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La gerla dei semi di betulla

Favole per fanciulli di ogni età

La Strega Amelie ai tempi della crisi

Non avendo alternative, furono costretti a “riaccendere” le loro bacchette e ad immergersi nuovamente nel mondo delle arti magiche

Amelie aveva per secoli trasformato principi in rospi e principesse in alberi. E viceversa.

Volando con la sua scopa su mari e monti, insensibile alle nuvole e ai venti, aveva incantato e spaventato grandi e piccini indistintamente, guadagnandosi una reputazione di grande malvagità e potere.
I capelli lunghi grigi, sciolti dal vento e nel vento, le gambe sottili e muscolose, il naso greco e la bocca color rosso sangue, Amelie si imponeva soprattutto con il suo sguardo, che sapeva di tempeste siderali.

Si bastava, faceva della sua malvagità terreno fertile e autonomo per affrontare la vita senza bisogno di nessuno.
Ma la sua solitudine, causata dalla sua stessa aura spaventosa, era divenuta una prigione dorata, finché un giorno non incontrò il Mago Belmont.
Lui aveva 543 anni, solo un secolo in più della Strega, ed era ancora decisamente un bell’uomo: lunghi capelli neri, mani affusolate e forti, gambe slanciate, virilità immutabile e sguardo birichino; da tempo aveva smesso di esercitare le sue doti magiche, scegliendo di fare la guida turistica per i bambini che visitavano il famoso Bosco Incantato.
Si erano conosciuti ad un raduno di vampiri e da allora non si erano più separati.

Un giorno, era primavera avanzata, Belmont assaggiò una tradizionale pozione magica di Amelie, con ingrediente rigorosamente a chilometro zero, trovandola deliziosa.
Fu così che i due decisero di aprire una trattoria, mettendo a frutto le ancestrali abilità culinarie della Strega.
I piatti più famosi erano la zuppa di coda di lucertola, lo spezzatino di pipistrello, la mousse di unghie di cinghiale, i pomodori ripieni di bava di ramarro, lo stufato di tarantola, la vellutata di erba diavolina. Ad accompagnare queste pietanze veniva servito un delizioso estratto di cicuta e zenzero.
I bambini visitavano il Bosco Incantato guidati dall’entusiasmo di Belmont e all’uscita si abbandonavano con piacere alle leccornie di Amelie; servendoli in groppa alla scopa, planando sopra lunghe tavolate di legno, indugiava spesso in paurosi racconti che davano ai bimbi dei brividi incredibili.

La popolarità del locale crebbe rapidamente, attirando l’attenzione di tutti; Tripadvisor dovette cancellarlo dalla piattaforma perché l’algoritmo delle recensioni era impazzito.
Amelie e Belmont erano felici; reinvestivano tutti i margini proveniente dalla trattoria nella manutenzione del Bosco Incantato.
Di notte, poi, facevano l’amore sul loro albero preferito.

La natura però è crudele e matrigna e soprattutto sovvertitrice di com’era un attimo prima: una notte di metà ottobre infatti un grande incendio bruciò completamente il Bosco Incantato: in pochi minuti da incantevole meta turistica si trasformò in un immenso desolato deserto.
Sulla strada, una volta animata dal vociare allegro dei bambini che affollavano i pullman turistici, ora cresceva l’erba.

La trattoria chiuse i battenti, le sue porte rimasero serrate, e le finestre sbarrate, mentre il silenzio dell’abbandono avvolgeva l’aria che una volta profumava di incantesimi, risate e delizie culinarie.
Il Mago e la Strega si ritrovarono improvvisamente senza lavoro, e per alcune settimane passarono il tempo a contemplare la desolazione che li circondava. La scopa magica di Amelie, per lungo tempo, rimase appoggiata immobile ad una grande sequoia, come simbolo silenzioso del loro passato glorioso, ora ridotto in cenere.
Non avendo alternative, furono costretti a “riaccendere” le loro bacchette e ad immergersi nuovamente nel mondo delle arti magiche.

Oggi, li si può vedere entrambi seduti all’interno di piccoli gazebi posizionati nei parcheggi dei centri commerciali, offrendo i loro servizi magici a coloro che sono stati colpiti dalla crisi economica.
Con abilità e destrezza, cancellano multe stradali, indovinano le schedine del Totocalcio, moltiplicano assegni e carte di credito, modificano i buoni sconto dell’Esselunga, taroccano i Gratta e Vinci e ritoccano magicamente le cartelle esattoriali, facendo sparire bollette della luce e altri debiti finanziari come per incanto.

La gente per questo li ama, per la loro magica generosità.
E loro si amano sempre di più.
Nelle sere d’estate Amelie porta Belmont a fare dei voli incantevoli sulla sua scopa. Dall’alto, quando ci si vuole bene, anche i capannoni industriali sembrano bellissimi.
Abbracciati, lassù, sembrano aironi senza tempo…

Generico settembre 2023

* Franco Coda – www.francocoda.it – è nato a Voghera tra le colline dell’Oltrepò Pavese e vive oggi sulle colline bergamasche della Val Cavallina. Dopo essersi laureato in Chimica, aver fatto per tanti anni il DJ in radio private e aver dovuto abbandonare, suo malgrado, il basket, ha lavorato in ruoli manageriali per varie aziende industriali, viaggiando nel mondo. Al momento è presidente di una storica società bergamasca che opera nel mondo delle Risorse Umane – www.sirium.it, oltre che di una importante Organizzazione di Volontariato che prende il nome dal suo adorato figlio Leonardo – www.arcadileonardo.org.

Le sue altre passioni sono l’Inter, la montagna, la lettura, i vini, i libri, il jazz, Barcellona, la carbonara. E soprattutto le contaminazioni tra Scienza ed Arte, grazie anche al suo maestro ed amico Primo Levi. L’amore per la scrittura è sempre stato totale: ha pubblicato ad oggi 5 libri ed è autore inoltre di una nota e diffusa guida gastronomica on line, la mitica “Codelin”, che compete con la meno importante guida gastronomica francese.

Generico settembre 2023
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