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Discorsi al caminetto

Daniela Giordano, “Intrecciare gli ambiti formativi per costruire un nuovo modello di alta formazione artistica”

Ospite al Caminetto la direttrice del nuovo Politecnico delle Arti di Bergamo - l'unico in Italia - racconta i primi mesi di vita dell'istituto e annuncia la ricerca di una nuova sede

Bergamo. L’istituto principe per l’alta formazione degli studenti in ambito artistico. Si potrebbe riassumere in questa concisa definizione il nuovo Politecnico delle Arti di Bergamo, nato lo scorso anno dalla fusione del Conservatorio Gaetano Donizetti e dell’Accademia di belle arti Giacomo Carrara.

Daniela Giordano – dallo scorso novembre direttrice del Politecnico e ospite della nuova puntata dei ‘Discorsi al caminetto’ – racconta i primi mesi di vita dell’istituto, dalla sua nascita fino alla ricerca di una nuova sede, passando per la nomina del primo presidente della sua storia.

Pugliese d’origine, Daniela Giordano arriva nel capoluogo orobico dopo una formazione trasversale – tra Salisburgo, Lugano e Roma – che l’ha resa una pianista di fama internazionale. Dopo dieci anni di insegnamento al Conservatorio assume il ruolo di direttrice del neo nato istituto statale, un unicum su tutto il territorio nazionale: quella di Bergamo è infatti la prima realtà in Italia a fondere – su modello europeo – i principali istituti di formazione artistica e musicale della città. Un’unicità che porta sulle spalle della direttrice grandi onori ma anche grandi responsabilità (“C’è sicuramente una grande curiosità: ho ricevuto numerose telefonate da direttori di istituti di altre grandi città che in questo momento puntano i loro occhi su Bergamo”).

 

daniela giordano politecnico delle arti

 

Proprio in virtù della fusione tra il Conservatorio e l’Accademia di belle arti, Giordano è assistita ai vertici dal professor Francesco Pedrini (“Guardiamo nella stessa direzione, siamo entrambi ben consapevoli dell’impronta che vogliamo dare al nostro istituto”). La direttrice ha ben chiaro come i vari ambiti formativi vadano sì “preservati, custodendone la storia e le specificità identitarie”, ma anche intrecciati, per “scrivere una nuova storia, quella del Politecnico, fatta di una produzione artistica condivisa e di un nuovo modello di alta formazione”.

Il Politecnico delle Arti accoglie in sé la pesante eredità dell’anno della Cultura, lo stesso anno – il 2023 – che ha visto la sua nascita, con la fusione di Conservatorio e Accademia attiva dal 1° gennaio, e l’inizio ad ottobre del primo anno accademico (“Una coincidenza sì ma personalmente sono un po’ fatalista, non penso sia avvenuto per caso”).

Ancora più recente invece la nomina del primo presidente del Politecnico. Nomina assegnata a Giorgio Berta, commercialista e già presidente della Fondazione Donizetti e di Bergamonews, – “Siamo contenti della sua preziosa professionalità che ci permetterà di guardare con lungimiranza al futuro di questa nuova realtà”, commenta la direttrice.

La prima fase di vita del Politecnico ha visto un ulteriore incremento nel numero di iscritti, un fenomeno che ha messo in evidenza la necessità di ampliare gli spazi a disposizione dell’istituto (“Inevitabilmente con la crescita degli studenti emerge il bisogno di nuovi spazi: la ricerca di una nuova sede è una priorità e con il presidente Berta metteremo sul tavolo una riflessione specifica quanto prima”).

Per regalare al più presto, al luogo in cui si incontreranno e saranno istruiti gli artisti bergamaschi del domani, gli spazi che merita e di cui ha estremamente bisogno.

 

 

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