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Confcooperative Bergamo

Rinnovo ccnl

Cooperative sociali, rinnovato il contratto: “Importanti passi in avanti, ecco le prossime sfide”

Omar Piazza: “La trattativa, molto articolata e complessa, si è chiusa grazie al grande senso di responsabilità di ciascuna delle parti sindacali e datoriali, dopo circa 16 mesi di trattativa”

Il 26 gennaio è stata raggiunta l’intesa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale delle cooperative sociali, contratto che dovrà essere ora approvato dai lavoratori chiamati dalle organizzazioni sindacali a esprimersi in assemblea e dalle organizzazioni datoriali mediante i loro organi. Il Ccnl riguarda una platea molto ampia di lavoratori (circa 400.000 a livello nazionale e circa 10.000 a livello provinciale) e il suo rinnovo è giudicato importante sia per l’impatto sui lavoratori direttamente coinvolti, che per la necessità in questa fase storica di riaffermare l’importanza del settore dei servizi di cura e l’importanza nella costruzione di un welfare sussidiario dell’apporto della cooperazione sociale.

“La trattativa, molto articolata e complessa, si è chiusa grazie a un grande senso di responsabilità di ciascuna delle parti sindacali e datoriali dopo circa 16 mesi di trattativa, tanti i risultati ottenuti, restano anche aperte alcune questioni importanti”, sottolinea Omar Piazza, vicepresidente di Confcooperative Bergamo.

Tutte le novità economiche del contratto nazionale

Il contratto prevede importanti novità sotto molti profili a partire dal riconoscimento economico. A regime le retribuzioni cresceranno di oltre il 12%, un aumento estremamente importante che, almeno in parte, si pone l’obiettivo della mitigazione degli effetti dell’inflazione sulle retribuzioni. Come ci dimostrano i dati, l’Italia è un Paese nel quale i salari hanno perso progressivamente il proprio potere di acquisto in maniera più consistente che nel resto dell’Europa.

Attraverso tre tranche la retribuzione tabellare sarà aumentata di circa 140 euro per una figura educativa, da riparametrare per le altre figure professionali secondo la scala in uso. Dal gennaio 2025 sarà introdotta la quattordicesima mensilità, calcolata su metà del valore di una retribuzione mensile, ulteriore segnale nella direzione di aumentare il livello di riconoscimento economico per chi opera nei servizi educativi, sociosanitari e di inserimento lavorativo.

Sempre dal 2025 sarà raddoppiata la quota destinata alla sanità integrativa, arrivando a 120 euro annui interamente a carico delle singole cooperative. La sanità integrativa è stata introdotta da poco più di 10 anni all’interno del perimetro contrattuale.

“Confcooperative – sottolinea Piazza – in risposta al bisogno di sanità integrativa ha costruito uno strumento mutualistico denominato Cooperazione e Salute. Lo scopo è di offrire a tutti i soci e lavoratori delle proprie associate un piano sanitario che dia risposte efficaci con una forte attenzione alla sostenibilità dello strumento, contenendo i costi di gestione e con la logica mutualistica, quindi inclusiva. Cooperazione e Salute è portatrice di un’idea in cui la sanità integrativa non punta a sostituire il servizio pubblico,  bensì a integrare le offerte dello stesso, privilegiando il sostegno degli associati nell’utilizzo del sistema sanitario nazionale. Azione tanto più importante oggi, e lo sarà ancora di più nei prossimi anni, di fronte dell’aumento del costo sanitario a carico dei cittadini. Per questo, investire dentro un rinnovo del Ccnl la sanità integrativa testimonia una reale attenzione al benessere dei lavoratori, senza ridurre tutto alla mera valorizzazione economica della retribuzione.

In chiave di doverosa attenzione alle lavoratrici, che sono circa il 75% delle socie e delle lavoratrici presenti nella cooperazione sociale, è stata disposta l’integrazione al 100% della retribuzione per i periodi di maternità obbligatoria ampliando così l’obbligo di sostegno che la norma pone in capo ai datori di lavoro.

Servizi all’infanzia e altre innovazioni

La contrattazione ha affrontato anche altre tematiche quali l’aumento del livello per gli operatori operanti nei servizi all’infanzia (nidi, spazi gioco etc), i tempi di vestizione per gli operatori che devono indossare divise da lavoro nonché il riconoscimento delle cd. notti passive (ovvero la presenza in strutture di tipo comunitario come le case alloggio per disabili o le comunità per minori nelle quali l’operatore è chiamato a garantire la propria presenza per tutelare l’utenza accolta nelle ore notturne). Sono molteplici interventi che rafforzano lo sforzo di riconoscere il giusto a coloro che, con professionalità crescenti, sono chiamati al sostegno ed alla cura delle persone che si trovano in difficoltà.

“Viviamo un tempo – prosegue Piazza – in cui le fragilità si moltiplicano e divengono sempre più complesse, in cui è necessario continuare a fare fronte comune per garantire i diritti di tutti, in particolare di coloro che non hanno una propria voce per esigerli. Questa è la funzione che la cooperazione sociale è chiamata a svolgere. Funzione che richiede grande professionalità, profonda dedizione ed impegno. Professionalità, dedizione e impegno che oggi non sono adeguatamente riconosciute sia da un punto di vista economico che del prestigio sociale legato allo svolgimento di tali compiti”.

“Credo che possa essere sentire comune di ciascuno di noi desiderare che in caso di bisogno nostro, dei nostri figli o dei nostri anziani, chi si rende disponibile a prenderlo in carico sia adeguatamente motivato e riconosciuto e quindi possa dispiegare le proprie abilità e la propria passione sostenendoci in un momento di difficoltà. Negli ultimi anni, per un insieme di cause, tra cui quelle connesse con il riconoscimento di status ed economico, è venuto diminuendo il numero di persone disposte ad investire in un percorso formativo e lavorativo nel settore della cura. Occorre quindi cambiare verso restituendo dignità a chi lavora in ambiti così delicati”.

I prossimi passaggi 

Firmato il contratto inizia il percorso di riconoscimento della piena agibilità e applicazione: la maggior parte dei servizi sociali e socio sanitari sono finanziati attraverso risorse pubbliche. I Comuni, gli Ambiti, la Regione per quanto di loro competenza organizzano e offrono servizi ai cittadini spesso mediante affidamento degli stessi alle cooperative sociali. Le procedure di affidamento dei servizi, disciplinate da specifiche norme, dovranno tenere conto degli aumenti complessivi del costo del lavoro derivanti dal rinnovo del CCNL Cooperative Sociali.

“Sappiamo che le risorse a disposizione degli enti locali sono sottoposte a continuo stress per fronteggiare la crescita costante dei bisogni – aggiunge il vicepresidente di Confcooperative Bergamo – ma riteniamo che investire in buoni servizi sociali sia un tratto distintivo, e di sviluppo competitivo, per il nostro territorio. Come Confcooperative Bergamo contiamo sulla disponibilità al dialogo e alla attenzione al nostro comparto che le istituzioni locali hanno dimostrato negli anni. A Bergamo abbiamo un consolidato sistema di confronto e numerose occasioni di positive relazioni tra le rappresentanze del sistema della cooperazione sociale e le organizzazioni sindacali confederali firmatarie del Contratto collettivo. Condividiamo infatti l’idea che il sistema cooperativo inteso sia come l’insieme delle lavoratrici e dei lavoratori sia come l’insieme delle realtà cooperative autentiche e radicate nel territorio sia un patrimonio da promuovere e difendere. Per questo fin da subito ci siamo attivati, in maniera unitaria, per richiedere l’adeguamento di rette, tariffe e contratti al fine di rendere compatibile l’applicazione del contratto con la sostenibilità del sistema cooperativo, che è uno dei principali attori del sistema del welfare nel territorio”.

Obiettivo: reinserimento lavorativo 

Tra gli aspetti affrontati dal contratto collettivo nazionale vi è un rafforzamento e consolidamento della cooperazione sociale di inserimento lavorativo, ovvero quella parte della cooperazione sociale che si pone come obiettivo il reinserimento sociale delle persone svantaggiate (disabili, ex carcerati, invalidi, …) mediante il loro inserimento nel mondo del lavoro.

Questa forma di cooperazione che produce valore sociale – sottolinea Piazza – in quanto soggetto economico in grado di svolgere una pluralità di lavori (manutenzione del verde, pulizie, assemblaggio etc) vede ulteriormente confermata la propria importanza nel perimetro contrattuale e dovrà saper collaborare e competere con il sistema profit territoriale facendosi carico dell’aumento dei salari. Sarà importante valorizzare gli strumenti di rapporto tra imprese (convenzioni art.14 per il collocamento di persone disabili) ma anche le attenzioni delle Pubbliche Amministrazioni che hanno la possibilità di utilizzare diversi strumenti per affidare lavori pubblici a chi, oltre a svolgerli con qualità, inserisce persone fragili”.

Il rinnovo del CCNL è quindi per molti e diversi aspetti un’occasione per sostenere e rafforzare il sistema di coesione sociale delle nostre comunità, riaffermando il valore originario della cooperazione che, come definito dalla Legge 381 del 1991 che le istituisce ”ha lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione  umana  e  all’integrazione sociale dei cittadini”.

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