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Discorsi al caminetto

Rocchetti: “Dolorosissimo lasciare Molte Fedi, ma necessario per non legare il progetto alla storia personale”

Dopo mille sere sul palco della manifestazione, il presidente provinciale delle Acli di Bergamo passa il testimone ad una nuova generazione ‘di grande qualità ’, che sa unire ‘visione e competenza’: "Il futuro lo scriverà chi ci sarà"

C’è un tempo per ‘mettere al mondo’ e un tempo per ‘lasciare andare’. Per essere – davvero – generativi occorre avere il coraggio di porre nelle mani dei più giovani quel ‘seme di futuro’ che, se sarà una rosa, fiorirà. Daniele Rocchetti, presidente delle ACLI provinciali di Bergamo e deus ex machina di Molte Fedi Sotto lo Stesso Cielo – la rassegna culturale nata da una sua intuizione quindici anni or sono e che ha fatto dell’incontro-confronto tra la città e intellettuali di primo piano sui temi dell’attualità la cifra del suo successo – sta concludendo il suo duplice, lungo impegno.

In una chiacchierata a tutto tondo, Rocchetti racconta il ‘per chi’ e il ‘per cosa’ del suo impegno sociale e culturale, dentro una comunità, quella delle ACLI di Bergamo, che ha guidato verso il cambiamento e di cui si appresta ad affidare il timone ad una nuova generazione ‘di grande qualità ’, che sa unire ‘visione e competenza’ ed è capace di ‘stare sulle cose con rigore’.

Dal ruolo dei laici cattolici nella Chiesa alla cultura che deve resistere alla seduzione del mercato dell’intrattenimento passando dalla necessità di costruire spazi di ‘buona vita’ nella città di tutti.

Con l’augurio finale ai candidati sindaci di Bergamo: ‘siate inclusivi e capaci di fare della città un laboratorio di convivialità delle differenze’.

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