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L'intervista

Salvini: “Bergamo roccaforte della Lega, dopo 10 anni di sinistra merita nuovo slancio”

Il Vice Premier e Ministro delle Infrastrutture racconta i suoi dieci anni da segretario nazionale e guarda all'appuntamento del 9 giugno: "L’Europa è fallimentare e lascia sola l’Italia. Sarà fondamentale costruire una maggioranza di centrodestra a Bruxelles, senza inciuci"

Bergamo. Dieci anni da segretario nazionale del partito. Matteo Salvini si racconta in un’intervista in esclusiva al nostro quotidiano tra l’ascesa al potere, la guida della Lega e i tanti Governi vissuti prima di arrivare a ricoprire, oggi, la carica di Vice Premier del Governo Meloni e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del nostro Paese. Dalla vittoria alle primarie, passando per le politiche migratorie e i rapporti con l’Unione Europea, fino ad arrivare alle tante sfide del 9 giugno, con Bergamo capofila.

 Il 7 dicembre 2013 lei vince le Primarie degli iscritti contro Bossi e parte la sua avventura da segretario nazionale. Come è cambiata la Lega in questi 10 anni?
Ci siamo adeguati alle nuove sfide: se prima il nemico numero uno era il centralismo soffocante dello stato centrale, da tempo i governi hanno perso margini di sovranità a favore di Bruxelles. E l’Europa a trazione socialista rappresenta un pericolo per tutto il Paese, non solo per il Nord, basti pensare alle scelte scellerate in agricoltura, alla pessima gestione dell’immigrazione, all’ideologia green che condanna tutta Europa a perdere milioni di posti di lavoro a vantaggio dell’elettrico cinese (peraltro senza benefici per l’ambiente). Ecco, la Lega continua a pensare che l’Europa debba essere quella dei popoli e non delle banche e dei burocrati, e in Italia abbiamo esportato le nostre proposte e le nostre capacità di buongoverno anche nel Centrosud.
In questi dieci anni la Lega è stata al Governo ma anche all’opposizione, con Governi scelti dai cittadini e non. Due su tutti, quelli con i 5 Stelle e quello di unità nazionale con Draghi. Rifarebbe quelle scelte?
Fino a quando il Movimento 5 Stelle non decise di tradire il patto del cambiamento, votando con il Pd in Europa, quel governo portò a casa anche risultati importanti come Quota100, i decreti sicurezza, la legge sulla legittima difesa, il primo passo della flat tax, con un robusto programma di finanziamento ai piccoli comuni e di aumento degli organici delle forze dell’ordine che premiarono anche la Bergamasca. Con Draghi, era necessario evitare che Pd e 5Stelle – dopo i disastri del Conte2 – potessero ipotecare il futuro dei nostri figli con una gestione scellerata dei fondi europei. Abbiamo fatto errori? Certamente sì. Ma la Lega è e rimarrà sempre una forza popolare con obiettivi chiari: la difesa del territorio e del lavoro, la valorizzazione delle autonomie, il contrasto all’immigrazione senza regole. Il fatto che il mainstream sia sempre pronto a martellarci, come dimostrano quotidianamente i grandi giornali, dimostra che siamo sulla strada giusta.
Nei suoi dieci anni da segretario non è mai mancato l’asse con Berlusconi. Oggi il suo rapporto è solido con Forza Italia anche dopo la scomparsa del Presidente?
Silvio non era solo un alleato ma anche e soprattutto un amico. Manca tantissimo, sotto tutti i punti di vista: è insostituibile. Ma i rapporti con tutti gli alleati sono positivi.
Nelle Europee del 2019 la Lega stava al 34%, oggi il consenso è molto più basso. Quali sono gli obiettivi per la partita di quest’anno?
Puntiamo a crescere rispetto alle Politiche, per superare il Movimento 5 Stelle. Sarà fondamentale valorizzare il tanto lavoro fatto, dal nuovo codice degli appalti fino al nuovo codice sulla sicurezza stradale, per non parlare dei passi in avanti sull’Autonomia.
Politiche migratorie e rapporti con l’UE: come è cambiata negli anni la visione della Lega.
Non è cambiata: l’Europa è fallimentare e lascia sola l’Italia. Eppure Lampedusa è la porta d’accesso del continente e non solo del nostro Paese. Sarà fondamentale costruire una maggioranza di centrodestra a Bruxelles, senza inciuci con la sinistra, per riuscire a difendere i confini dell’Italia che sono quelli dell’Europa. Il tempo delle chiacchiere è finito: abbiamo già dimostrato che volere è potere, anche se aver abbattuto il numero di tragedie in mare e di arrivi mi sta costando un processo dove rischio fino a 15 anni di carcere.
Lei è il Ministro delle Infrastrutture, oltre che vice Premier. Oltre al Ponte sullo Stretto cosa manca all’Italia? Quali sono gli interventi più urgenti da realizzare?
Per anni la Lega ha sostenuto che il Sud avesse bisogno di investimenti e non di assistenzialismo, anche a beneficio del Nord. Il Ponte sullo Stretto, secondo i dati di OpenEconomics, avrà un impatto sul Pil per 19,7 miliardi di euro e andrà a beneficio di tutto il territorio nazionale con la Lombardia che conterà 5,6 miliardi di euro di ricchezza generata.
Oggi stiamo recuperando anni di malgoverno e di troppi no: abbiamo 4mila cantieri aperti in tutta Italia tra opere ferroviarie e stradali Anas, abbiamo finanziato un maxi piano per le manutenzioni di strade e viadotti da quasi 2 miliardi. In Lombardia ho fortemente voluto il decreto per dare nuovo slancio alle opere olimpiche che produrranno benefici anche nella Bergamasca. In generale, il cambiamento mi pare evidente e lo dimostrano i tanti lavori, dal nuovo ingresso in autostrada a Bergamo, al nuovo casello di Dalmine, dalla Lecco-Bergamo, al collegamento con Orio. Stiamo lavorando alla sistemazione di numerosi ponti lombardi (da Lecco a San Benedetto Po), senza dimenticare la quarta corsia dinamica in funzione con ottimi risultati sulla A4 e la quinta corsia sulla Milano-Laghi.
L’autonomia è sempre stato un cavallo di battaglia della Lega, dal referendum del 2017. Oggi è realtà. Cosa risponde a chi dice che la Lega vuole dividere l’Italia?
L’Italia ha una evidente disparità che però è figlia del centralismo e non dell’autonomia. Avvicineremo le istituzioni ai cittadini, premiando gli amministratori migliori. È una battaglia storica della Lega e sono felice che se ne stia occupando un bergamasco come Calderoli.
Quali sono gli obiettivi del suo partito non solo in vista delle Europee ma anche delle Amministrative con Bergamo capofila con il candidato Pezzotta e oltre 140 comuni al voto?
È necessario fare bene, la Lega ha una solida tradizione di buongoverno a tutti i livelli ed eccellenti candidati. Tengo in particolare ai risultati nella Bergamasca, perché è una roccaforte storica della Lega. E credo che la città, dopo 10 anni di Pd, meriti nuovo slancio e nuove energie. Sono orgoglioso di come i nostri sindaci abbiano dimostrato capacità, come a Seriate o Dalmine.
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