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Favorevoli e contrari

Magistrati bergamaschi divisi sui test psico-attitudinali: “Da chiarire le modalità”

Sul decreto legislativo del Governo i pareri discordanti di quattro sostituti procuratori in servizio, o che lo sono stati, alla procura di piazza Dante: Carmen Pugliese, Gianluigi Dettori, Carmen Santoro e Davide Palmieri

Il via libera del Governo ai test psicoattitudinali per l’accesso alla professione dei magistrati ha suscitato malumori tra gli stessi pm. Dal 2026 i futuri magistrati saranno sottoposti a esami che valuteranno la loro personalità.

Il decreto legislativo approvato in Consiglio dei ministri ha subìto diverse modifiche, che però non mitigano le proteste dell’Associazione Nazionale Magistrati: sarà il Consiglio superiore a nominare i docenti universitari in materie psicologiche che – su indicazione Consiglio universitario nazionale, organo indipendente dell’università – faranno parte della commissione giudicante.

Il colloquio psicoattitudinale si svolgerà durante la prova orale del concorso, ma già dopo quella scritta il candidato riceverà dei test su un foglio, individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati agli agenti di polizia. Questi costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale, che sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice, e non da uno psicologo (il quale sarà presente solo come ausilio), alla quale è demandato in maniera collegiale il giudizio finale sul complesso delle prove.

Una novità accolta con pareri discordanti da quattro magistrati in servizio, o che lo sono stati, alla Procura di Bergamo:

 

pugliese

 

Carmen Pugliese, ex magistrato per oltre trent’anni a Bergamo, ora in pensione

“Non è facile rispondere con un semplice favorevole o contrario in merito a questo decreto senza fare delle opportune considerazioni specifiche. Si rischierebbe di cadere in una aprioristica difesa della categoria.
Indubbiamente l’espressione psico attitudinale mi spaventa un po’. E mi spaventa soprattutto nella valutazione “attitudinale”. Quali sono i criteri oggettivi per valutare questa attitudine? Su quali indicatori si soffermerà chi dovrà somministrare i test e valutare l’attitudine? Avrà un modello precostituito di “magistrato atto alla funzione” e soprattutto chi fisserà i contorni di questo modello? Sotto questo profilo pertanto sono legittime le obiezioni e le forti perplessità della categoria che si chiede come dovrebbe essere questo magistrato per superare, dopo quello concorsuale, lo scoglio della valutazione attitudinale.
Detto ciò vanno però necessariamente fatte delle precisazioni. Per essere un buon magistrato non basta avere una solida preparazione tecnico-giuridica, il nostro lavoro richiede doti che vanno al di là dello studio del codice. Ci vogliono indiscutibili doti di equilibrio, di forza caratteriale, di stabilità emotiva e di senso di responsabilità.
Non dobbiamo dimenticare che quello del magistrato è un ruolo delicatissimo che ha degli aspetti di invasività nella vita altrui poco ravvisabili in altre categorie, se non l’invasività “fisica” di chi esercita una professione sanitaria. Non dobbiamo altresì scordare che quello del magistrato è un lavoro che sottopone (nel prendere decisioni o nel valutare l’altrui comportamento) a un pressing psichico rilevante proprio perché il suo operato va ad incidere sulla vita altrui.
Possiamo in tutta onestà dire che queste doti di stabilità emotiva e di equilibrio sono proprie di ogni magistrato? E soprattutto questo stabilità permane dopo anni in cui la forza psichica è messa a dura prova? Siamo veramente sicuri che a volte “l’uomo magistrato” non ceda a personali manie o non abbia qualche latente aspetto della sua personalità che potrebbe rendere vulnerabile la sua delicatissima funzione?
Ricordo nei primissimi anni della mia carriera un collega che lasciava perennemente accesa la luce del suo ufficio per dimostrare che lavorava fino a notte e pur occupandosi del lavoro corrente dell’ufficio si vantava con me di essere titolare di grosse e importanti inchieste. A mio parere era una mania che nascondeva una sua personale debolezza (il voler dimostrare che lavorava molto e faceva grosse cose che forse un qualche segnale lo dava).
Ritengo quindi che dovremmo temere per le ragioni e nei termini che ho sopra esposto una valutazione attitudinale volta stabilire il modello di magistrato a cui somigliare. Non dovremmo invece temere, in termini di espletamento che non saprei però al momento indicare, delle verifiche sulla nostra stabilità emotiva e equilibrio messi a dura prova dal nostro particolare e altamente responsabile lavoro.
Vogliamo considerare che tali valutazioni sono richieste a molte altre categorie e a molti pubblici dipendenti? È forse il caso di ricordare che di recente un ex magistrato che prediligeva l’attività letteraria a quella giudiziaria (che non riteneva per lui soddisfacente soddisfacente) non aveva superato il colloquio con uno psicologo cui era stato sottoposto dopo essere risultato vincitore del concorso in Polizia. Questo suo aspetto della personalità mi chiedo poteva essere accertato prima?
Per concludere allora non valutazione attitudinale su parametri nella cui stesura potrebbero esserci implicazioni di carattere politico-sociale, ma colloqui per valutare la nostra tenuta in termini di equilibrio e stabilità si. Non fossi felicemente in pensione mi ci sarei sottoposta di buon grado”.

 

Dettori

 

Gianluigi Dettori, ex pm a Bergamo, ora alla Procura di Cagliari

“Non sono contrario all’accertamento della salute mentale – di tipo psichiatrico – di qualunque funzionario dello Stato, a maggior ragione di coloro che sono preposti a ruoli di grande responsabilità come i magistrati (come anche le forze dell’ordine, i medici, i professori …). Premesso ciò, condivido le preoccupazioni espresse dall’Associazione Nazionale Magistrati in ordine all’introduzione di test psicologici, perchè potrebbero accertare solo il “tipo” di magistrato da assumere e non la sua salute mentale.
Inoltre, rimettere la decisione sulle caratteristiche degli accertamenti a un decreto ministeriale potrebbe avere aspetti non compatibili con l’ordinamento costituzionale e in ultima analisi con l’indipendenza della giurisdizione.
Infine, osservo che i test psicologici furono introdotti in Francia nel 2009 sull’onda di alcuni errori giudiziari saliti agli onori della cronaca, e poi aboliti nel 2017 dopo che se ne verificò la loro assoluta inadeguatezza rispetto ai fini per cui erano stati introdotti”.

 

Santoro

 

Carmen Santoro, sostituto procuratore in servizio a Bergamo e membro dell’Associazione Nazionale Magistrati

“La mia posizione è di contrarietà perchè il messaggio che passa è la scarsa fiducia nel nostro operato e questo è sbgaliato. Significa che i magistrati hanno bisogno non solo di superare il concorso, che prevede prove scritte e orali molto impegnative, ma anche di passare questo test che non ha nulla a che vedere con la capacità poi di essere in grado di svolgere la professione.
Già durante il tirocinio c’è una lunga esercitazione a fianco di pubblici ministeri che analizzano lo studente, poi dopo essere stati abilitati ogni quattro anni un magistrato viene valutato sui provvedimenti presi ma anche sui rapporti con i colleghi. La professionalità si dimostra sul campo, non in questo modo.
Inoltre credo che allora qualsiasi categoria il cui operato ha un impatto sulle persone dovrebbe essere sottoposta a questi esami. In questo momento le urgenze del nostro settore sono altre, come la carenza di personale”.

 

palmieri

 

Davide Palmieri, ex pm a Bergamo e ora giudice al Tribunale di Viterbo

“Al momento non è chiaro il contenuto del provvedimento, che mi sembra abbastanza estemporaneo e troppo generico. Non si capisce quali siano i contenuti e gli obiettivi. Se fossero test che selezionano gravi patologie sarei favorevole, perchè quelle non possono emergere con il concorso, in cui si valuta solo la preparazione.
Credo inoltre che queste prove debbano essere estese anche ad altri soggetti con poteri importanti, come per esempio i ministri. Insomma, per ora su questa novità mi sembra ci sia ancora aperta una battaglia politica e su questo tema preferisco non addentrarmi perchè ognuno ha le proprie idee. Restiamo in attesa di ulteriori dettagli per valutare meglio”.

 

 

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