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I dati

Allarme Pm10, a Bergamo un giorno su due oltre il limite da inizio anno: si “respira” solo con la pioggia

Su un massimo annuo consentito di 35 sforamenti ce ne sono stati già almeno 24, di più di tutto il 2023 (21). A gennaio e febbraio la concentrazione di inquinanti è rientrata nella soglia solamente in corrispondenza dei periodi di continue precipitazioni

Bergamo. In soli due mesi Bergamo ha quasi esaurito il "bonus" aria, andando oltre il limite di 50 microgrammi (µg/m³) per metro cubo di concentrazione del particolato atmosferico già per 29 giorni su un massimo annuale di 35 che la normativa prevede: è un inizio 2024 disastroso per l'inquinamento, favorito sì dalla conformazione geografica della Pianura Padana ma anche dall'inversione termica, fenomeno per il quale in presenza di alta pressione l'aria fredda si stratifica sul fondo della pianura e delle valli, accumulando e intrappolando al suolo tutte le sostanze inquinanti.

Un dato che ha solo una piccola riserva: la stazione Arpa fissa in via Garibaldi, quella più centrale in città, dal 3 al 7 febbraio ha restituito dati di molto superiori al limite (da un minimo di 70 fino a un massimo di 133 µg/m³) ma che non sono stati poi validati dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente. Risultati parecchio distanti da quelli registrati dalla centralina di via Meucci (nel quartiere di Loreto), che solitamente non si discosta di molto nelle rilevazioni e che comunque è andata oltre soglia per tre volte in quei cinque giorni.

Prendendo per buono quest'ultimo scenario, i superamenti sarebbero 27 da inizio anno o almeno 24 se si vuole proprio escludere quel periodo dalla valutazione complessiva, che rimane in ogni caso estremamente negativa.

Aria stagnante e pesante che solo la pioggia è stata in grado di spazzare via, dando un minimo di respiro ai bergamaschi: le mancate precipitazioni dal 23 gennaio fino all'8 febbraio avevano permesso al Pm10 di schizzare alle stelle, inanellando 16 giorni consecutivi di superamento, spezzati in seguito dalle precipitazioni che per quattro giorni hanno interessato la città.

Identico copione che si è ripetuto a metà febbraio, in concomitanza con il tempo asciutto che è durato dal 13 al 21: poi le piogge degli ultimi giorni, che se da un lato potrebbero aver rovinato i piani per il weekend dei cittadini, costretti a viaggiare sempre con l'ombrello a portata di mano, dall'altro sono state la miglior notizia possibile per la loro salute.

Due periodi nei quali sono scattate le misure temporanee di primo e secondo livello (partono rispettivamente dopo 4 e 7  giorni consecutivi oltre i limiti) recentemente contestate in particolare da Legambiente Lombardia, che ha parlato di interventi "tardivi e inefficaci", con la Regione accusata di non aver messo in campo "nessuna strategia utile alla prevenzione del danno da smog", quando invece avrebbe dovuto agire "sulla base di dati previsionali e non alla fine dell'emergenza".

Un caso che è diventato presto politico, con un ritorno di fiamma nelle ultime ore durante il consiglio regionale straordinario richiesto dal Movimento 5 Stelle per trattare l'emergenza inquinamento: una seduta durante la quale le minoranze hanno chiesto l'attivazione dello stato d'emergenza per ragioni climatiche, proposta che però ha trovato la ferma respinta da parte della maggioranza.

"I partiti che governano Regione Lombardia si rifiutano di riconoscere l’evidenza di una situazione di crisi climatica e, vittime del loro negazionismo, condannano i lombardi ad un futuro con la maschera antigas - ha attaccato il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Nicola Di Marco - Il fatto che la Pianura Padana sia geograficamente svantaggiata deve rappresentare uno stimolo per prendere decisioni più coraggiose, non una scusa per adagiarsi sugli scarsi risultati fin qui ottenuti. Noi pensiamo che qualcosa si possa fare subito. A cominciare dagli incentivi al trasporto pubblico, favorendo lo smart-working e il co-working, dalla promozione di campagne informative per l’utilizzo del riscaldamento domestico. Poi si deve lavorare nel medio lungo periodo e qui serve coraggio e visione: serve una moratoria per nuovi allevamenti intensivi, controlli maggiori sugli spandimenti di fanghi, serve portare avanti la decisione presa dieci anni fa da questo Consiglio regionale di dismettere progressivamente gli impianti di incenerimento a cominciare da quelli non più efficienti e performanti, servono misure per sostenere efficientamento energetico a dispetto di un governo che smantellato ogni forma di ecobonus, servono incentivi per le Comunità energetiche e l’approvazione della nostra proposta di legge sul 'Reddito energetico regionale'. I singoli limiti non servono, tutto è collegato all’emergenza climatica che stiamo vivendo, per questo chiediamo al centrodestra di uscire dalla propria inerzia, aprire gli occhi e confrontarsi con la realtà, altrimenti oggi chiudiamo con l’inquinamento per cominciare a parlare di allagamenti e così via di emergenza in emergenza".

qualità dell'aria protesta in consiglio regionale movimento 5 stelle
La protesta del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale

"Una proposta che non ha senso" per il presidente della Regione, Attilio Fontana, che ha invece sottolineato come i dati dimostrerebbero "un trend in netto miglioramento in tutti i territori della nostro regione".

Gli ha fatto eco l'assessore all'Ambiente e Clima, Giorgio Maione: "La Lombardia ha fatto investimenti senza precedenti sul tema della qualità dell'aria: 19 miliardi di euro in cinque anni per infrastrutture, innovazione e agricoltura. Per i prossimi anni sono previsti altri finanziamenti che abbatteranno ulteriormente le emissioni. La media annuale di PM10 negli ultimi anni non ha mai superato in nessuna stazione i limiti normativi e nel 2023 anche la media annuale di PM2.5 è rimasta per la prima volta entro i limiti in tutta la Lombardia. Nel periodo invernale sono frequenti condizioni di inversione termica che trasformano la Pianura Padana in una sorta di recipiente chiuso, in cui gli inquinanti vengono schiacciati al suolo. Questo spiega perché nella pianura padana le concentrazioni della maggior parte degli inquinanti mostrano uno spiccato ciclo stagionale, con valori invernali di molto superiori a quelli estivi. Ovviamente vogliamo continuare a investire sulla riduzione della circolazione dei veicoli più inquinanti, su misure di efficientamento energetico, sul corretto utilizzo domestico della biomassa legnosa e sul miglioramento della gestione dei reflui zootecnici".

Fontana e Maione hanno poi presentato i dati provinciali relativi ai giorni di superamento della soglia di Pm10 nel corso del 2023, confrontandoli con la serie storica dal 2003 nei capoluoghi di regione: un lasso di tempo nel quale Bergamo ha visto ridursi da 112 a 21 le giornate oltre il limite.

Tendenza che è destinata però a essere invertita nel corso del 2024, dove come detto sono già state almeno 24 le giornate di superamento e per ora con una media di concentrazione di 49 µg/m³: la normativa in questo caso prevede che la media annuale non possa essere superiore a 40, mentre per l'Oms il valore è ancora più basso, ponendo l'asticella addirittura a 15 µg/m³ (con massima concentrazione giornaliera di 45 e non di 50).

Negli ultimi 21 anni la media annuale di 40 µg/m³ è stata superata sette volte: cinque consecutive dal 2003 al 2007, nel 2011 e nel 2012, mentre il 2023, pur registrando ancora alcune situazione di superamento degli standard normativi, anche significative in alcuni casi, è stato complessivamente l'anno migliore da quando si è avviata la misura della qualità dell'aria.

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