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Festival

Half Time: il commento tecnico e irriverente della quarta serata di Sanremo

La rubrica che dopo ogni puntata analizza senza scrupoli quanto successo in diretta

La quarta serata del Festival di Sanremo è a mani basse la più bella, fino a qui, di tutta la manifestazione. Abbiamo cantato, goduto, pianto e riso. Una secchiata di contenuti senza precedenti. Difficilissimo stilare una classifica. C’era tutto.
Ed è di nuovo storia: 11.893.000 telespettatori e uno share del  67,8%.
La prima parte della serata cover (dalle 21.25 alle 23.35) è stata seguita da 15 milioni 531mila spettatori pari al 65.1% di share; la seconda (dalle 23.38 all’1.59) da 8 milioni 398mila pari al 73.2%. L’anno scorso la prima parte della quarta serata del festival (dalle 21.15 alle 23.41) aveva ottenuto 15 milioni 46mila telespettatori pari al 65.2% di share; la seconda (dalle 23.44 all’1.59) da 7 milioni 41mila con il 69.7%.
Questo è Hal Time, commento tecnico e senza scrupoli a cavallo di una serata e l’altra. Riviviamo quanto successo ieri con 6 pillole mica da ridere:
Fenomeno: Fiorello si trasforma in Manuel Franjo per il medley di sigle e musical con cui Lorella Cuccarini inaugura la sua serata da coconduttrice. L’avventura di Florecito Pequeno merita uno spin off. Ne parliamo alla fine.
I fischi: È molto interessante vedere come Napoli sia diventato linguaggio comune per il nazionalpopolare, la perfomance non è male, piuttosto stilosa però non è decollata così alta. Geolier è un talento indiscusso.
L’esibizione meritava la vittoria di serata? No, anzi! Il disappunto fa parte della gara, parte di quel che gli è stato rivolto invece è spazzatura. È un giudizio alla performance, non alla persona.
Mango: Cosa volete che vi dica? Giuseppe Mango in arte Mango è stato un cantautore Italiano a tratti piuttosto sottovalutato. Sua figlia che si chiama Angelina e in questi giorni sta devastando la manifestazione a colpi di esibizioni incredibili l’ha omaggiato con una performance di altissimo livello. Sono abbastanza confuso. Emozionante l’omaggio, sicuramente.
Ma l’esibizione non mi ha trasmesso così tanto onestamente. Ho visto più celebrato l’intento che la realizzazione.
Politica: Dal punto di vista della comunicazione sul versante socio-politico Ghali non sbaglia un colpo. Ogni cosa detta in maniera trasparente, articolata, spiegando e argomentando bene pure sui social. Lui e Dargen, due facce della stessa medaglia. Per fortuna ci sono, a modo loro.
Attualità: “Senza agricoltura non c’è vita,non c’è sovranità alimentare, non c’è libertà. Chiediamo la possibilità di continuare a onorare gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri nonni che con rispetto, amore e dignità ci hanno portato a coltivare il valore della terra”
Annalisa: controllo nelle note basse, controllo nelle note medie, controllo nelle note alte. Questa canta. Perché qui infondo bisogna anche cantare, no?
Una menzione speciale per Mahmood, artista che non mi ha mai fatto volare. Ma che non ne sbaglia: canta un classico del canzoniere italiano, porta i Tenores e regala qualche secondo della voce di Dalla. Che pezzo.
Una serata di musica, emozioni e sorprese, che ha tenuto il pubblico incollato allo schermo. Non vediamo l’ora di scoprire chi trionferà in finale questa serata. E comunque dai: Amadeus, Fiorello… Continuate.
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