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I preparativi

I musulmani di Bergamo si preparano per il Ramadan: “Preghiamo per la fine di tutte le guerre”

L'11 marzo al via il mese sacro del musulmanesimo: le stime parlano di un numero di fedeli in città che oscilla tra le 4.500 e le 6.500 unità

Bergamo. Il mese più sacro per i fedeli musulmani, una comunità che, secondo le stime disponibili, conta tra le 4.500 e le 6.500 unità solamente nella città di Bergamo. Lunedì 11 marzo è il giorno d’inizio del Ramadan, il periodo più importante per gli islamici: secondo la tradizione è il mese in cui Maometto ricevette la rivelazione del Corano, il libro sacro posto alle fondamenta di quella che sarebbe poi diventata la religione di centinaia di milioni di persone.

È il mese sacro del digiuno, una finestra temporale di quattro settimane – nel 2024 terminerà lunedì 8 aprile – completamente dedicata alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina. La pratica del digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti adulti e sani: dalle prime luci dell’alba fino al tramonto i fedeli non possono mangiare, bere, fumare e avere rapporti sessuali.

“Il rigoroso digiuno è uno dei cinque pilastri dell’Islam – commenta Mohamed Saleh, storica guida del centro islamico di via Cenisio -. È un’occasione importante per liberarsi delle false conquiste quotidiane e risanare il lato spirituale”.

Dal digiuno sono esentati i minorenni, gli anziani, i malati e le donne in gravidanza. Tradizionalmente, al calar del sole, il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua, a cui segue il pasto serale.

Gli altri cinque doveri della fede musulmana sono la professione di fede, la recita quotidiana delle cinque preghiere, l’elargizione delle elemosine e il compimento, almeno una volta nella vita, del pellegrinaggio a La Mecca.

Il dato sul numero di fedeli musulmani in città non è di facile reperimento. “All’anagrafe non è richiesta una dichiarazione di appartenenza religiosa – puntualizza Giacomo Angeloni, assessore ai Servizi demografici del Comune di Bergamo -. Dalle stime che abbiamo completato, basate sulla percentuale di cittadini che provengono da paesi musulmani, i fedeli in città si attestano tra le 4.500 e le 6.500 unità”.

A Bergamo sono presenti quattro comunità islamiche: il centro islamico di via Cenisio, l’Associazione musulmani in Boccaleone, la comunità di bengalesi che gravita attorno a via Quarenghi e la comunità pakistana (che in realtà si divide in due collettività).

 

centro culturale islamico via cenisio
La sede del centro culturale islamico di via Cenisio

 

Le diverse comunità stanno ultimando in questi giorni i preparativi per entrare al meglio nel mese sacro. “Oggi (martedì 4 marzo, ndr) abbiamo in programma il montaggio della tensostruttura che annualmente posizioniamo per ospitare i fedeli che tutte le sere vengono a pregare – racconta Saleh -. Da ormai diversi anni abbiamo fatto questa scelta per non disturbare i nostri vicini”.

“Come amministrazione lavoriamo ogni anno per far sì che il Ramadan si svolga senza problematiche – prosegue Angeloni -. Oltre al tendone che verrà montato in piazzale Goisis a Monterosso dal centro islamico di via Cenisio, abbiamo lavorato con la comunità musulmana di Boccaleone per poter mettere a disposizione uno spazio adatto: i fedeli si riuniranno nella palestra dell’Itis Paleocapa, concessa tramite l’opportuna richiesta al consiglio d’istituto e il pagamento della tariffa prevista”.

Il mese di Ramadan non cade ogni anno nello stesso periodo del calendario gregoriano, perché i paesi musulmani seguono un calendario lunare che dura 11 giorni meno di quello solare. Anche il conteggio degli anni non coincide, in quanto i fedeli islamici iniziano a contare dal nostro 622 d.C., quando Maometto lascò La Mecca per recarsi a Medina.

A Bergamo la comunità musulmana da anni segue un trend di crescita rilevante: una collettività significativa, che non ha mai causato problemi, e che sente il bisogno di avere spazi adatti in cui riunirsi. Una crescita testimoniata anche dall’imminente trasferimento all’ex albergo Aquiletta di Clusone del centro culturale islamico di riferimento dell’Alta Val Seriana.

“Sicuramente avvertiamo la necessità di avere un luogo di culto in città, anche perchè la nostra comunità di via Cenisio, presente dal 2001, è in forte crescita – prosegue Saleh -. Chi è arrivato da solo ha ora una famiglia con dei bambini: è un’esigenza che sentiamo, creare un luogo di congregazione per le famiglie musulmane e non, un oratorio che diventi punto di riferimento e incontro”.

Il contesto geopolitico internazionale – in particolare con il conflitto israelo-palestinese – delinea una situazione globale tristemente caratterizzata da guerre e conflitti, che riguardano da vicino anche la religione islamica.

“Come credenti, ma ancora prima come esseri umani, preghiamo per chi soffre – afferma Saleh -. Ciò che stiamo vedendo con i nostri occhi in Palestina è qualcosa di orribile e la comunità internazionale sembra non riuscire ad intervenire in modo definitivo: speriamo di essere in grado il prima possibile di uscire dalla guerra. Non solo in Palestina, ma in generale da ogni conflitto”.

In Italia un enorme passo verso la completa integrazione dei fedeli islamici sarebbe rappresentato dall’introduzione di una legge che regoli i rapporti tra lo Stato e le comunità musulmane, una legge da decenni al centro del dibattito nazionale.

“Mi risulta che si stia discutendo di questo tema fin dai tempi di Andreotti – conclude Saleh -. Dal canto nostro è più forte che mai il desiderio di trovare una forma di ufficializzazione dei diritti e dei doveri della comunità, per avere un giusto rapporto con lo Stato e continuare a contribuire nel benessere di tutti”.

 

 

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