Milano. Il secondo appuntamento nel giro di tre giorni in quel di San Siro ha tutti i connotati del brusco, bruschissimo risveglio in casa Atalanta.
La Dea perde, e anche piuttosto male, contro la corazzata Inter, sempre più dominatrice di questa edizione del campionato di Serie A.
Il recupero della 21esima giornata delinea, di fatto, la vera classifica della massima serie con tutte le squadre che chiudono il mese di febbraio a pari partite e con l’Atalanta che dovrà ripartire dall’attuale quinto posto, a meno due dal Bologna, ovvero il prossimo avversario di domenica (3 marzo) al Gewiss Stadium. Un autentico spareggio con vista sulla Champions League.
Tornando a quanto visto in quel di San Siro, però, trovare aspetti positivi da una delle sconfitte più pesanti dell’era Gian Piero Gasperini è esercizio assai complesso.
Non si è salvato praticamente nulla, in una notte in un cui scelte, mosse e contromosse hanno sempre girato nel verso sbagliato. Per il tecnico grugliaschese, affrontare l’Inter a San Siro si conferma un rompicampo senza alcun tipo di soluzione. Un labirinto senza via d’uscita. In altre parole, un tabù rivelatosi ancora una volta impossibile da sfatare.
Contro la Beneamata, la Dea è stata sovrastata in ogni zona del campo. Se l’attacco non è mai stato in grado di scalfire la difesa dell’Inter, con De Ketelaere, Miranchuk e Pasalic puntualmente annullati su tutto il fronte, il pacchetto arretrato atalantino ha imbarcato acqua sin dalle prime battute di gara: in affanno Djimsiti, male Scalvini e Kolasinac. Malissimo Carnesecchi, autore di un grave errore in occasione del vantaggio di Darmian.
Per non parlare del centrocampo che, come non mai, ha pagato in termini di filtro ed esperienza l’assenza dall’undici titolare di Marten De Roon, preservato (causa diffida) in vista del Bologna. Senza l’olandese, è inutile negarlo, gli orobici hanno smarrito la bussola. Deludenti Ederson e Pasalic, sotto la doccia dopo meno di un’ora Koopmeiners. Istantanee che non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni
Intervenuto in conferenza stampa, Gasperini ha analizzato la prova dei suoi al Meazza provando a metabolizzare il pesante passivo incassato in terra meneghina.
“Nel secondo tempo non l’ho vista neanche così male, abbiamo fatto tanti cambi ed è diventato più un allenamento, anche in occasione del terzo gol. Dopo di quello non penso sia più stata una partita di Serie A. Ho avuto la sensazione che siamo pronti per giocare le prossime patite, abbiamo fatto bene nel primo tempo contro un’Inter molto forte. Il risultato mi lascia un po’ perplesso. Gli episodi? Anomali, forse sarebbe andata diversamente”.
Un tonfo di queste proporzioni, però, non deve fiaccare morale e ambizioni di un gruppo che si trova soltanto all’inizio di un percorso ricco di ostacoli, posti tutti a distanza ravvicinata l’uno dall’altro. Reagire è un obbligo.
“Non è questo il tipo di partita che ci intacca moralmente, visto anche quello che abbiamo fatto finché c’è stata partita, contro una grande Inter. Ora penseremo alla prossima, non c’è tempo di pensare troppo in negativo o in positivo quando si gioca ogni tre giorni”.
Tempo per disperarsi non ce n’è. Domenica arriva il Bologna al Gewiss Stadium. Un altro snodo che vale una stagione.
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