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Val seriana

L’odissea di un pendolare da Clusone a Bergamo: quasi un’ora e mezza di viaggio per 34 chilometri

La viabilità lungo la Statale 671 continua ad essere ai limiti della tollerabilità. Ecco tutte le proposte per snellire il traffico, in attesa della variante di Ponte Nossa

Clusone. Una mattina come tante, la classica mattina delle migliaia di persone che per motivi lavorativi o di studio dall’Alta Val Seriana si recano ogni giorno verso la città di Bergamo e la pianura.

Le immagini risalgono a martedì (27 febbraio) ma la situazione sulla Strada Statale 671 della Val Seriana è quotidianamente ai limiti dell’insofferenza. La video sequenza non avrebbe bisogno di tante spiegazioni: poco meno di un’ora e mezza di viaggio per raggiungere le porte del capoluogo da Clusone, circa 34 chilometri di strada.

E se è vero che alcune mattine il traffico resta più scorrevole, bisogna anche tenere in considerazione che i pendolari devono poi raggiungere aree diverse della città e incontrano un traffico significativo anche sulle arterie principali del capoluogo. Le tempistiche totali possono dunque aumentare a seconda delle destinazioni specifiche.

Alcune settimane fa è stato organizzato un tavolo di lavoro per completare la redazione delle proposte pensate per migliorare la viabilità in Val Seriana. Proposte pensate e scritte in compartecipazione da Martino Bigoni, portavoce del gruppo Facebook Viabilità Val Seriana e rappresentante dei pendolari, Michele Schiavi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Agostino Piccinali, direttore amministrazione, finanza e risorse umane del Gruppo Scame e rappresentante degli industriali, e Giampiero Calegari, presidente della Comunità Montana Valle Seriana.

Le riflessioni da fare sul tema Statale 671 sono molte. Il tavolo di lavoro sopracitato si è concentrato sulle possibile modifiche infrastrutturali da effettuare per snellire il flusso di automobili che ogni giorno percorre la valle, ma le considerazioni non possono – e non devono – limitarsi a questo. Come noto, centrale è il tema della ferrovia: il collegamento ferroviario Bergamo-Clusone è stato chiuso nel 1967 e l’eventuale prosecuzione della linea T1 delle Tramvie bergamasche verso la media e alta valle – linea attualmente attiva fino ad Albino e costruita in buona parte sul vecchio tracciato dei binari – rimane ferma allo studio di fattibilità.

Scendendo verso Bergamo e muovendo lo sguardo sulla carreggiata opposta si nota come gli abitacoli dei veicoli che risalgono la Val Seriana siano occupati in prevalenza solamente da una persona. Una macchina per persona. Un segno di come, oltre a tutte le possibili misure da applicare al tracciato stradale, sia necessario un radicale mutamento di prospettiva, un cambiamento possibile solo in stretta sinergia con un imprescindibile sviluppo della rete di trasporti pubblici.

“A Brescia la situazione è decisamente migliore, con ingenti investimenti sulle infrastrutture caratterizzati da una visione attenta al territorio: basti pensare alle tangenziali a quattro strade o ai numerosi svincoli per le valli inaugurati negli ultimi anni – commenta Martino Bigoni – Gli interventi sulla Statale 671 rappresentano un brodino caldo (non che non serva anzi, abbiamo bisogno anche di queste semplici operazioni) ma la cosa importante rimane il finanziamento della variante di Ponte Nossa”.

“Da un punto di vista imprenditoriale il problema è duplice: riguarda la logistica delle merci e lo spostamento delle persone – dichiara Agostino Piccinali, Gruppo Scame -. Siamo convinti che rimanere sul territorio sia doveroso e vorremmo avere la possibilità di poterlo fare senza troppi disagi”.

Ma andiamo con ordine. Partendo da Clusone, la prima proposta è legata all’allargamento della strada nell’area delle Curve della Selva, luogo in cui spesso si verificano incidenti che paralizzano il traffico nell’intera area (“La carreggiata singola rende ogni problema un dramma”, ricorda Bigoni). Ad essere interessati dall’intervento sarebbero la prima curva dopo il Centro Sportivo Ruggeri e quella sotto alla vecchia stazione ferroviaria (“Se nelle due curve incriminate non possono incrociarsi un camion e un’auto il viaggio delle merci viene rallentato, nonostante lo spazio per allargare la strada ci sia senza troppe difficoltà tecniche o finanziarie”, sottolinea Piccinali).

Alla fine dei tornanti si incontra invece il Nodo di Ponte Selva, l’incrocio che collega Ponte Nossa da un lato con l’altopiano di Clusone e dall’altro con Ardesio e l’alta valle: si tratta di un punto focale, risolvibile solamente tramite la costruzione della già citata variante di Ponte Nossa, un progetto già presente sulla scrivania del ministro Salvini e che permetterebbe alle auto di evitare il passaggio sia dall’incrocio che dalle curve.

Proseguendo sulla Statale 671, superata la gola del Costone, si approda nella media valle, rimanendo subito in coda a causa del semaforo tra Casnigo e Colzate, uno dei punti nevralgici della discussione, seppur quello potenzialmente meno complicato da risolvere. L’impianto genera rallentamenti significativi in entrambe le direzioni, spesso per consentire il transito solamente di pochi veicoli, che nei piani originali avrebbero dovuto immettersi nella nuova rotonda di Vertova dopo la sua costruzione (“Il semaforo di Colzate va spento definitivamente, con l’obbligo di uscita a destra per gli automobilisti e l’attivazione di un semaforo a chiamata per gli operai del complesso industriale”, commenta Bigoni).

“Le proposte che abbiamo avanzato per risolvere alcuni snodi viabilistici ormai storici della SS 671 e della SP 35 sono un primo elenco di possibilità che proporremo agli enti proprietari delle strade, dopo un attento confronto con gli enti locali e gli stakeholders del territorio – commenta Michele Schiavi -. Ho personalmente scritto a tutti i sindaci al fine di raccogliere le loro opinioni in merito e nei prossimi giorni abbiamo già fissato un primo incontro in merito ad alcuni punti specifici, a partire dal semaforo di Colzate”.

“Le proposte avanzate non sono alternative al progetto della variante delle Curve della Selva, ma si pongono l’obiettivo di migliorare la viabilità ordinaria con interventi economici e tecnici di piccolo o medio rilievo, in attesa della realizzazione delle varianti di più grande impatto”, prosegue il consigliere Schiavi.

 

traffico

 

Un’altra modifica riguarderebbe lo svincolo di immissione sulla 671 da Gazzaniga in località Portico: la proposta sarebbe di chiudere l’inserimento, situato in fondo al paese, portando tutti gli utenti a passare dall’immissione precedente (da via IV Novembre) dove è presente una lunga corsia di accelerazione.

Proseguendo, la Strada Statale 671 si divide dopo Nembro: chi prosegue per Seriate e la galleria Montenegrone rimane frequentemente in coda a causa dell’immissione da Pedrengo, dove la proposta sarebbe di ampliare l’ingresso portandolo direttamente sull’asse interurbano; chi invece si dirige verso la città, proseguendo sul tracciato originario, incontra quotidianamente rallentamenti (come mostrato nel video) a causa delle immissioni da Gorle e del semaforo alla Martinella, l’ultimo ostacolo prima di entrare nel capoluogo. Anche qui l’ipotesi sarebbe quella di eliminare l’impianto semaforico, aggiungendo una corsia verso Bergamo e trovando una soluzione alternativa di gestione del flusso di auto provenienti da Gorle.

Piccoli interventi – alcuni anche a basso costo, “Con poco si potrebbe fare tanto”, sottolinea Piccinali – che potrebbero snellire temporaneamente il traffico che logora la vita dei pendolari seriani, in attesa dei grandi interventi necessari per il miglioramento della viabilità a lungo termine. D’altronde, come ricorda Martino Bigoni, “la Val Seriana merita più attenzione e una visione di ampio respiro”.

Ora la palla si trova nella metà campo di Anas che, insieme alla Provincia e alla Regione, ha il compito di valutare le idee e, finalmente, agire.

 

 

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