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Treviolo

Dj Miky a processo per usura. La vittima aveva accumulato un milione di debiti in totale

Continuava a chiedere prestiti per ripagarne altri. Il carabiniere che si occupò delle indagini: "Era molto spaventato, lo chiamavo perché temevo di trovarlo morto"

Treviolo. Un milione di euro di debiti. E, per cercare di ripianarli, ne faceva altri. Così G.M., imprenditore 53enne con società andate in rovina e titolare di un bar a Treviolo, è finito nel giro dell’usura. Della quale deve rispondere, davanti al tribunale, Luciano Di Marco Pernice, in arte dj Miky, 72 anni, ex voce storica di Radio Studio 54.

Era finito in manette nell’aprile 2021 insieme ad altre due persone condannate in abbreviato e altre due indagate a piede libero nell’indagine.

Nell’udienza di martedì 26 febbraio, è stato sentito il maresciallo Salvatore Jovanna del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Bergamo, che si è occupato delle indagini. “L’inchiesta è nata da intercettazioni disposte per un altro caso. Da una conversazione si capiva che G.M. era vittima di usura ed estorsione, così abbiamo iniziato ad indagare anche quel filone”. Compariva anche una voce non nota in una conversazione: è stato un carabiniere a riconoscerla e ad attribuirla a Miky, dato che aveva partecipato a indagini per un altro procedimento che riguardava il dj.

Sempre dalle intercettazioni gli inquirenti hanno scoperto che la vittima aveva ceduto una Golf alla moglie dell’imputato per mille euro, quando era stata valutata dai 12mila ai 16mila euro. Lo aveva fatto perché, secondo l’accusa, doveva ripagare un debito che non riusciva ad onorare e per questo era stato malmenato.

L’unico periodo in cui G.M. ha goduto di un po’ di tranquillità è stato durante il lockdown, dato che anche i creditori non potevano uscire e quindi non lo pressavano per essere pagati.

Il 52enne non aveva mai voluto sporgere denuncia perché aveva paura, ma era stato sentito dagli inquirenti che, dai suoi racconti, avevano rilevato reati procedibili d’ufficio. Il maresciallo Jovanna sentiva spesso G.M. al telefono: “Ero preoccupato per lui, temevo di trovarlo morto, era molto spaventato”.

In un’occasione i carabinieri erano andati nel bar della vittima in borghese, fingendosi avventori ed avevano installato dei microfoni. Miky era arrivato ed aveva lanciato un portatovaglioli contro il titolare. Poi si era insospettito e aveva chiesto ai militari in incognito se fossero carabinieri. Aveva anche preso il numero di targa delle loro auto civetta per fare delle verifiche. Credeva però che stessero indagando sulle fatture false di G.M.

A casa del dj, in seguito ad una perquisizione, erano stati trovati 10.900 euro nonostante lui prendesse il reddito di cittadinanza e la moglie avesse un reddito basso.

Nel corso dell’udienza è stata sentita anche la moglie di Di Marco Pernice, dalla quale era separata nonostante continuasse a vivere con lui. Secondo chi indaga si trattava di una separazione fasulla, inscenata solamente per evitare il sequestro dei beni del dj. “Vivo con lui perché è malato” ha specificato la donna.

La prossima udienza è stata fissata per il 12 marzo.

 

dj miky
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