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Bergamo

Legnanesi contro il Comune dal palco del Donizetti: “Grazie a chi ci ha tolto il Palacreberg”

Mercoledì sera, al termine dello spettacolo, Antonio Provasio, "la Teresa", lancia una frecciata all'amministrazione comunale: "Con questa scelta 16mila cittadini non hanno potuto vedere lo spettacolo. Proprio nell'anno successivo a quello della Capitale della Cultura"

Bergamo. Legnanesi all’attacco contro chi ha scelto di abbattere il PalaCreberg. La famosa compagnia teatrale, amata e conosciuta in tutta Italia ma con un debole per Bergamo, ha scelto di chiudere lo spettacolo che si è tenuto nella serata di mercoledì 27 marzo in polemica. Il trio, ancora sul palco, prima di rientrare nel dietro le quinte, e proprio in occasione della Giornata nazionale del Teatro e del Dialetto, ha infatti manifestato il suo disappunto nei confronti di una scelta, quella dell’amministrazione comunale, di demolire il PalaCreberg, la struttura di medie dimensioni che, per una vita, ha ospitato gli eventi cultuali e musicali della città. in attesa di poter usufruire dell’Arena che verrà allestita all’interno del complesso di Chorus Life.

“La mia battuta, che ha strappato un grande applauso, è stata fatta a spettacolo finito ed era volta, in toni comunque molto contenuti, a raccontare il nostro rammarico di non poter più avere a disposizione il PalaCreberg per consentire a 1500 cittadini alla volta di venire a vedere il nostro spettacolo – così Antonio Provasio, meglio conosciuto come “la Teresa” -. Un peccato perdere un teatro perfetto in cambio di nulla di simile. L’anno scorso abbiamo portato in scena il nostro spettacolo replicandolo 11 volte e nel passato abbiamo addirittura battuto ogni record con 13 date, salendo sul palcoscenico di fronte a oltre 19mila spettatori. Quest’anno solo 3000 hanno avuto l’opportunità di venire a vedere il nostro spettacolo e di farlo nella loro città.

Spiace non poter accontentare il nostro pubblico, quello bergamasco, che ci ha sempre dimostrato un grande amore e un vero attaccamento, anche e soprattutto verso il nostro modo di fare spettacolo che consente di vivere e condividere le nostre radici. E spiace che questo sia avvenuto proprio all’indomani dell’anno della Capitale della Cultura.

Noi siamo fortemente legati a Bergamo, ci consideriamo bergamaschi d’adozione, e vederci nell’impossibilità di poter soddisfare una richiesta che si è consolidata nel tempo, è un grande dispiacere. Peraltro, si tratta di un problema che non tocca solo noi, ma anche tanti altri colleghi che, più sfortunati, hanno potuto solo fare solo due spettacoli o non farli proprio perché, per ragioni di palinsesto, sono rimasti fuori.

Un grazie quindi a chi ha lasciato fuori dal teatro tanti nostri estimatori. Questo ho detto. E questo continuo a dire, pur non sapendo di preciso a chi mi devo rivolgere. Mi auguro solo che il Comune trovi una soluzione e lo faccia al più presto. E non lo dico solo per chi fa il nostro lavoro, ma anche per tante associazioni sportive che, così mi hanno raccontato, non hanno più una casa dove giocare”.

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