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Le indagini

Rsa di Pontida, i “modi rudi” sugli anziani dell’operatrice arrestata ripresi dalle telecamere fotogallery video

Se qualcuno dei degenti si lamentava per il dolore che provava in quei momenti, lei replicava in malo modo gridando di "non rompere i c." in un clima di panico generale

Pontida. Già dallo scorso settembre i carabinieri avevano installato telecamere ambientali nelle stanze, grazie alle quali sono stati documentati in particolare i modi bruschi di un’operatrice nei confronti degli anziani ospiti. Emergono nuovi dettagli sull’inchiesta della Rsa Bramante di Pontida con sei donne indagate per maltrattamenti, quattro delle quali colpite da misure cautelari: tre interdizioni alla professione, tra cui le due direttrici, S. M. e M. V., e una agli arresti domiciliari, J. S., operatrice sanitaria 34enne di origine straniera.

La posizione più grave è quella di quest’ultima, ripresa nelle immagini mentre agiva quando era sola con i degenti. Secondo quanto documentato non li trattava esattamente in maniera delicata come si dovrebbe fare in particolare con persone di una certa età. Anzi, nello spostarli, stringendoli senza troppi complimenti, li sbatteva spesso contro le tastiere dei letti o le pareti delle camere. E se qualcuno si lamentava per il dolore che provava in quei momenti, lei replicava in malo modo gridando di “non rompere i c.”. Una situazione confermata agli inquirenti anche dalle cuoche della mensa, che udivano fino in cucina le imprecazioni dell’operatrice. Tra lo stupore e il timore degli altri ospiti che vivevano in un costante stato di panico.

È stato uno di loro, un anno fa, il primo a raccontare cosa succedeva ai parenti che settimanalmente andavano a trovare, i quali di erano rivolti ai carabinieri di Cisano Bergamasco per l’avvio delle indagini. Quando dopo alcuni mesi sono riusciti a piazzare le telecamere, i militari hanno appurato quello che succedeva. Comportamenti, secondo quanto ricostruito, di cui erano a conoscenza le altre indagate. Comprese le due responsabili, le quali, quando qualche membro del personale faceva loro presente che i modi non erano quelli più adatti, veniva ripreso o addirittura licenziato. Anche due di loro, nei mesi scorsi, si erano recati in caserma per presentare un esposto.

Altri due familiari, i figli di una donna, si erano invece lamentati e avevano discusso con le responsabili della Rsa per la scarsa pulizia che riscontravano sulla loro madre, tanto che poi avevano deciso di trasferirla in un’altra struttura. Proprio sulle condizioni igienico-sanitarie e su altri possibili maltrattamenti all’interno della Bramante, che attraverso la sua società “rigetta con forza ogni illazione circa eventuali tacite tolleranze di comportamenti illeciti da parte dei propri responsabili”, si stanno concentrando ora le indagini coordinate dal pm Fabio Magnolo.

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