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Il protagonista

Continuità, rendimento super e gerarchie ribaltate: Carnesecchi si è preso l’Atalanta video

La Dea continua a volare e lo fa con una certezza in più: il classe 2000 si è preso di forza i gradi di numero 1 della porta nerazzurra

Bergamo. L’Atalanta batte il Sassuolo 3-0 e centra la quinta vittoria consecutiva in Serie A consolidando il quarto posto che a fine stagione potrebbe valere la qualificazione alla prossima Champions League. Decisive, nella notte del Gewiss Stadium, sono state le reti di Pasalic, Koopmeiners e Bakker. Così come è stata la prova di Marco Carnesecchi, capace di lasciare un timbro indelebile sull’andamento del match.

Nel finale di primo tempo, infatti, il portiere atalantino ha di fatto riscritto una trama che avrebbe potuto ridefinire i connotati della partita contro i neroverdi. Il numero 29 ha infatti respinto il calcio di rigore di Pinamonti, ripetendosi poi anche quando l’arbitro Prontera ha fatto ripetere il penalty a causa dell’ingresso anticipato in area. Il tutto senza dimenticare il precedente prodigio su Matheus Henrique.

Tre parate di pregevole fattura che certificano con pieno merito lo status di numero uno della porta atalantina, dopo mesi scanditi dalla tanto chiacchierata staffetta con Juan Musso, ormai relegato a ruolo di vice nonostante un incoraggiante avvio d’annata.

E invece Carnesecchi ha saputo ribaltare a proprio favore le gerarchie, sfornando, in serie, prestazioni di altissimo livello impreziosite da parate decisive che hanno spostato gli equilibri di molte partite e, di conseguenza, della stagione dell’Atalanta. E’ proprio questo l’aspetto che ha marcato maggiormente la differenza con il compagno di reparto.

Da Natale in poi, infatti, non c’è stato più margine di discussione: dal match con la Salernitana del 18 dicembre l’ex Cremonese dal campo non è più uscito, rafforzando la propria posizione a suon di prestazioni e super parate.

La collezione di prodezze, in tal senso, è già piuttosto fornita: a partire dalla trasferta dell’Olimpico contro la Roma, dove il classe 2000 ha parato praticamente tutto, passando poi per il riflesso decisivo su Oudin contro il Lecce (sul parziale di 1-0) e per l’uscita tempestiva su Felipe Anderson quando il match con la Lazio era ancora fermo sullo 0-0.

Alla lista si sommano anche la grande parata su Ebosele al Gewiss, mentre l’Atalanta conduceva di misura sull’Udinese, e lo strepitoso riflesso di Genova a sbarrare la strada a Gudmundsson, vicinissimo a quel 2-2 che avrebbe potuto cambiare le sorti della sfida in terra ligure. Fino ad arrivare prestazione monstre col Sassuolo, evidenziata anche da Gasperini nel post partita:

“Carnesecchi? Straordinario, era un momento importante e poi c’era tutto il secondo tempo. Altrimenti avremmo dovuto rifare tutto, in una partita che sembrava stessimo vincere. Ci credevo che parasse anche il secondo? Ci speravo. Ce l’hanno anche fatto ripetere perché in quel momento non eravamo molto centrati e abbiamo toccato un pallone che stava finendo in corner. Ci stavamo mettendo del nostro per cercare di non vincerla, ma questa sera avevamo forza e qualità”.

Requisiti che hanno sempre contraddistinto l’Atalanta del ciclo Gasperini, ormai consapevole di aver trovato una certezza granitica anche tra i pali.

 

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