• Abbonati
L'intervista

‘Riflessi’, la prima mostra di Francesco Scura: “Anche l’arte digitale ha un impatto reale”

Bergamasco classe 1998, è tra gli artisti phygital più influenti del panorama nazionale

Francesco Scura, bergamasco classe 1998, è tra gli artisti phygital più influenti del panorama nazionale. Inizia a sperimentare digitalmente dall’età di dodici anni e ad oggi ha reso i software di progettazione un’estensione della propria immaginazione. La sua ricerca si incentra sul rapporto tra realtà e finzione, mettendo in scena un immaginario surreale che fluisce da una dimensione realistica a una dimensione fantastica. Vanta numerose collaborazioni nell’ambito artistico, tra queste con lo scultore Stefano Bombardieri e il rapper Nitro. Dal 18 gennaio al 2 febbraio 2024 la Fabbrica del Vapore (Alveare Culturale) ospita RIFLESSI, la sua prima mostra personale. L’esposizione, a cura di Alisia Viola, è stata organizzata da TV Management.

Criptoarte e NFT. Per chi non le conoscesse, riesci a spiegarci brevemente di cosa si trattano e come funzionano?

Partirei dicendo che l’arte NFT è solo una branca della Crypto Art. Quest’ultima è un vero e proprio movimento di cui si inizia a parlare verso la fine del 2010, quando la tecnologia Blockchain ha compiuto il suo primo anno di vita. La tecnologia NFT è stata la spinta in più che mi ha convinto a inserirmi seriamente nel mondo dell’arte; questo perché mi ha permesso di poter dare un certificato di unicità ad una creazione che esiste solamente in digitale, e mi ha mostrato che anche l’arte digitale ha un impatto reale. Ci sono diversi artisti digitali che non sentono la necessità di definirsi crypto artisti o artisti NFT. Per quanto mi riguarda, sento di essere solo un’artista che utilizza gli strumenti a sua disposizione per creare e ispirare le persone che mi sono vicine.

Da dove nasce l’esigenza di fare arte e come ti sei avvicinato al mondo digitale?

Nasco da una famiglia di creativi: mia mamma mi ha tramandato la passione per l’arte, visto che lei è stata un’insegnante di questa disciplina. Da piccolo impugnavo pastelli e coloravo tutto ciò che avevo attorno, poi ho iniziato anche a disegnare e ad undici anni ho unito questa attività a quella digitale: avevo infatti anche sviluppato una certa curiosità nei confronti del mondo del gaming, e in qualche modo, sentivo che le due cose potevano essere compatibili.

Quando disegni, segui un processo creativo preciso o ti lasci più facilmente ispirare?

Dunque, ammetto di essere una persona con un’ immaginazione molto vivida; del resto ero un bimbo timido, e credo che questa qualità (che ho ancora oggi) mi abbia dato una notevole spinta a livello creativo. Spesso parto da un’idea o da una situazione che mi colpisce, poi provo a visualizzarla creativamente nella mia testa e infine la trasformo attraverso i software di progettazione. A volte porto il risultato digitale nel mondo fisico attraverso metodi di stampa (che sia 3d o 2d è uguale), ma non sempre.

Dal 18 gennaio al 2 febbraio 2024 la Fabbrica del Vapore (Alveare Culturale) ospita RIFLESSI, la tua prima mostra personale. Perché la scelta di portare un tema così complesso?

E’ una mossa che indaga il concetto di riflesso come un una visione che interroga il mondo, attraverso la figura geometrica del prisma con l’utilizzo di uno stile surreale, direi quasi magico.
Il riflesso è un tema che viene proposto dal periodo storico del Rinascimento, e trovo affascinante come si sia evoluto questo concetto nei giorni nostri, come a rappresentare una realtà altra.

Il prisma, come hai accennato prima, è un elemento ricorrente nelle tue opere.

Sì, i cristalli sono elementi che mi attirano molto, mi piace pensare che questo simbolo rappresenti la bellezza vissuta in tutte le sue sfumature e nella forma più pura che esista. Come artista, voglio che le mie opere ispirino ed evochino quella potente sensazione che la bellezza in una delle sue forme può portare a una persona.

Pensi che mostre di questo tipo possano essere i primi passi verso un’unione tra arte “tradizionale” e digitalizzata?

Sicuramente sì, ma non saprei dirti se ci sarà mai un’unione effettiva. L’arte “tradizionale” ha una radice talmente lontana e profonda; e quella digitale è così nuova… Se succederà, ci vorrà sicuramente molto tempo. Però, ti dirò: durante la mostra ho notato che i visitatori hanno apprezzato il tentativo, e ho ricevuto bellissimi feedback da persone molto più grandi di me: mi hanno donato tanta voglia di comunicare attraverso la mia arte, quasi più di quanta ne avessi prima.

 

Francesco Scura
Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI