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Automobile Club Bergamo

L'intervento

Nuovo codice della strada: c’è un urgente bisogno di educazione al rispetto dei limiti di velocità

Ma paradigma di base deve essere la garanzia di uno standard omogeneo a livello nazionale: occorrerà uniformare procedure e interventi in un campo che si presenta molto largo e ad altimetria variabile nell’applicazione

In un’acuta analisi sui ragazzi d’oggi e la rete bucata, Walter Veltroni ha inserito un’intelligente similitudine che offre lo spunto per una riflessione sulla sicurezza stradale. “Anche l’automobile è stata una grande scoperta. Prima si viveva peggio. Ma non per caso – osserva Veltroni – abbiamo inventato il codice della strada, la cintura di sicurezza, i limiti di velocità, accettato la patente e persino i limiti d’età. E, come dimostra la vicenda dei 30 km all’ora, non smettiamo ancora di preoccuparci di mettere in armonia il bisogno di movimento con la vita umana e la sua salvaguardia” (Corriere della Sera, 9 febbraio 2024).

Novità e limiti sono due parole chiave nel linguaggio quotidiano degli utenti della strada, dai pedoni alla moltitudine di persone che ogni sacrosanto giorno devono mettersi in viaggio. I due termini vanno sottobraccio. I cambiamenti sono continui nelle modalità che incontriamo, dalla tecnologia in costante evoluzione al maggior numero di spostamenti, alle infrastrutture che migliorano ma restano inadeguate rispetto al volume di traffico in aumento e da smaltire. Questo stato di cose come effetto impone i limiti: finalizzati quale primo obiettivo alla sicurezza generale, dalle cinture di sicurezza alla segnaletica, ai controlli della velocità. Proprio quest’ultimo fattore resta la prima causa degli incidenti, con il pesante bilancio di investimenti, scontri, vittime. In due soli fine-settimana di febbraio si sono avuti 40 morti in incidenti. E dall’inizio del 2024 al 19 febbraio, 58 sono stati i pedoni che hanno perso la vita.

La revisione (in corso) delle norme del Codice stradale dovrà affrontare il “come” mettere ordine, individuando i “disinvolti dell’acceleratore”. E al riguardo occorrerà uniformare procedure e interventi in un campo che si presenta molto largo e ad altimetria variabile nell’applicazione.

L’immagine abusata è quella della macchia di leopardo e trova abbondanza di riscontri sul piano nazionale, non solo nel posizionamento degli autovelox, anche qui con molta discrezionalità, ma nella stessa capacità di riscuotere le contravvenzioni.

Secondo una statistica diffusa nella trasmissione di Roberto Poletti (“Il Caffè di Radio 1”) il Nord e il Centro sono decisamente più efficienti, con una percentuale dell’84,3 del totale pagato, quando a Napoli e a Palermo la percentuale di chi paga le multe scende rispettivamente al 14 e al 12,2%.

Per dare un ordine di grandezza: in Italia nell’ultimo anno si sono incassati per multe 1 miliardo e 535 milioni di euro, con un aumento del 6,4% nel 2023. I costi sociali per la collettività dei 165 mila scontri registrati nei 365 giorni sulle strade sono stati calcolati in 18 miliardi.

Prima di ogni discorso – e questo è un cavallo di battaglia dell’ACI di Bergamo – c’è un urgente bisogno di educazione al rispetto dei limiti di velocità, dove gli eccessi non conoscono confini e in parallelo i pericoli si moltiplicano, confermati anche, purtroppo, dal numero degli incidenti e dalla gravità delle conseguenze.

Paradigma di base verso il nuovo Codice: una normativa deve avere come finalità credibile e indiscussa la garanzia di uno standard omogeneo a livello nazionale.

*Presidente Aci Bergamo

 

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