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Il dibattito

Case green, Legambiente Bergamo: “Transizione necessaria per contrastare i cambiamenti climatici”

La presidente Elena Ferrario: "È incomprensibile che chi ci governa possa ostacolare questo processo indispensabile, per esempio col voto contrario al Parlamento Europeo”

L’Europa punta sull’edilizia sostenibile. Il parlamento europeo ha dato il via libera finale alla direttiva sulle case green, che si pone l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050 per il parco immobiliare dell’Unione Europea.

Il provvedimento, oggetto di un complesso negoziato tra i Paesi membri e tra le istituzioni comunitarie, è stato approvato in seduta plenaria con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti. Al momento dell’approvazione l’eurodeputato della Lega Angelo Ciocca ha inscenato una protesta con un fischietto da arbitro il cui suono è rimbalzato nell’Aula per diversi secondi: la presidente gli ha chiesto di allontanarsi definendo il suo gesto “deplorevole e senza precedenti”.

I partiti italiani della maggioranza di governo (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) hanno votato contro la direttiva nonostante in Aula sia approdata una versione più soft, dopo l’intesa tra le istituzioni comunitarie. Il Partito popolare europeo, nel voto, si è spaccato ma più della metà ha seguito le indicazioni positive giunte dalla commissione Industria del parlamento europeo. Fra le delegazioni italiane, invece, si sono espressi favorevolmente Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Italia Viva.

La direttiva

Quanto previsto dalla direttiva andrà confermato dagli Stati membri a livello ministeriale, prima di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale Ue ed entrare in vigore entro i successivi venti giorni.

La direttiva stabilisce un percorso verso un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050: dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero, dal 2028 per gli edifici pubblici. Almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per le case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Per garantire flessibilità ai governi, le misure di ristrutturazione adottate dal 2020 saranno conteggiate ai fini dell’obiettivo e gli Stati potranno scegliere di applicare esenzioni per gli edifici storici, per gli edifici agricoli, per scopi militari e per quelli utilizzati solo temporaneamente.

Una volta entrata in vigore, i Ventisette Paesi Ue avranno due anni di tempo per adeguarsi alla direttiva presentando a Bruxelles un piano nazionale di ristrutturazione, ovvero una tabella di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi.

Legambiente

Elena Ferrario, presidente di Legambiente Bergamo, commenta: “È ormai assodato che è necessaria una transizione per contrastare i cambiamenti climatici, sempre più evidenti. Questo deve riguardare tutti gli ambiti della nostra vita (mobilità, edilizia, industria, agricoltura) con ogni azione possibile. È davvero incomprensibile che chi ci governa possa ostacolare questo processo indispensabile, per esempio col voto contrario al Parlamento Europeo”.

“La direttiva appena approvata – prosegue Ferrario – si sviluppa su un arco di tempo sufficientemente lungo da permettere la trasformazione delle figure professionali coinvolte e la riqualificazione degli addetti. Siamo una città con una grande quantità di case in classe G, che necessitano di interventi importanti e richiedono professionalità e conoscenza di nuove tecnologie: la scadenza prevista dalla direttiva consente che il settore si attivi per acquisire l’adeguata formazione. Questo si può tradurre in un dato estremamente positivo soprattutto in una realtà, come quella bergamasca, dove c’è stato un interessamento diffuso verso il bonus al 110%, che si è tradotto poco in risultati concreti, anche per l’eccessiva burocrazia richiesta”.

Infine, la presidentessa di Legambiente Bergamo conclude: “Se saremo capaci di mettere a sistema le opportunità che nascono da questa direttiva e gli sforzi delle amministrazioni comunali, potremo iniziare a dare una risposta a quello che le nuove generazioni – i movimenti di giovani attivisti in primis – ci stanno chiedendo da tempo”.

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