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Volley Bergamo 1991, impresa salvezza: “Pensavamo già all’A2, ma i miracoli succedono” fotogallery video

L'amministratore unico Andrea Veneziani: "Tante ragazze ce le hanno portate via. Abbiamo fatto degli errori, ma ripartiamo dall'attaccamento". Coach Bigarelli in lacrime: "Ho smesso a 25 anni, ora ho realizzato un sogno"

Treviglio. “Nascondersi non serve a niente: stavamo già pensando alla squadra per la Serie A2, anche perché tante ragazze ce le hanno portate via. Abbiamo fatto degli errori, ma ripartiamo dall’attaccamento che c’è verso questa squadra”.

La partita non era ancora finita, si stava giocando il tiebreak, ma il Volley Bergamo 1991 aveva già la certezza del sorpasso all’ultima curva su Cuneo – sconfitta a Firenze 3-1, grazie ai primi due set vinti contro Scandicci – e Andrea Veneziani, amministratore unico e da trent’anni pilastro della società orobica, era già andato a festeggiare, commosso, sotto la tribuna dove la Nobiltà Rossoblù, il cuore pulsante del tifo, stava celebrando l’impresa: “Sul 2-0 mi sono tranquillizzato, abbiamo dimostrato di essere squadra e che quella classifica non ci apparteneva. Lavoro nello sport da 30 anni: so che i miracoli succedono. E ringrazio la sportitvità di Firenze, che ha giocato senza senza palleggiatrice titolare”.

Lacrime, le stesse che non ha saputo trattenere nemmeno coach Alberto Bigarelli, esploso di gioia quando al palazzetto è giunta la notizia del risultato delle rivali. Da lì in poi, di fatto, non c’è più stata una partita. O meglio, c’è stata, ma a nessuno importava più di tanto.

“Bisogna fare i complimenti a tutti, sin dal primo giorno con Solforati (di cui era vice e poi ha preso il posto, ndr), abbiamo iniziato un percorso insieme. Io ho cercato di dare una scossa, portando un cambiamento tecnico e tattico”.

 

 

“Oggi ho chiesto alle ragazze di giocare col cuore”, prosegue, “abbiamo fatto cose pazzesche in questi due set. Non abbiamo mai mollato un centimetro. In stagione ogni tanto esprimevamo una grande pallavolo, poi vivevamo di blackout. Tanti alti e bassi, ma ora mi voglio solo godere questa serata. Ho smesso di giocare a 25 anni, ho realizzato un sogno di allenare a 33 anni, raggiungere questa salvezza così, davanti a questi ragazzi, è stata una cosa incredibile”, ha concluso prima di lasciarsi andare all’abbraccio della famiglia, del suo staff tecnico, delle sue giocatrici.

“A Biga abbiamo dato un compito mostruoso: cercavamo qualcuno di più esperto, non l’abbiamo trovato, ci siamo affidati a lui. Sono contento e gli dico grazie, perché ci ha messo tutto. Lui, la sua vice Donadi e il nostro team manager Ludovico Carminati non meritavano. Quando l’ho visto piangere a Novara gli ho detto: ‘queste lacrime non saranno invano'”, sottolinea nuovamente Veneziani, che dopo il fischio finale ha tagliato una piccola ciocca di capelli dall’iconico codino del team manager rossoblù, fedele spalla di Bigarelli nonché ex compagno da giocatore.

“Tutta questa fatica vale una bellissima emozione: sono felice per il pubblico, i soci, la Nobiltà, gli sponsor…” prosegue l’amministratore unico. “La prima cosa che faremo è inserire una nuova figura, quella del direttore sportivo. Abbiamo fatto degli errori nella creazione della squadra, io per primo. Ne abbiamo passate tantissime: abbiamo perso giocatrici in corso d’opera. Capiremo dove abbiamo sbagliato, ci prendiamo le nostre responsabilità e lavoreremo per il futuro, con la speranza e l’ambizione di tornare ai playoff. Bergamo e questo palazzetto meritano un squadra di A1. Sappiamo che faremo fatica se non avremo una casa nostra, ma costruiremo per sedimentare”.

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