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L'esperto

La polenta, regina della cucina bergamasca: “Ricetta contadina dalla storia millenaria”

Questo piatto è stato protagonista del nuovo episodio de “Il menù di DOI”, lo spin-off del podcast DOI (Denominazione di origine inventata)

La polenta, regina della buona tavola bergamasca, ha una storia lunghissima. Le origini di questa preparazione, a cui è stato dedicato il nuovo episodio de “Il menù di DOI”, lo spin-off del podcast DOI (Denominazione di origine inventata), sono antiche e si perdono nel tempo.

Nel video, pubblicato su RepubblicaTv, il professor Alberto Grandi, docente di Storia dell’alimentazione all’università di Parma, e Daniele Soffiati, autore del podcast, si sono soffermati su questa ricetta, che costituisce il modo più semplice e quindi più povero di cucinare i cereali. Protagonista della tradizione culinaria contadina, ha un legame molto forte e profondo con il territorio della Pianura Padana, ma il suo passato porta anche a Cesare Lombroso, alla pellagra e alla grande emigrazione degli italiani in America. Il professor Grandi spiega: “La polenta è un piatto della tradizione italiana e in particolare del Nord Italia. La mangiavano i nostri nonni contadini, ma se ne hanno tracce in epoche ancora più remote. Cesare Lombroso, padre della criminologia e scienziato che elaborò teorie abbastanza discutibili e oggi inaccettabili, nel 1873 scrisse un libro sull’eziologia della pellagra specificando che era legata al consumo di polenta di mais anche se il problema non era che si mangiasse solo polenta ma che il mais fosse conservato male. Oggi, invece, sappiamo che la problematica era la mancanza di vitamina PP”.

“La polenta – prosegue Grandi – era già diffuso fra i Romani non solo come modalità per cucinare il mais. Per prepararla si adoperavano tutti i cereali possibili, come l’orzo, il miglio e il grano, anche se con quest’ultimo prevalentemente si produceva il pane. I cittadini mangiavano pane, meglio se di frumento, quindi bianco, mentre i contadini dovevano accontentarsi della polenta, che conteneva più acqua e di conseguenza saziava di più ma nutriva meno”.

Infine, il professor Grandi specifica: “La preparazione che vediamo oggi è l’ultima manifestazione non tanto di un piatto ma di una tipologia di piatti che coinvolgeva tutti i cereali e ha una storia molto lunga”.

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