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La misura

Rifiuti bruciati al cementificio di Calusco, i Comuni: “Dopo l’autorizzazione proseguono i controlli”

In una nota i Comuni della zona spiegano l'utilizzo di rifiuti solidi non pericolosi (CSS) nel cementificio di Calusco d’Adda di Heidelberg Materials Cementi Italia Spa (ex Italcementi Spa). Anche ad autorizzazione rilasciata, prosegue l'attività di approfondimento da parte degli Enti aderenti al Protocollo di Intesa

Calusco d’Adda. Il 13 novembre 2023 la Provincia di Bergamo ha concluso, con espressione di parere positivo e di compatibilità ambientale, il procedimento di revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dello stabilimento Italcementi Spa di Calusco d’Adda, autorizzando così il cementificio ad aumentare da 30.000 a 110.000 tonnellate/anno la quantità di Combustibili Solidi Secondari (CSS) bruciati nel suo ciclo produttivo.

Questa autorizzazione è stata rilasciata dopo un lungo processo di valutazione, prima in ambito di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e poi di revisione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), che ha sempre visto i Comuni e gli Enti firmatari del Protocollo di Intesa in posizione molto critica nei riguardi dello studio epidemiologico prodotto da Italcementi S.p.A., studio che, sulla base dei risultati riportati, ha determinato la chiusura del procedimento con le determinazioni dirigenziali favorevoli adottate della Provincia di Bergamo.

“Fin dalla fase del procedimento di VIA, i Comuni e gli Enti firmatari del Protocollo di Intesa si sono avvalsi della collaborazione di un epidemiologo di rilevanza nazionale e di un esperto biologo per valutare attentamente i risultati di questo studio prodotto da ICalusco dtalcementi Spa, i quali hanno evidenziato debolezze e carenze che non lo renderebbero adatto a supportare la conclusione positiva del procedimento – si legge in una nota diffusa dai Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza, Verderio e dalla Provincia di Lecco e dal Parco Adda Nord -. Per via delle osservazioni sviluppate dai nostri consulenti, in ogni sede ed in ogni occasione abbiamo sempre chiesto alle ATS ed alla Provincia di Bergamo una integrazione ed un approfondimento dello studio sanitario prodotto da Italcementi Spa, chiedendo l’integrazione della documentazione, nel rispetto delle norme nazionali riguardanti la VIA, con uno studio che fotografasse una situazione ante-operam (quindi allo stato attuale) dell’impatto sanitario derivante dalle emissioni del camino del cementificio di Italcementi Spa di Calusco d’Adda”.

“Nell’ambito di tutto il percorso svolto, la Provincia di Bergamo, in accordo con le indicazioni delle ATS, non ha mai dato attuazione a queste nostre richieste – prosegue la nota -. In base alle premesse di cui sopra, in seguito alla chiusura e alle conclusioni del procedimento di revisione dell’AIA, i Comuni e la Provincia di Lecco hanno depositato un ricorso presso il TAR di Brescia chiedendo l’annullamento delle determinazioni dirigenziali della Provincia di Bergamo che hanno portato ad autorizzare Italcementi Spa ad aumentare da 30.000 a 110.000 ton./anno i CSS da utilizzare nel cementificio. Inoltre, sempre per via del mancato riscontro degli Enti preposti a portare avanti le nostre richieste di approfondimento, i Comuni e la Provincia di Lecco hanno deciso di svolgere in maniera autonoma uno studio epidemiologico atto a produrre gli approfondimenti richiesti. Ci siamo quindi attivati per richiedere a ATS Bergamo e a ATS Brianza i dati sanitari e tecnici necessari, ottenendo purtroppo un tacito diniego da parte delle ATS, che ha portato a presentare ricorso al TAR sia di Brescia che di Milano. La vicenda si è appena conclusa positivamente ottenendo il rilascio dei dati richiesti da parte delle ATS, che hanno ottemperato all’impegno prima dell’udienza di merito”.

Nei giorni scorsi è stata presentata richiesta ad Arpa – Dipartimento di Bergamo per avere le mappe di ricaduta degli inquinanti emessi dallo stabilimento di Calusco d’Adda di Italcementi Spa.

“Nel frattempo, i tecnici incaricati dai Comuni e dalla Provincia di Lecco, Fabrizio Bianchi Fabrizio e Stefano Scarselli, hanno indicato un percorso da seguire per strutturare lo studio sanitario richiesto e mai prodotto dagli Enti di riferimento. Da sempre è stato richiesto, sia dalla popolazione che dagli Enti sottoscrittori del Protocollo di Intesa, uno studio epidemiologico di tipo caso controllo per accertare gli eventuali impatti attuali di quanto fuoriesce dal camino di Italcementi Spa sui residenti all’interno delle aree ove si hanno le ricadute degli inquinanti. Il dottor Bianchi Fabrizio ha indicato come prioritario un tipo di studio di più rapida esecuzione ma comunque volto a correlare gli effetti delle ricadute dell’emissione del cementificio con eventuali impatti sanitari sulla popolazione”.

“Siamo ora in fase di attivazione dei lavori per l’effettuazione di questo studio, con l’obiettivo di ottenere ulteriore documentazione in tempo utile per essere depositata agli atti dell’udienza prevista per il 18 dicembre 2024 al TAR per la Lombardia – Sezione di Brescia, in cui verrà discusso il ricorso dei Comuni e della Provincia di Lecco per l’annullamento delle determinazioni dirigenziali della Provincia di Bergamo che hanno autorizzato l’aumento dell’utilizzo di rifiuti solidi non pericolosi (CSS) nella linea di cottura del clinker della cementeria di Calusco d’Adda.
L’obiettivo prioritario e fondamentale di tutta questa nostra attività resta sempre lo stesso, cioè determinare con la massima precisione possibile l’entità dell’impatto delle emissioni del camino di Italcementi Spa sulla popolazione del territorio, valutazione non svolta in maniera efficace durante tutte le fasi del procedimento attivato dalla Provincia di Bergamo, come da parere dei tecnici incaricati dagli Enti che hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa per l’effettuazione di questi approfondimenti”.

 

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