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Dalmine

Il sindaco avvocato e quegli incarichi ai legali che fanno discutere. Bramani: “Fango su di me”

Ai colleghi "compagni" di studio la difesa del Comune in tribunale. Lui: "Se qualcuno ha dubbi sul mio operato, perché non va in procura?"

Dalmine. Non lo cita apertamente, ma parafrasando una frase cult dell’allenatore José Mourinho, il sindaco di Dalmine Francesco Bramani potrebbe tirare in ballo l’ormai celebre “rumore dei nemici”. “Questo è un banale tentativo di gettare fango e screditare una persona, oltre che un professionista – dice -. Tutto ciò mi lascia molto amareggiato”.

Colpa di alcuni “plichi” recapitati alla stampa da chi, evidentemente, intende mettere qualche bastone tra le ruote al primo cittadino leghista in tempi di campagna elettorale: un “mattone” di delibere approvate dal Comune di Dalmine che, secondo i detrattori, rischiano di sconfessare uno dei principi cardine della pubblica amministrazione, quello di imparzialità, che impone di operare senza condizionamenti e favoritismi.

Al centro del dibattito, alcuni incarichi legali assegnati dal sindaco (di professione avvocato) a dei colleghi a lui apparentemente molto vicini. Come quello deliberato il 9 dicembre 2019 in favore di un avvocato con studio in città, per circa 20 mila euro iva compresa. Allora si trattava di difendere il Comune dal ricorso dell’azienda Dalmine Spa contro il piano di zonizzazione acustica dell’amministrazione. L’indirizzo del legale, nonché il numero di telefono – si legge sul sito dell’Ordine degli Avvocati – coincidono con quelli di Bramani.

Al medesimo indirizzo e telefono risponde un altro avvocato, incaricato il 15 febbraio 2021 del recupero forzoso di crediti nei confronti di alcuni ex inquilini comunali in stato di morosità. Allo stesso avvocato, l’11 luglio 2022 viene affidato un ulteriore incarico e anche lui, oggi, collabora con lo studio legale dove riceve Bramani. I compensi dovrebbero ammontare a circa 15 mila euro, iva compresa.

“Non siamo associati – precisa subito il primo cittadino -. Qui lavorano più professionisti, ognuno con un proprio spazio e un proprio contratto”. L’unico incarico su base fiduciaria che può assegnare un sindaco, dice Bramani, è proprio a un legale. “Mi sono limitato a scegliere persone di fiducia, che capiscono la materia e con dei compensi non eccessivi per la casse comunali. Inoltre, tutti i procedimenti che hanno seguìto questi professionisti – tiene a sottolineare – si sono conclusi con esito positivo”.

Un altro incarico è stato affidato a un terzo legale, per difendere il Comune da un ricorso della società Rea Spa. Anche in questo caso, l’indirizzo e il telefono dell’avvocato rimandano a un precedente studio di Bramani. La parcella è oggettivamente alta: 67 mila euro messi nero su bianco nell’ottobre 2020, di cui 43 mila pagati nel giro di due mesi. “Parliamo di una causa molto grande – replica il sindaco – che ci ha permesso di portare a casa 18 milioni di euro e una convenzione da 750 mila euro all’anno”. Insomma, il valore della parcella sarebbe direttamente proporzionale a quello della causa. “Anche meno”, puntualizza.

Per la stesura della convenzione appena menzionata, verso la fine del 2021 l’amministrazione ha incaricato due avvocatesse di Roma (che non hanno portato del tutto a termine il procedimento). Una è stata docente e coordinatrice di un Master in diritto processuale amministrativo seguito lo stesso anno da Bramani, l’altra un membro del comitato scientifico. Impegno di spesa: poco meno di 23 mila euro, iva compresa.

Chi segnala queste operazioni, quantomeno le ritiene eticamente inopportune; sintomatiche di un possibile conflitto d’interessi che non giova all’operato e all’immagine del sindaco. “Invece sono operazioni perfettamente legittime – replica dal canto suo Bramani -. Operazioni trasparenti, approvate in Giunta e per questo pubbliche. Chi manovra dietro le quinte, porta alla luce solo ciò che gli fa più comodo. Nel corso del mio mandato – prosegue – sono stati confermati incarichi a legali scelti dalla precedente amministrazione (guidata dall’ex sindaco del Pd Lorella Alessio, ndr). Se sono professionisti validi, non abbiamo ragioni per cambiarli. E la maggior parte degli incarichi assegnati – aggiunge – non hanno nulla a che vedere con i professionisti di questo studio”.

Bramani, insomma, derubrica come “semplici illazioni” quelle avanzate nei suoi confronti dal fuoco nemico. “Se c’è qualcuno che ritiene illegittimo il mio operato – conclude – mi domando perché non sia andato in procura”.

 

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