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Un nuovo Blade Runner

Henry osserva amorevolmente la sua piantina, alza lo sguardo al cielo, e attraverso le velature delle scie chimiche, intravede un bagliore di sole

Nel cupo scenario distopico dell’anno 2105, una qualsiasi mattina in una qualsiasi metropoli di uno stato indistinto, Henry, un giovane operatore sanitario, si muove tra le strade caotiche con la sua bombola di ozono dinamico, soccorrendo coloro che lottano per respirare in un’atmosfera avvelenata, dove il semplice atto di inspirare è diventato ormai un privilegio elitario.

I confini tra gli stati si sono dissolti nel tempo, portando con sé anche le barriere linguistiche; da decenni la comunicazione tra le persone è diventata superflua.
Le strade si estendono in ogni direzione possibile: sotto, sopra, di fianco e di lato; le auto si muovono incessantemente su di esse.
Il cemento è stato rimpiazzato da plastiche innovative, più resistenti e imperiture. La luce solare è filtrata attraverso gli scarichi dei veicoli a kripton, evocando una sorda nostalgia per l’epoca del petrolio.
La distinzione tra giorno e notte è ormai scomparsa, con ogni traccia del mondo vegetale completamente estinta.
La gente procede per le strade con lo sguardo fisso davanti a sé, senza mai voltarsi a guardare i propri simili.
Nell’aria aleggia un profumo oppressivo, simile a quello di una gigantesca bolla di plastica, un costante turbamento polimerico nell’atmosfera circostante.
Una volta terminato il suo turno, Henry si muove con fatica lungo le strade, scontrandosi con sbiadite colonne segnaletiche che testimoniano un passato in cui le regole avevano ancora un significato, risultando musica per l’ordine.
Nel silenzio oppressivo, nessuno si scambia una parola e tutti sembrano vagare senza meta verso destini invisibili.

Ad un tratto, guardandosi intorno, Henry sembra accelerare il passo, come se avesse un obiettivo segreto da raggiungere. Arrivato sornionamente sotto ad un ponte di plastica, un timido sorriso si dipinge sul suo volto. Si avvicina con cautela a un minuscolo lembo di terra sopravvissuto, si accovaccia e il suo sorriso si amplifica di fronte a una Piccola Grande Meraviglia: una minuscola foglia di lattuga.

Non si sa come, ma è sbocciata tra le rigide lastre di plastica, sfidando l’ambiente ostile che la circonda, come testimone vivente di un passato che potrebbe (forse) tornare.
Henry estrae dalla tasca con attenzione e circospezione un piccolo boccettino di vetro contenente poche preziose gocce d’acqua, prodotto segretamente nella sua cantina attraverso un processo di sintesi proibito. Mescolando etanolo e ossigeno con una fonte di innesco rudimentale, come una vecchia scatola di fiammiferi, è riuscito a ottenere una piccola quantità di questa risorsa vitale, consapevole dei rischi che ha corso.
Così sta facendo da due giorni: versare poche gocce d’acqua sulla piantina, con cura e discrezione, nutrendola con il suo prezioso dono.

Ed è proprio questo che gli accende il sorriso, ciò che lo riempie di gioia in quelle due mattine: una semplice pianta di lattuga. Non una rara orchidea o un maestoso baobab, ma una modesta lattuga che, sfidando l’indifferenza e la cecità del genere umano, si apre un varco tra le macerie di un mondo devastato da generazioni di indifferenza. Henry osserva amorevolmente la sua piantina, alza lo sguardo al cielo, e attraverso le velature delle scie chimiche, intravede un bagliore di sole. Tuttavia, non sa se quel raggio provenga davvero dal firmamento o se sia il riflesso di quella felicità interiore che lo pervade.
Ovattata, la sensazione di alcune note di pianoforte di Vangelis celebra l’attimo, avvolgendo l’ambiente in un incanto temporaneo e nostalgico.

 

* Franco Coda – www.francocoda.it – è nato a Voghera tra le colline dell’Oltrepò Pavese e vive oggi sulle colline bergamasche della Val Cavallina. Dopo essersi laureato in Chimica, aver fatto per tanti anni il DJ in radio private e aver dovuto abbandonare, suo malgrado, il basket, ha lavorato in ruoli manageriali per varie aziende industriali, viaggiando nel mondo. Al momento è presidente di una storica società bergamasca che opera nel mondo delle Risorse Umane – www.sirium.it, oltre che di una importante Organizzazione di Volontariato che prende il nome dal suo adorato figlio Leonardo – www.arcadileonardo.org.

Le sue altre passioni sono l’Inter, la montagna, la lettura, i vini, i libri, il jazz, Barcellona, la carbonara. E soprattutto le contaminazioni tra Scienza ed Arte, grazie anche al suo maestro ed amico Primo Levi. L’amore per la scrittura è sempre stato totale: ha pubblicato ad oggi 5 libri ed è autore inoltre di una nota e diffusa guida gastronomica on line, la mitica “Codelin”, che compete con la meno importante guida gastronomica francese.

 

Generico settembre 2023
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