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Bergamo

Il concerto del Conservatorio al Donizetti è la prova che talento e maturità possono coesistere

L’evento è inserito all’interno di “Tono”, il primo festival del Politecnico delle Arti

Bergamo. Si è concluso con un caloroso abbraccio tra il giovane pianista Daniele Martinelli, vincitore della XVI edizione del Premio Nazionale delle Arti e del Premio «Lombardia è Musica», e il Maestro Roberto Frattini, direttore dell’Orchestra del Conservatorio in occasione del concerto di inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024. Un gesto spontaneo e sincero, il finale perfetto per una performance che ha lasciato tutti senza parole. Martinelli ha dimostrato di avere, oltre al talento e alla naturale freschezza di spirito, una capacità interpretativa ed esecutiva mirabili. Una sensibilità artistica che va ben oltre la tecnica, già assodata. Nel “suo” Chopin (Concerto n.2 in Fa minore per pianoforte e orchestra, op. 21) ci sono le più profonde sfumature dell’animo umano: delicatezza, passione, entusiasmo per la vita e per ogni forma di bellezza.

Hanno superato prove di altissimo livello anche gli altri solisti della serata. Il fagottista Andrea Baiocco, vincitore del Premio Nazionale delle Arti, è già un professionista: articolazione e intonazione perfette, suono limpido come un cielo senza nuvole. Baiocco ha eseguito il concerto per fagotto e orchestra attribuito a Gioacchino Rossini esaltandone le più preziose virtù compositive e rispettando la brillantezza ritmica della scrittura. Parole di elogio meritano anche la flautista Alessia Scilipoti e il trombonista Francesco Maffei, che hanno proposto rispettivamente composizioni di Wolfgang Amadeus Mozart (Rondò in Re Maggiore per flauto e orchestra) e Leopold Mozart (Concerto per trombone alto e orchestra). I quattro “diamanti”, allievi del Conservatorio, hanno dato prova di saper dialogare con l’orchestra preparata dai maestri Pierantonio Cazzulani (archi) e Marco Ambrosini (fiati).

“Per questa occasione abbiamo scelto un programma interessante e di rara esecuzione – ha commentato Daniela Giordano, pianista e direttrice del Politecnico della Arti –. Rappresenta il manifesto del nostro istituto, creato per accostare arti e linguaggi differenti. Passiamo dalla grande leggerezza, vivacità e brio mozartiani, all’ironia di Leopold, padre di Wolfgang, fino all’anima e alla fantasia di Chopin”. Il concerto al Teatro Donizetti è stato sicuramente tra gli eventi più attesi di “Tono”, il primo festival del Politecnico delle Arti di Bergamo, il polo di Alta Formazione Artistica e Musicale, unico in Italia, nato nel 2023 con Decreto del Ministero dell’università e della ricerca, che unisce il Conservatorio Gaetano Donizetti e l’Accademia delle Belle Arti Giacomo Carrara. “Tono festival nasce da un’idea mia e di Francesco Pedrini, vicedirettore del Politecnico, ed è il simbolo della fusione tra le due scuole. Spiega cosa vogliamo essere: un luogo di relazioni”, aggiunge Giordano.

Una partnership rivoluzionaria che vuole esplorare e sviluppare nuove forme di insegnamento, includendo linguaggi diversi per valorizzare i percorsi educativi. In altre parole, l’intento è dare una nuova possibilità a ragazzi e ragazze, fare in modo che siano non solo artisti o musicisti, ma esperti di cultura a 360°.Un obiettivo sfidante che vede Bergamo capofila di un cambiamento epocale. “L’Italia ci guarda”, ha sottolineato Alessandra Gallone, delegata AFAM del Ministero Università e Ricerca e per questo è importante “dare visibilità ai giovani”, come precisato da Nadia Ghisalberti, assessora alla Cultura del Comune di Bergamo. Il vicedirettore Francesco Pedrini ha colto l’occasione per salutare il nuovo presidente Giorgio Berta e per lanciare un messaggio a tutti gli studenti: “Ciò che fate è concreto, un servizio essenziale per il benessere della società in cui avrete un ruolo come professionisti”. “Questo incarico mi fa tremare, mi porta a stare a contatto con ragazzi giovani. A loro mi permetto di non avere paura del futuro, devono affrontarlo con la massima serenità inseguendo un sogno che si realizzerà”, ha concluso Giorgio Berta, neopresidente del Politecnico delle Arti di Bergamo.

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