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Bergamo

Partono i lavori per il “Villaggio di Comunità”, il sindaco Gori: “Un progetto che rinnova la funzione comunitaria del Sacro Cuore”

L'assessore Messina: "Una vera innovazione volta a rispondere alle fragilità all’interno di un contesto che prevede la condivisione di spazi di cura e punta alla contaminazione come elemento di crescita per tutti"

Bergamo. Posa della prima pietra, simbolica, al cantiere del “Villaggio di Comunità” che sorgerà nello storico complesso delle Figlie del Sacro Cuore. Il progetto, promosso dal fondo City Regeneration Fund (Re-City) gestito da Redo SGR, punta a riqualificare il complesso immobiliare risalente agli anni ’60 e trasformarlo in un Villaggio di Comunità, attraverso l’insediamento di nuovi servizi, di funzioni ad elevato impatto sociale e il rafforzamento degli enti del terzo settore bergamasco.

Nella giornata di giovedì 28 marzo si è dato ufficialmente il via ai lavori, alla presenza di tutti i rappresentanti delle istituzioni che hanno concorso a portare avanti il progetto, a partire dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori, all’assessore Marcella Messina, Fabio Carlozzo e Paola Dalmonte per Redo SGR, Alberto Fontana per la Fondazione Social Housing, Bruno Maino della Cooperativa sociale La Bonne Semence, Simonetta Cesa e Alessandro Frigeni per ASST Papa Giovanni XXIII.

Nei giorni scorsi il Comune di Bergamo ha acquisito l’immobile e il parco con deliberazione del Consiglio Comunale. Il cantiere prevede una tabella di marcia scandita da tappe serrate: si parte dagli ambulatori della Casa di comunità, che dovranno essere pronti per settembre 2025; il secondo lotto comprende il polo educativo (entro dicembre 2025) e, infine, entro marzo 2027, sarà consegnato lo spazio socio-culturale.

L’area di 14mila metri quadri diventerà un punto di riferimento per i quartieri a nord della città, Monterosso, Conca Fiorita, Valtesse, Redona e anche Borgo Santa Caterina. In campo una serie di partner pubblico-privati, con il Comune in testa grazie alla strategia europea «Spazi-are», progetto del Comune di Bergamo che è stato capace di intercettare ben 15milioni di euro di fondi europei gestiti da Regione Lombardia. Il Comune di Bergamo acquisirà l’immobile da Redo Sgr che, attraverso il fondo «Re-City», per la riqualificazione del comparto ha investito 20milioni di euro. Il Comune – ricorrendo al “contratto di vendita di cosa futura” – a fine lavori acquisterà il nuovo polo scolastico dell’infanzia 0-6 anni (asilo nido e scuola materna), il parco che resterà a disposizione della città, uno spazio polivalente per il quartiere e la Casa della comunità che sarà gestita dall’Asst Papa Giovanni (e per la quale la Regione ha dato un contributo di 1,6 milioni di euro).

Ci sarà spazio anche per una Residenza sanitaria per disabili per circa 30 ospiti (gestita dalla cooperativa Lavorare insieme), 15 alloggi protetti per persone fragili (a cura della cooperativa La Bonne Semence), 30 appartamenti di housing sociale (gli alloggi saranno venduti in regime convenzionato con il Comune) e un bar. Verranno conservati la chiesa e gli alloggi per le suore.

La Casa di Comunità offrirà una serie di servizi importanti per tutto il quartiere e non solo, considerata proprio la posizione strategica della struttura. E avranno un focus particolarmente dedicato alle famiglie: vaccinazioni, ambulatori infermieristici, un punto unico per i prelievi. Una formula modulata secondo le esigenze e le richieste dei cittadini, valutato in base anche alle cure primarie.

“Il progetto del “Villaggio di Comunità Sacro Cuore” – spiega il sindaco di Bergamo Giorgio Gori – prende forma grazie alla collaborazione tra soggetti pubblici – il Comune di Bergamo e l’ASST Papa Giovanni XXIII – e alcune tra le realtà più dinamiche del privato sociale del nostro territorio – le cooperative Bonne Semence e Lavorare Insieme -, con decisivo ruolo dell’SGR Redo. Il risultato è un aggregato di funzioni sociali, sanitarie, sociosanitarie ed educative che concretizza i più innovativi indirizzi del welfare comunitario, e che per questo motivo Regione Lombardia ha scelto di sostenere. Nel cuore della città, in uno dei quadranti più popolosi, interessato da una molteplicità di interventi di rigenerazione urbana, il progetto rinnova la funzione comunitaria del complesso del Sacro Cuore, rispettandone l’impianto immobiliare ma proiettandolo in una dimensione di servizi fortemente innovativi. In questo Villaggio coesisteranno tante funzioni, alcune di natura socio-sanitaria, come la Casa di Comunità, la terza presente in città dopo quelle di Borgo Palazzo e dell’ex Matteo Rota”.

Fabio Carlozzo, Amministratore Delegato di Redo Sgr spiega che: “Dieci anni fa, su impulso della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia, nasceva a Milano l’esperienza dell’housing sociale, oggi affermato come nuova asset class immobiliare. Il Villaggio di Comunità di Bergamo dimostra che la casa non è solo un diritto, ma anche una risorsa essenziale per affrontare le sfide globali. Investimenti immobiliari come questo, sostenibili e dedicati alla rigenerazione del patrimonio edilizio, trasformano le città in propulsori di coesione sociale e di welfare, in strumenti essenziali per lo sviluppo locale.

“Il Villaggio di comunità al Sacro Cuore – commenta l’assessora alle politiche sociali Marcella Messina – prende sempre più forma e concretezza. Il lavoro complesso e sinergico tra pubblica amministrazione, Redo, l’ASST Papa Giovanni XXII e le cooperative sociali rappresenta un’innovazione sociale di metodo e di processo davvero significativa. Di processo perché raggiunge l’obiettivo della riqualificazione e dell’ampliamento dei servizi attraverso la connessione di diversi contributi economici e collaborazioni pubbliche e private; di metodo perché costituisce un’innovazione nel rispondere alle fragilità all’interno di un contesto che prevede la condivisione di spazi di cura, inseriti in un quartiere a forte vocazione comunitaria.”

Simonetta Cesa, Direttore Sanitario ASST Papa Giovanni XXIII: “Nel Villaggio di Comunità di Bergamo stiamo costruendo insieme il futuro, in una sinergia senza precedenti tra sanità, assistenza sociale e comunità locale. Al Sacro Cuore attiveremo i servizi previsti da Ministero e Regione Lombardia: Punto Unico di Accesso, Centro Unico Prenotazioni, Servizio di scelta e revoca del Medico di Medicina Generale/Pediatra Di Famiglia, Infermiere di Famiglia e di Comunità e ambulatorio infermieristico territoriale, punto prelievi, ambulatori specialistici per i malati cronici e fragili su indicazione del Medico di Medicina Generale, vaccinazioni e spazi per Medici di Medicina Generale e Pediatri Di Famiglia. La Casa di Comunità, qui integrata, favorirà l’accesso a questi servizi, collocando il Punto Unico di Accesso nella stessa torre degli uffici del servizio sociale del Comune”.

Gianluca Vecchi, Direttore Amministrativo ASST Papa Giovanni XXIII: “Si tratta di un progetto win win, che consente di completare l’offerta delle Case della Comunità e che al tempo stesso fa bene ai cittadini perché genera comunità. Le aziende sociosanitarie possono attivare sperimentazioni gestionali o rapporti strutturali di partenariato con soggetti privati. In questo caso, al contrario, assistiamo a un partenariato rilevante tra soggetti pubblici finalizzato, tra l’altro, a garantire una significativa offerta di servizi sociosanitari. L’accordo tra Regione Lombardia, ASST Papa Giovanni XXIII e Comune di Bergamo rappresenta quindi un passo fondamentale per il nostro territorio e sottolinea l’impegno condiviso verso il benessere della comunità. Questo “Accordo Quadro” costituisce un modello di cooperazione orizzontale che permette di concretizzare il progetto del Villaggio della Comunità, al quale siamo fieri di contribuire mettendo a disposizione risorse umane, strumentali ed economiche per attivare i servizi essenziali previsti. La definizione degli spazi della Casa di Comunità, dopo mesi di lavoro con Comune, Redo e progettisti, conferma il nostro impegno tangibile verso una comunità più inclusiva e solidale. Questo è solo l’inizio di un percorso che promette di portare benefici tangibili alla nostra città per i prossimi 30 anni e oltre”.

Alberto Fontana, della Fondazione Social Housing: “Questo viaggio ci ha riportato alla nostra missione originaria, quella per la quale abbiamo sempre affrontato il tema dell’abitare come una volontà di risposta ai bisogni dei cittadini. Accettare questa sfida significa non strumentalizzare l’elemento di confusione, ovvero la presenza di persone anziane, di disabili e di bambini. La vera risposta sta infatti nel concetto di “Villaggio”. Se guardiamo non più alla fragilità ma al nostro essere cittadini, questo altro non può che essere un elemento distintivo”.

Bruno Maino della Cooperativa sociale La Bonne Semence: “Per la nostra realtà è importante rimanere agganciati al territorio, proprio perché siamo chiamati a gestire persone con disabilità acuta. Ci tengo a dire che, nonostante la nostra grande soddisfazione e quella di tutti i presenti, oggi siamo qui a raccontare un progetto nella piena consapevolezza che le cose potevano anche andare diversamente. Diversamente se il governo del territorio, e qui parlo dell’amministrazione comunale, non avesse avuto il coraggio e l’ostinazione, in particolare quella del sindaco, di sostenere iniziativa che noi riteniamo giusta. Noi lavoriamo proprio dove manca la giustizia. E, me lo consentirete, al posto di un villaggio poteva diventare un recinto. Un progetto, dunque, che porta con sé una chiara e forte pennellata etica”.

 

 

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