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La sentenza

In cella per aver maltrattato l’attuale compagna, viene condannato a 3 anni e 8 mesi per le botte alla ex

Insulti e aggressioni alla madre dei suoi due figli, alla quale in un caso aveva rotto il naso con una gomitata. Il pm aveva chiesto 4 anni e 1 mese

Borgo di Terzo. Dallo scorso 19 gennaio è in carcere con l’accusa di aver maltrattato l’attuale compagna. Ma G.P., 44 anni, amministratore delegato di una ditta di catering, mercoledì 21 febbraio è stato condannato a 3 anni e 8 mesi per aver commesso lo stesso reato nei confronti della sua precedente partner, dalla quale ha avuto 2 figli.

Durante la sua deposizione ha ammesso alcuni episodi di aggressione fisica e verbale nei confronti della donna, con la quale ha avuto una relazione durata 8 anni. Ha raccontato di averle rotto il naso durante un litigio: “Eravamo in taverna, lei aveva in braccio uno dei nostri figli, io glielo volevo prendere e inavvertitamente le ho tirato una gomitata sul naso”.

E di quella volta che l’ha ferita al volto con la ghiera del quadrante dell’orologio: “Discutevamo, lei mi ha preso per le orecchie e io, nel tentativo di liberarmi, l’ho colpita al volto. Ma aveva solamente un graffio, nulla di grave”.

In un’occasione, una sera che la coppia aveva amici a cena, G.P. ha preso per i capelli la compagna incinta, l’ha spinta facendola cadere a terra e l’ha insultata: “Ho preso il tagliere dei salumi, l’ho sbattuto sul tavolo e le ho detto “Brutta tr…, guarda che figure di m… che mi stai facendo fare”. Non ricordo però di averle usato violenza”.

Ci sono poi tutta una serie di pesanti insulti, che il 44enne ha spiegato di ricevere a sua volta: “Sì, le davo della str… e della bast…, ma perché lei usava le stesse parole con il mio primo figlio, avuto da una precedente relazione”.

L’uomo ha dichiarato di far uso di cocaina e che, a causa della sostanza, diventava aggressivo e violento. Nel settembre 2019 G.P. è uscito di casa ed ha preso un appartamento in affitto in un altro comune, poi a novembre ha conosciuto la sua attuale compagna sui social ma, secondo quanto ha riferito in aula “continuavo ad aiutare economicamente la mia ex, anche facendomi prestare denaro dalla mia famiglia. A volte facevo la spesa, pagavo le bollette e le spese condominiali. Facevo quello che potevo in base a come andava il lavoro. Quando ero in disoccupazione aiutavo meno, quando invece gli affari andavano bene davo di più”.

Il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni ha chiesto una condanna a 4 anni e 1 mesi di reclusione: “Le dichiarazioni della parte offesa trovano riscontri nei certificati medici e nelle fotografie. L’imputato stesso ha ammesso di far uso di sostanze stupefacenti, dalla primavera 2019 fino al termine della relazione assumeva cocaina anche tre volte la settimana e in questi frangenti la sua aggressività aumentava”.

Il difensore ha invece chiesto l’assoluzione: “C’è un solo referto medico agli atti in 10 anni di relazione rispetto alle condizioni della signora. Non c’è una ripetizione di atti violenti, c’erano dei normali litigi di una coppia in crisi. Lui ha sempre cercato di aiutare i suoi figli come poteva”.

Il Collegio giudicante ha ritenuto di condannare il 44enne a 3 anni e 8 mesi.

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