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Settimana corta per realizzare giustizia climatica e un uso umano dell’intelligenza artificiale

La riduzione dell'orario di lavoro in settori dannosi per l'ambiente come il settore dell'energia fossile, degli armamenti e dell'industria chimica deve avere come obiettivo quello di attutire il necessario smantellamento, finanziato dalla ridistribuzione degli utili aziendali in alcune aree, sostenuto da sovvenzioni statali in altre

La riduzione dell’orario di lavoro da pura questione sindacale sta sempre più diventando una questione sociale e politica e diviene centrale in ogni azione per la giustizia climatica.
L’attuale organizzazione del lavoro produce una distribuzione operativa in modo diseguale.

Mentre alcuni lavorano fino al punto di esaurirsi, altri pur lavorando non riescono a sbarcare il lunario perché sono intrappolati in forme di lavoro precarie e non tutelate. Ultimamente, in Europa e in quasi tutto il mondo occidentale, si è messo in moto un movimento che fa della settimana di quattro giorni un obiettivo da perseguire, non sono solo i sindacati ad avanzare questa richiesta ma questa tendenza sta coinvolgendo alcune aziende.

In Italia, l’implementazione della settimana lavorativa di quattro giorni è ancora in fase sperimentale e prevalentemente associata a iniziative aziendali o a clausole specifiche nei contratti aziendali. Tuttavia, alcune imprese stanno adottando questa strategia per rispondere alla crescente importanza che il benessere dei lavoratori ha sulla produttività e l’equilibrio tra vita professionale e personale.

Ecco alcuni esempi:
1. Awin Italia: La divisione nazionale di un network globale nel settore del marketing ha implementato un approccio consolidato a livello mondiale a partire dal primo gennaio 2021. Consiste nell’applicazione di una politica aziendale che concede una giornata libera o due mezze giornate libere ogni settimana. La regolamentazione, combinata con la pratica del lavoro agile, ha consentito alla divisione italiana di chiudere le attività nei mesi di luglio e agosto, con il personale che ha continuato a lavorare in modalità remota;

2. Banca Intesa: Ha introdotto la proposta volontaria per i dipendenti, consistente nell’opzione di adottare una settimana lavorativa di quattro giorni, mantenendo inalterata la retribuzione. Questa possibilità è flessibile e può essere esercitata su base settimanale, previo accordo con il responsabile del dipendente;

3. Lamborghini: Intraprenderà una sperimentazione della settimana lavorativa di quattro giorni. Le principali disposizioni dell’accordo prevedono la riduzione dell’orario di lavoro, un aumento del salario annuale, l’assunzione di nuovi dipendenti e il consolidamento dei diritti;

4. le aziende Filograna di Bari varano la settimana corta per 1200 dipendenti;

5. Luxotica per 20 settimane l’anno i dipendenti degli stabilimenti Luxottica lavoreranno quattro giorni, restando liberi da venerdì a domenica, mentre per tutte le altre settimane si manterranno i 5 giorni lavorativi. Un patto di lungo periodo, che permette a Essilor Luxottica di valorizzare il made in Italy rendendo gli impianti italiani sempre più competitivi per l’eccellenza delle loro produzioni e alle sue persone di programmare con maggiore sicurezza il proprio percorso di vita e di lavoro.

6. La settimana di quattro giorni si sta estendendo in molte parti il mondo. Nel 2015 e nel 2017, più di 2.500 dipendenti in Islanda hanno ridotto il loro orario di lavoro da 40 a 35 o 36 ore con una retribuzione salariale completa. In Irlanda e negli Stati Uniti, nel 2022 un totale di 33 aziende hanno preso parte a un esperimento di settimana lavorativa di quattro giorni e l’orario di lavoro è stato ridotto da 40 a 32 ore.

Esperimenti simili hanno avuto luogo in Australia, Canada, Nuova Zelanda e Gran Bretagna. Per molti di loro il modello è stato portato avanti dopo una fase pilota, anche
nell’interesse delle aziende. Dopotutto, l’obiettivo dei progetti è sempre stato quello di ridurre l’orario di lavoro, ma di mantenere o addirittura aumentare la “produttività”. In Belgio nel 2022 è stata introdotta una legge che prevede la possibilità di scegliere tra una settimana di quattro giorni e una o cinque giorni. In Portogallo, 41 imprese per un totale di un migliaio di persone hanno partecipato a un progetto pilota della durata di sei mesi.

Diventa ogni giorno più chiaro che qualsiasi progetto di transizione ecologica e dell’implementazione dell’uso dell’Intelligenza Artificiale nei processi produttivi e lavorativi deve contenere una riduzione dell’orario di lavoro a salario pieno. Il concetto che sta prendendo piede è che Il lavoro, il tempo e il reddito devono essere ridistribuiti socialmente come i vantaggi generati dalla introduzione delle nuove tecnologie.

Per esempio, la riduzione dell’orario di lavoro in settori dannosi per l’ambiente come il settore dell’energia fossile, degli armamenti e dell’industria chimica deve avere come obiettivo quello di attutire il necessario smantellamento, finanziato dalla ridistribuzione degli utili aziendali in alcune aree, sostenuto da sovvenzioni statali in altre.
Il problema è che occorre intendere l’orario di lavoro non solo come una categoria economica, ma anche come una categoria politica, democratica e culturale. La distribuzione del tempo e del lavoro riguarda le relazioni di dominio e quindi le questioni di classe, di genere, di razzismo e di abilismo. Oggi sappiamo che la disabilità di ogni genere è una giustificazione per i trattamenti economici, normativi, di apprendimento più bassi.

Personalmente credo che più che discutere della questione sia arrivato il momento che il sindacato lanci una grande campagna di esperimenti reali sia per convincere i dipendenti, le aziende e i politici dei vantaggi di una riduzione e riarticolazione degli orari di lavoro.
La riduzione settimanale dell’orario di lavoro oltre che effetti benefici sulla produttività aziendale può determinare una maggiore socializzazione e avendo più tempo libero le persone possono dedicarsi maggiormente alle attività di cura, al volontariato, alla cultura e lo svago. Di fronte alla crescente disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza e della proprietà, tuttavia, dobbiamo prestare attenzione non solo alle condizioni salariali, alla precarietà dell’impiego, ma anche a ciò che aumenta il benessere psico-fisico del lavoratore.

La questione della transizione ecologica, l’aver cura della terra richiede certamente un forte contrasto alle guerre e la trasformazione della pace in questione politica essenziale, ma
anche interventi sul nostro stile di vita e dell’uso sociale delle nuove tecnologie. La riduzione della settimana lavorativa deve essere parte di questa strategia.

Savino Pezzotta, bergamasco, sindacalista e politico italiano, è stato segretario nazionale della Cisl.

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