma l’allerta per i nostri cittadini è alta”, conclude Forlani.
I residenti non si sentono sicuri
Una tensione che si respira anche tra i residenti. In pochi sono disposti a parlare e a metterci la faccia per paura di ritorsioni. Gli abitanti della cascina Santina, distante una cinquantina di metri dalla rotaie, raccontano che “fino a pochi anni fa si viveva in tutta tranquillità, mentre adesso è un via vai continuo di spacciatori e clienti, spesso alterati dalle sostanze, a qualsiasi ora del giorno e della notte. E non c’è più grande sicurezza. Arrivano in treno, acquistano e poi ripartono, mentre i pusher continuano a girare”. Gli fanno eco i titolari dell’autofficina di via Stazione: “Per fortuna alla sera abbassiamo la serranda e torniamo nelle nostre case, lontano da questo brutto posto. Non mi fiderei a vivere qui. Una volta non era così, ma negli ultimi tempi le cose sono peggiorate parecchio”. Di fronte a loro c’è il bar Lokomotiv, gestito da sempre da una famiglia cividatese: “La situazione è precipitata quando hanno chiuso il passaggio a livello che portava fino a Calcio e permetteva un buon transito di vetture. Ora non passa più nessuno e questi criminali ne approfittano per fare ciò che vogliono”.
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