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I grandi della storia

I grandi della storia

Natale Palli, il giovane aviatore che sorvolò Vienna con D’Annunzio

Oggi, Natale Palli non se lo ricorda più nessuno e, perciò, secondo il costume di questa rubrica, lo ricordiamo noi. Lui, coi suoi capelli crespi e la sua faccia dar ragazzino, egli continua ad occhieggiare da quella fotografia famosissima, in cui, D’Annunzio gli ruba la ribalta

Lo so bene, cari amici, che scrivere dei grandi della storia, in coincidenza con la loro data di nascita o di morte, renderebbe quasi obbligatorio parlare di quel 24 marzo del 771 avanti Cristo, in cui sarebbero venuti al mondo i due gemelli più famosi di tutti: Romolo e Remo. Ma, per celebrare i fasti dei due basta Facebook, che, infatti, trabocca di post riguardanti il fausto evento.

Io, più pedestremente, vorrei ricordare un grande del tutto dimenticato o, per meglio dire, ignorato, che, pure, in moltissimi hanno visto, immortalato in una delle fotografie più iconiche del Novecento italiano: Natale Palli. Palli era un giovanissimo aviatore monferrino, che combattè nella Grande Guerra: è lui che compare in quell’immagine che ho citato, biondo e ricciolino, nell’abitacolo del “Balilla” che condusse Gabriele D’Annunzio nei cieli di Vienna, il 9 agosto del 1918. Perché il Comandante non aveva il brevetto di pilota: in altre parole, non sapeva condurre un aeroplano né avrebbe potuto farlo. Perciò, per lui fu approntato un velivolo biposto, che fu, appunto, pilotato da Palli. Il quale Palli, pur avendo solo 23 anni, era tutt’altro che uno sprovveduto: alla fine del conflitto, poteva fregiarsi di una medaglia d’oro e due d’argento al valor militare e dell’Ordine Militare di Savoia. Ma, naturalmente, l’episodio clou della sua brevissima esistenza era stata l’impresa di Vienna, in cui aveva volato accanto al nostro Antonio Locatelli, “il giovane leone di guardia”, fino al Graben e ritorno.

Va da sé che questa straordinaria azione militare, che fece un’enorme impressione in tutto il mondo, diede agli aviatori della squadriglia “Serenissima” un’eccezionale notorietà. La simbiosi col Vate non terminò lì, perché Palli volò con D’Annunzio anche su Lienz, quando entrambi erano stati trasferiti in Francia: azione meno celebre, ma altrettanto rischiosa. Però, come si sa, le cose degli uomini non durano e, men che meno, la fama, che, dantescamente, muta nome perché muta lato.

Così, come molti altri giovanotti, passati attraverso il terribile tritacarne della prima guerra mondiale, il nostro pilota non seppe adattarsi alla vita civile e, proprio come Locatelli, si dedicò alle imprese aviatorie, che, allora, sconfinavano nella leggenda, ma anche nell’azzardo assoluto. Una di queste era il raid Padova-Parigi-Roma: allora, si cercavano i limiti della nuova specialità. O, più ancora, si cercava di dimostrare come questi limiti si potessero continuamente superare: voli attraverso bracci di mare, a sorvolare montagne, a percorrere distanze impossibili, tutto nel culto dell’eroica velocità. Gli aviatori erano i cavalieri della Tavola Rotonda del XX secolo e la gente li idolatrava.

Però, non sempre andava bene e, in occasione di quel raid dalla rotta bizzarra, a Palli la storia presentò il conto, dopo tante volte che gliela aveva fatta passare. L’aeroplano che pilotava ebbe un guasto e Palli dovette effettuare un atterraggio di fortuna sul Mont Pourri, in Val d’Isère, il 20 marzo del 1919. All’epoca, le spedizioni di “search and rescue” non erano certamente quelle odierne e, così, ci vollero del bello e del buono per individuare il relitto e fare arrivare i soccorsi in quota. Così a soli 24 anni, il 23 marzo, Natale Palli morì assiderato: una morte che un aviatore, probabilmente, non avrebbe mai immaginato per sé.

Allora, la cosa ebbe grande risonanza e Casale Monferrato gli riservò esequie solenni, con un enorme concorso di folla. Oggi, Natale Palli non se lo ricorda più nessuno e, perciò, secondo il costume di questa rubrica, lo ricordiamo noi. Lui, coi suoi capelli crespi e la sua faccia dar ragazzino, egli continua ad occhieggiare da quella fotografia famosissima, in cui, D’Annunzio gli ruba la ribalta. E Palli rimane come un piccolissimo grande della nostra storia, vissuto gloriosamente e morto oscuramente, nel gelo delle alpi sabaude. Eternamente giovane, beato lui.

marco cimmino

 

* Marco Cimmino è uno storico bergamasco, classe 1960. Specializzato nello studio della guerra moderna, fa parte della Società Italiana di Storia Militare. Ha all’attivo numerosi saggi storici, prevalentemente sulla Grande Guerra e collabora con diverse testate, nazionali e locali. Per Bergamonews ha curato, in precedenza, una storia a puntate della prima guerra mondiale e una storia dell’Unione Europea.

 

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