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A entratico

Narcotizzato e lasciato morire in auto, per la difesa non fu omicidio volontario

Nell'udienza di smistamento i legali di Matteo Gherardi hanno chiesto che venga riqualificato il reato in morte in conseguenza di altro reato

Entratico. Chiedono ancora di riqualificare il reato da omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dall’uso di sostanze benefiche e dal nesso teleologico, a morte in conseguenza di altro reato. E reiterano l’istanza di essere giudicati con rito abbreviato.

Martedì (20 febbraio) si è tenuta la prima udienza del processo a carico di Matteo Gherardi, 34enne di Gaverina Terme, di suo padre Luigi Gherardi, 69 anni, della fidanzata Jasmine Gervasoni, 24enne di Sedrina e dell’amico della coppia Omar Poretti, 26enne di Scanzorosciate, responsabili della morte dell’imprenditore 80enne Angelo Bonomelli, narcotizzato, rapinato e abbandonato nell’abitacolo della sua auto la sera del 7 novembre 2022, dove ha poi trovato la morte.

Le stesse richieste erano state formulate al giudice delle udienze preliminari, che le aveva però respinte. La Corte d’Assise si è riservata di decidere se riqualificare o meno dopo il dibattimento. Le difese degli imputati rinunciano alla lista testi e si rimettono agli atti: non ci saranno testimoni ma nella prossima udienza, fissata per il 27 marzo, verranno sentiti gli imputati.

L’avvocato Gianluca Quadri difende Matteo Ghilardi: “Il farmaco è stato somministrato per generare un’incapacità temporanea e portare a termine la rapina, non allo scopo di uccidere. Ecco perché a nostro avviso non regge l’ipotesi di omicidio volontario”.

L’avvocato Luca Bosisio, che assiste Omar Poretti, si associa alle richieste. E lo fa anche l’avvocato Roberta Zucchinali, che assiste Jasmine Gervasoni e Luigi Ghilardi. In udienza ha prodotto una sentenza della Cassazione che riguarda un caso simile avvenuto a Bologna: “In questo processo, sia davanti al Gup fino in Cassazione, il reato è stato qualificato come morte in conseguenza di altro reato. Dato che la legge è uguale per tutti, non si possono trattare gli imputati in modo diverso e con una riqualificazione potrebbero così accedere ai riti alternativi e ottenere lo sconto di un terzo della pena”.

Il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni ha replicato: “Ci sono elementi di diversità tra il caso bolognese e quello bergamasco e il primo riguarda l’età delle parti offese. Nel primo caso il farmaco era stato somministrato a persone giovani, nel secondo ad un signore di 80 anni con una serie di patologie importanti. Inoltre abbiamo assistito ad un’escalation da parte dei quattro imputati dato che le prime vittime delle loro rapine erano persone giovani, poi hanno narcotizzato una donna di 70 anni che è finita in ospedale (la zia di Ghilardi ndr) e infine Bonomelli”.

Per quanto riguarda la riqualificazione del reato la pm ha ricordato il pronunciamento del Gup, che ha respinto la richiesta delle difese: “La Corte deve decidere dopo il dibattimento se procedere per omicidio volontario aggravato o per morte in conseguenza di altro reato”.

Come parti civili, assistiti dall’avvocato Raffaella Sonzogni, si sono costituiti i tre figli e la moglie dell’imprenditore, mentre i suoi due fratelli risultano come parti offese.

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