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Le dichiarazioni

Giornata in ricordo delle vittime del Covid, Bertolaso: “In altri tempi non sarebbe stato il sindaco a chiedere l’intervento dell’esercito” fotogallery video

Il professor Franco Locatelli ha lo sguardo volto al futuro: "Investire nella ricerca biomedica ha salvato decine di milioni di vite. Tra pochi anni celebreremo il cinquantesimo anniversario della nascita del sistema sanitario nazionale, preserviamolo perché è un patrimonio di tutti. Abbiamo avuto tanto in dono e altrettanto dobbiamo lasciare"

Bergamo. Si è tenuta oggi, lunedì 18 marzo, la commemorazione alle vittime del Covid. Un evento di caratura nazionale, istituito ufficialmente come giorno in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus. Una mattinata colma di emozioni, al Cimitero Monumentale di Bergamo, nella quale sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso e il professor Franco Locatelli. I due, saliti sul palco allestito all’ingresso del cimitero, hanno toccato molteplici temi, ribadendo però l’importanza di ricordare coloro che, a causa della pandemia, non sono più tra noi.

Bertolaso ha voluto sottolineare l’apporto fondamentale del settore ospedaliero, rendendo omaggio a tre figure importanti nella lotta al Covid in Lombardia: “Ci tengo a ricordare Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei medici di Varese e coordinatore dei medici di questa regione, che, già malato e consapevole che stesse per perdere la vita, rimase a lavorare nel suo ospedale a Como fino all’ultimo secondo. Voglio ricordare, inoltre, Diego Bianco, operatore di Bergamo che lavorava nella sala operativa del pronto soccorso e perse la vita a 46 anni e Ornella Terzi, prima infermiera dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII a perdere la vita”.

In seguito, concluso il discorso focalizzato sul passato e sulla pandemia, Bertolaso muove il suo pensiero verso il presente ed il futuro, rimarcando l’impegno della sanità e l’avanguardia di Regione Lombardia: “Il servizio sanitario c’è e migliorerà sempre di più, per assistere nel modo migliore i propri concittadini. Quest’anno avremo 950 milioni di euro in più per continuare a migliorare in ambito sanitario. Oggi registro che i malati di Covid in ospedale, non in rianimazione o terapia intensiva, sono lo 0,4% di tutti i malati ricoverati nei reparti di medicina di qualsiasi ospedale pubblico e privato di questa regione. Ci lasciamo alle spalle, almeno dal punto di vista medico, il dramma e l’esperienza che abbiamo vissuto”.

Bertolaso, poi, si toglie qualche sassolino dalla scarpa, lanciando chiari segnali all’intero paese: “Dobbiamo tenere sempre accesa la memoria, perché questo è un Paese che purtroppo la perde in modo rapidissimo. Le parole del sindaco Gori mi lasciano un senso di solitudine, da parte delle istituzioni locali rispetto al ruolo di tutta l’Italia. In altri tempi non sarebbe stato il sindaco a chiedere l’intervento dell’esercito, oppure l’autorizzazione per poter usare la chiesa cimiteriale per deporre le bare. Sarebbe stato compito della struttura nazionale della protezione civile, presente in loco nelle situazioni di maggiore difficoltà”. Un ulteriore e finale sassolino dalla scarpa, Bertolaso se lo toglie in merito al tema dei medici gettonisti: “La Lombardia è l’unica Regione in Italia ad interrompere la vergognosa abitudine dei cosiddetti gettonisti. I medici non possono diventare dei mercenari”.

Anche il professor Franco Locatelli spende commoventi parole nei confronti delle vittime del Covid, sviluppando un discorso incentrato prevalentemente sul futuro: “Abbiamo la necessità di non dimenticare mai quello che è successo, e di trarre l’insegnamento che le situazioni vissute possono non essere più riviste. Ricordare chi ha perso la vita vuol dire anche onorare l’articolo 32 della Costituzione e, per farlo, bisogna che investiamo sempre più risorse nella sanità. Investire nella ricerca biomedica ha salvato decine di milioni di vite, ha avuto un’importanza enorme. Negare queste evidenze o addirittura opporsi non è certo il modo per onorare le vittime”. Il pensiero del professor Locatelli va poi, inevitabilmente, alle generazioni future: “Non dobbiamo dimenticare la lezione ricevuta in maniera vibrante e dolorosa sulla nostra pelle, lo dobbiamo a chi non c’è più e alle generazioni future. Tra pochi anni celebreremo il cinquantesimo anniversario della nascita del sistema sanitario nazionale, preserviamolo perché è un patrimonio di tutti. Abbiamo avuto tanto in dono e altrettanto dobbiamo lasciare”.

Alla commemorazione, che si è svolta al cimitero di Bergamo, erano presenti anche gli assessori regionali Paolo Franco (Casa e Housing sociale) e Claudia Maria Terzi (Infrastrutture e Opere pubbliche). “Questa è la giornata del ricordo – ha affermato Franco – della memoria e della preghiera per chi non è più con noi. In quei giorni, da bergamaschi, abbiamo reagito come siamo capaci di fare: lavorando, spesso in silenzio, e soffrendo. Insieme a tanti altri amici ci siamo rimboccati le maniche: ricordo i viaggi a Malpensa per recuperare mascherine e attrezzature per l’ossigeno. Quell’esperienza dimostra che per vincere le difficoltà dobbiamo essere forti e uniti”.

“Il nostro pensiero – ha sottolineato Terzi – va a tutte le persone scomparse, ai medici e a coloro che hanno dato la vita per permetterci di superare la pandemia. Il dramma vissuto deve invitarci a riflettere sull’importanza, nella nostra società, della solidarietà e dell’aiuto reciproco: insieme, stando uno accanto all’altro, si possono affrontare i momenti critici e trovare il modo di riemergere e ricominciare, proprio come hanno fatto i lombardi e in particolare i bergamaschi”.

 

 

 

 

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