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L'intervento

Sicurezza sui cantieri, Vanessa Pesenti (Ance): “Non servono nuove Leggi, ma formazione e competenze”

Dopo l'infortunio mortale sul lavoro in un cantiere edile a Firenze, Vanessa Pesenti (presidente di Ance Bergamo) interviene ricordando quanto il settore bergamasco sta investendo in sicurezza e formazione

Bergamo. Formazione specifica, procedure per migliorare la sicurezza nei cantieri, controlli, qualificazione delle imprese.

Sono questi i temi su cui torna a battersi Ance Bergamo dopo il crollo di una trave di cemento lunga 20 metri nel cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga a Firenze, che settimana scorsa ha ucciso cinque operai (un italiano, tre marocchini e un tunisino) e ne ha feriti altri tre (tutti romeni).

Sul caso indaga la Procura di Firenze, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti. I reati ipotizzati sono omicidio colposo plurimo e crollo colposo. Non ci sono ancora piste privilegiate nell’indagine ancora tutta da costruire. Ogni ipotesi al momento pesa quanto un’altra su che cosa abbia provocato quel crollo alle 8.52 di venerdì 16 febbraio. La prima ipotesi è che una putrella abbia ceduto per un problema strutturale, ma non si può neanche escludere che il pezzo prefabbricato sia già uscito difettato dallo stabilimento. La seconda ipotesi riguarda un possibile difeso nella costruzione dello scheletro del nascente supermercato. E, infine, la terza ipotesi, che riguarda l’errore umano: mentre gli operai al lavoro gettavano il cemento di una soletta, qualcuno potrebbe aver commesso un errore, frutto di una svista che lo ha portato a violare le norme di sicurezza.

“Oggi torniamo a parlarne perché, purtroppo, siamo di fronte ad una nuova tragedia che ha colpito cinque famiglie a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio – commenta Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo -, ma il tema della sicurezza è da sempre al centro dell’attività di Ance Bergamo, e quelle citate sono le direttrici entro cui ci muoviamo, a partire dall’impegno per favorire la corretta applicazione del contratto di lavoro dell’edilizia”.

“Ance Bergamo, oltre quindi all’attività nella fase di contrattazione e nell’assistenza alle imprese associate, partecipa ai gruppi di lavoro di Ats in tema di sicurezza e collabora con Inail, Inps,
Ispettorato del lavoro, Enti locali – prosegue Pesenti -. Sono azioni quotidiane volte al miglioramento della regolarità e della sicurezza che hanno immediate ricadute, in termini di conoscenza interpretativa e diffusione delle buone prassi, in favore delle aziende assistite. A proposito, poi, di buone prassi un ruolo fondamentale lo svolge la nostra Scuola Edile, ente bilaterale che vede la partecipazione congiunta dei sindacati, sia attraverso i sopralluoghi effettuati in cantiere da tecnici preposti (anche su invito delle aziende esecutrici stesse) importanti per la prevenzione degli incidenti, sia col supporto operativo dato a imprese e lavoratori sui temi della sicurezza durante i corsi di formazione, sia attraverso il servizio di sorveglianza sanitaria gratuita, esperienza che ha fatto da modello nel panorama nazionale, e la fornitura di vestiario e calzature antinfortunistiche ai lavoratori iscritti. Senza dimenticare che quando si parla di edilizia e sicurezza, la questione riguarda tutto il sistema, in cui ognuno fa la sua parte: l’imprenditore deve valutare effettivamente il rischio dopo aver individuato i pericoli, le procedure di sicurezza devono essere operative e accettate (e non considerate solo un obbligo legislativo a cui adempiere per mera formalità), i lavoratori devono essere informati e formati per poi mettere in pratica quanto hanno appreso”.

“Tutti infatti devono cominciare con il rispettare le stesse regole e gli stessi comportamenti, con particolare attenzione all’attività formativa. E anche le imprese che non applicano il contratto edile, perché svolgono un’attività diversa (per esempio: l’installazione di impianti), dovrebbero comunque fare un minimo di formazione obbligatoria specifica per accedere al cantiere, che – ricordiamo – muta in continuazione a seconda delle fasi di lavorazione in esecuzione, a differenza della fabbrica che ha un andamento produttivo molto più stabile e definito nel tempo – conclude Pesenti -. E da ultimo una considerazione di carattere più generale: non abbiamo bisogno di nuove leggi, perché le regole ci sono. Abbiamo bisogno di diffondere a tutti i livelli una cultura della sicurezza e della competenza, che deve divenire patrimonio personale, cominciando a familiarizzare con alcuni concetti base già in età scolare”.

 

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