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La decontribuzione delle lavoratrici madri

La finalità della Legge di Bilancio 2024 è chiaramente quella di sostenere le madri nel mercato del lavoro, facilitando la conciliazione tra vita lavorativa e familiare

Bergamo. La Legge n. 213/2023, comunemente nota come Legge di Bilancio 2024, ha introdotto una serie di misure significative a sostegno della famiglia. Tra queste, una delle più rilevanti è la decontribuzione per le lavoratrici madri, prevista dall’articolo 1, commi 180-182.
Per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, è previsto totale, pari al 100%, della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (cd. IVS) a carico della lavoratrice madre; Tuttavia, l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche rimane dovuta.

Per accedere alla decontribuzione, le lavoratrici madri devono soddisfare i seguenti requisiti fondamentali:
1. Essere assunte con contratto di lavoro a tempo indeterminato,
2. Avere 3 o più figli, fino al mese di compimento di 18 anni di età del figlio più piccolo;
3. L’esonero dev’essere riconosciuto nel limite massimo annuo di 3.000 euro, riparametrato su base mensile, cioè, pari a 250 euro (3.000€/12); Questo importo non è riparametrato in caso di part-time.

La finalità della Legge di Bilancio 2024 è chiaramente quella di sostenere le madri nel mercato del lavoro, facilitando la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. Per raggiungere questo obiettivo e allargare la platea delle beneficiarie, la legge prevede, in via sperimentale solo per quest’anno, cioè per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, di riconoscerlo anche alle lavoratrici madri di 2 figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese del compimento di 10 anni di età del figlio più piccolo.

Successivamente, con la circolare n. 27/2024, l’INPS ha fornito ulteriori chiarimenti per gestire gli adempimenti legati alla misura decontribuzione. Per beneficiare di questa misura, è indispensabile essere madre, “status” che si acquisisce al momento della nascita del secondo o del terzo figlio (o successivo). La misura si applica anche alle lavoratrici che hanno bambini in adozione o in affidamento.

L’Inps ha inoltre precisato che non si decade dal diritto a beneficiare della riduzione contributiva in caso di premorienza di uno o più figli; o eventuale fuoriuscita di uno dei figli dal nucleo familiare o, ancora, nelle ipotesi di non convivenza di uno dei figli o di affidamento esclusivo al padre. Questo ulteriore chiarimento sottolinea l’impegno dell’Inps a sostenere le madri lavoratrici in tutte le circostanze, riconoscendo la complessità e la diversità delle situazioni familiari.

Inoltre, per accedere all’esonero, è necessario essere assunte con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, sia per i rapporti già instaurati che per quelli instaurandi nel periodo di vigenza dell’esonero; sono inclusi anche i rapporti di apprendistato. L’unica esclusione è prevista per i rapporti di lavoro domestico. Infine, non rileva la durata dell’orario di lavoro, il che significa che l’esonero si applica indipendentemente dal fatto che la lavoratrice madre lavori a tempo pieno o part-time.

Infine, l’Inps ha precisato che, con riferimento all’eventuale regime di cumulo con altre riduzioni a carico del lavoratore, la decontribuzione in esame è alternativa all’esonero contributivo IVS dei lavoratori dipendenti previsto per l’anno 2024 nella misura del 6 o 7%.

In conclusione, la Legge di Bilancio 2024 rappresenta un passo importante verso il sostegno ai genitori in particolare alle madri lavoratrici. L’obiettivo è di incentivare la partecipazione delle madri al mercato del lavoro, alleggerendo il carico contributivo da loro sostenuto e, di conseguenza, facilitando la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. La sua introduzione è un esempio concreto di come la Legge di Bilancio 2024 miri a migliorare le condizioni di vita delle famiglie italiane.

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