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Il festival

Donizetti Opera compie 10 anni: la nuova edizione porta a Bergamo le star internazionali della lirica fotogallery

Svelati i nomi della prossima edizione, che di terrà dal 14 novembre al 1° dicembre 2024

Bergamo. Non c’è soddisfazione più grande del fare una lunga salita, soprattutto se ripida, e alla fine voltarsi indietro per guardare il panorama. La stessa sensazione l’hanno provata i presenti alla conferenza stampa di giovedì 22 febbraio, nella Sala della musica del Teatro Donizetti di Bergamo, in cui sono stati svelati i nomi del cast del Donizetti Opera 2024. Da Jessica Pratt, già acclamata a Bergamo nel 2018, in scena con “Il Castello di Kenilworth”, a Javier Camarena, da Roberto de Candia fino a John Osborn. I dieci anni del Donizetti Opera chiamano in città le stelle più splendenti della lirica che si esibiranno insieme ad altri affermati più giovani interpreti.

Un decennio, una montagna scalata fino alla cima senza sosta e una grande soddisfazione. “Lo scorso anno abbiamo conquistato oltre 13mila spettatori: un risultato importante per la nostra città”, commenta Massimo Boffelli, direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti, portando i saluti del presidente Giorgio Berta.

“Sono giunta al decimo anno di mandato – dice Nadia Ghisalberti, assessora alla cultura del Comune di Bergamo –. Festeggio questo traguardo insieme al festival. Siamo riusciti a dare al Donizetti Opera quel carattere internazionale che merita, i bergamaschi ora sono consapevoli e orgogliosi del patrimonio donizettiano”.

La storia di successo è iniziata con un no secco, come svelato da Ghisalberti: “Avevamo scelto Francesco Micheli, oggi direttore artistico del festival, per raggiungere gli obiettivi prefissati ma alla prima chiamata disse di no. Poi ci ripensò e tre giorni dopo si rimise in contatto con noi”. Il resto è cosa nota. Al di là del festival, diversi sono i format – da Lucia Off alla Donizetti Night – grazie ai quali le persone hanno preso confidenza con Gaetano e la sua musica. Donizetti è uscito fuori dal teatro e il nome di Bergamo è andato ben oltre i confini della città.

In dieci anni abbiamo avuto modo di imparare che “il genio di Donizetti è talmente vasto da essere sfuggevole”, come dice Micheli in collegamento da remoto a causa di una recente operazione. “È la decima edizione del Donizetti Opera – sottolinea – il decimo anno in cui si lavora alla costruzione del monumento a questo artista la cui grandezza è ancora tutta da esplorare, un monumento di cui siamo fieri, e grati, di aver potuto costruire il primo tassello. Abbiamo cercato, da un lato, di risalire alla fonte dell’uomo e dell’artista, proponendo le sue opere, sia quelle più note che quelle che lo sono meno, in edizioni filologicamente ineccepibili e coerenti con la prassi esecutiva dell’epoca. Dall’altro, abbiamo voluto coniugare al presente la rivoluzionaria teatralità di Donizetti, convinti che nessun teatro sia contemporaneo, vitale e necessario come il suo. L’obiettivo è sempre lo stesso, oggi come dieci anni fa: divulgare l’opera di Donizetti, e diffondere il benefico contagio del nostro amore per lui a Bergamo, in Italia e nel mondo intero”.

 

Conferenza stampa Donizetti Opera 2024

 

L’edizione 2024 del festival Donizetti Opera si preannuncia speciale e celebrativa. Oltre a LU OpeRave (giovedì 14, giovedì 21 e venerdì 29 novembre), riproposta con alcune variazioni, che vede il ritorno di M¥SS KETA nel ruolo di voce narrante, al Teatro Donizetti andranno in scena due celebri capolavori di Gaetano Donizetti: Roberto Devereux (venerdì 15, sabato 23 e giovedì 28 novembre) e Don Pasquale (domenica 17, venerdì 22 e sabato 30 novembre).

“Roberto Devereux è la mia opera donizettiana preferita – commenta Riccardo Frizza, direttore musicale del festival – perché è il lavoro della svolta della maturità”. Frizza salirà sul podio per dirigere il cast e l’Orchestra Donizetti Opera, lodata da Frizza per il percorso fatto e la qualità esecutiva raggiunta.

La regia è invece dell’inglese Stephen Langridge che, già a capo della Gothenburg Opera, è attualmente direttore artistico del festival di Glyndebourne oltre a essere ospite fisso di importanti palcoscenici come la Royal Opera House di Londra, la Lyric Opera di Chicago, il festival di Salisburgo. Protagonisti vocali di questa che è “l’ultima tappa della saga noir che negli anni Donizetti dedicò alla dinastia Tudor” (P. Fabbri), sono alcuni celebri interpreti del Belcanto come Jessica Pratt (Elisabetta), John Osborn (Roberto Devereux), Simone Piazzola (Nottingham), Raffaella Lupinacci (Sara), David Astorga (Cecil) e gli allievi della Bottega Donizetti 2023. Scene e costumi sono affidati a Katie Davenport, mentre l’allestimento è coprodotto con il Teatro Sociale di Rovigo.

Domenica 17, al teatro Donizetti, ci sarà il debutto del dramma buffo Don Pasquale, “un capolavoro evergreen dell’ultima stagione creativa di Donizetti – fa notare Paolo Fabbri, direttore scientifico della Fondazione Teatro Donizetti -. Come Elisir, come Lucia, Don Pasquale non ha mai smesso di essere rappresentato, dal 1843 quando nacque”. Uno dei titoli conosciuti al momento del compositore bergamasco viene affidato vocalmente a due “maestri” come Roberto de Candia (Don Pasquale) e Javier Camarena (Ernesto) affiancato dalle voci degli allievi della Bottega Donizetti, ribadendo ancora una volta il desiderio della manifestazione bergamasca di essere trampolino di lancio per le voci nuove. Lo spettacolo – firmato dalla regista Amélie Niemeyer con le scene e i costumi di Maria-Alice Bahra – arriva dall’Opéra de Dijon. Sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera il giovane messicano Iván López Reynoso che, rivelatosi al Rossini Opera Festival, è attualmente direttore musicale dell’Orchestra del Teatro Bellas Artes a Città del Messico.

In prima moderna, al Teatro Sociale, andrà in scena la versione “Roma 1824” di Zoraida di Granata (sabato 16 novembre, domenica 24 novembre, domenica 1° dicembre) per il ciclo #donizetti200. Si tratta di una coproduzione con il Wexford Festival Opera che alcuni mesi fa ha presentato lo stesso titolo ma nella versione del 1822; in entrambi i casi l’edizione critica è stata curata da Edoardo Cavalli per la Fondazione Teatro Donizetti Regista dello spettacolo è Bruno Ravella, nato a Casablanca con origini italiane e polacche, studi in Francia e adesso stabile a Londra; scene e costumi sono di Gary McCann. Il cast comprende Konu Kim (Almuzir, unico interprete in comune con il festival irlandese), Zuzana Marková (Zoraida), Cecilia Molinari, (Abenamet) e anche per questo titolo alcuni personaggi saranno affidati agli Allievi della Bottega Donizetti. Sul podio Alberto Zanardi, giovane bacchetta cresciuta in questi anni “dietro le quinte” del festival, interprete nel 2023 del Piccolo compositore di musica, sarà alla guida dell’orchestra di strumenti d’epoca Gli Originali.

Il tempo passa ma rimane forte e chiara l’anima del festival che vuole mostrare le possibili letture, con gli occhi del presente, delle opere donizettiane. “Donizetti rivoluzionario dell’arte, inventore del romanticismo musicale italiano – conclude Alberto Mattioli, dramaturg del Donizetti Opera Festival – sempre avanti sul suo tempo, geniale creatore di storie in cui ancora crediamo perché sono dinamite emozionale che ci esplode nel cuore e nel cervello. Rivoluzionare il rivoluzionario, metterlo in contatto con la contemporaneità, spiegare che le sue non sono vecchie storie, ma storie eterne, è il compito del Festival. Donizetti non è una rassicurante icona del passato ma uno stimolo per il presente, un nostro contemporaneo che da due secoli ci spiega come siamo, e perché. Ma anche che scoprirlo insieme a lui è uno spettacolo, una festa e una gioia”.

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