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L'interrogazione

Termovalorizzatore Montello, Dori ai ministri di Salute e Ambiente: “Dite no al progetto”

L'onorevole bergamasco di Alleanza Verdi e Sinistra chiede estrema chiarezza sulle sorti del progetto presentato in estate alla Provincia dalla Montello Spa

Montello.  “Il Ministro della Salute e il Ministro dell’Ambiente interloquiscano immediatamente con la Regione Lombardia e con la Provincia di Bergamo per impedire la realizzazione di un ulteriore inceneritore per rifiuti nel territorio lombardo, che comporterebbe un rischio ulteriore per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Questa è la richiesta che ho rivolto al Governo attraverso un’interrogazione parlamentare. Richiesta che giunge anche da alcuni amministratori locali e da tantissimi cittadini”.

È un messaggio allarmante e perentorio quello che, tramite apposita interrogazione parlamentare, l’onorevole bergamasco di Alleanza Verdi e Sinistra ha recapitato al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo estrema chiarezza sul progetto del termovalorizzatore presentato dalla Montello Spa. 

La scorsa estate, infatti, la società del patron Roberto Sancinelli aveva inoltrato alla Provincia di Bergamo la richiesta di modifica “dell’esistente installazione sita in Via Fabio Filzi 5 (la sua sede ndr) consistente nella costruzione ed esercizio di un impianto per la produzione di energia elettrica e termica per autoconsumo della installazione che utilizzerà come combustibile i residui decadenti dagli impianti di recupero e riciclo dei rifiuti trattati nello stabilimento”.

Il progetto presentato consiste, in sintesi, nella costruzione di un impianto di termovalorizzazione con potenza termica massima di 154 MW composto da una fossa di ricevimento e stoccaggio dei residui provenienti dalle piattaforme di recupero rifiuti, due linee di combustione, due linee di trattamento fumi, una linea di combustione di back-up costituita da forna a griglia e caldaia di recupero, un’area chiusa di stoccaggio delle ceneri pesanti decadenti dalla combustione, una sezione di recupero energetico (elettrico e termico), un sistema di invio aria esausta dai biotunnel alla camera di combustione, due capannoni funzionali all’impianto, servizi ausiliari (impianto di produzione di acqua demineralizzata, cabina elettrica AT e linea AT di connessione alla cabina elettrica principale, impianto aria compressa, officina manutenzione, magazzino di ricambi, impianto antincendio e di emergenza, ecc), uffici e locali di servizio (spogliatoi, bagni, sala mensa).

“Non è accettabile – continua Dori – che in provincia di Bergamo si progetti un nuovo inceneritore. Ci troviamo nel cuore della Lombardia, la regione europea con la peggiore qualità dell’aria. E, in controtendenza, si progettano nuovi inceneritori. In Lombardia abbiamo già 13 inceneritori con una gran fame di rifiuti. Regione Lombardia lo dica chiaramente se vuole trasformare sempre più – già lo è – la Lombardia nella discarica d’Italia, dove chiunque può venire a bruciare i propri rifiuti. Io invece mi aspetto che la politica rispedisca la richiesta al mittente.

Se la Montello non brucerà più i propri rifiuti nell’inceneritore di Dalmine, bruciandoli direttamente a Montello, è verosimile che l’inceneritore di Dalmine avrà necessità di importare altri rifiuti in sostituzione di quelli della Montello, quasi certamente provenienti da fuori provincia e fuori Regione.

E poi chi ci assicura che in futuro l’inceneritore di Montello non si accontenterà di bruciare soltanto i propri rifiuti? Una volta realizzato, l’inceneritore potrebbe aver fame di altri rifiuti.

La politica allora è ancora in tempo per fermare questo progetto. Non pretendo che sia la Montello Spa a rinunciare alla richiesta avanzata: nella sua libertà di impresa fa una legittima valutazione di profitto. Ma lo chiedo alla politica che, invece, ha il dovere di bilanciare la libertà di impresa e il diritto alla salute e a un ambiente salubre. La salute deve essere il parametro di riferimento per questa valutazione”, afferma Dori.

E aggiunge: “C’è poi la questione dei costi per la realizzazione del nuovo inceneritore di Montello: pare che il costo totale si aggiri attorno ai 300 milioni di euro, a fronte di un risparmio annuo per la Montello di 15/20 milioni di euro. Questo significherebbe che la Montello rientrerebbe dei costi in dopo almeno 15 anni di attività, senza considerare l’invecchiamento dell’impianto e i costi di gestione e manutenzione. Non vorrei quindi che Regione Lombardia pensasse, come già ha fatto con altri progetti come la Treviglio/Dalmine, di mettere sul piatto un contributo di fondi pubblici pur di rendere finanziariamente sostenibile il progetto. A questo punto i cittadini sarebbero doppiamente beffati”.

“Sono poi al corrente dei notevoli disagi olfattivi che i cittadini lamentano da molto tempo – conclude Dori -. Da quanto ho appreso è stato da poco installato un nuovo biofiltro. A oggi la situazione non pare particolarmente migliorata, ma certamente saranno necessarie alcune settimane per testare effettivamente il nuovo metodo. Una cosa è certa: se il nuovo biofiltro non dovesse essere sufficiente ad eliminare il problema, sarà necessario utilizzare filtri più costosi, come quelli ai carboni attivi, perché i cittadini hanno il diritto di respirare un’aria inodore”.

 

 

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