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L'intervento

Fondo Nazionale per la Non autosufficienza e l’impatto sulle persone con disabilità, famiglie e caregivers

Pubblichiamo una lettera del Coordinamento Bergamasco Inclusione A.P.S che spiega l'impatto che avrà il Fondo Nazionale per la non autosufficienza

Riceviamo e pubblichiamo una lettera del Coordinamento Bergamasco Inclusione A.P.S che spiega l’impatto che avrà il Fondo Nazionale per la non autosufficienza.

Il CBI: Coordinamento Bergamasco Inclusione A.P.S. è una rete associativa impegnata da circa 19 anni nella provincia di Bergamo in rappresentanza di 31 associazioni che operano sui territori a sostegno delle persone con disabilità e dei loro familiari oltre che mantenere un costante contatto con i rappresentanti dei familiari dei 23 Centri Diurni Disabili diffusi nei 14 ambiti territoriali.
Facciamo inoltre parte di Ledha Lombardia e del Gruppo Sociale Provinciale (rete informale composta da Confcooperative Bg, Enti Gestori dei servizi per le disabilità, OO.SS.: CGIL-CISL-UIL, Fondazione Angelo Custode).

Questo appello desidera aggiungersi a quelli già espressi da numerose altre associazioni di familiari ed Enti del Terzo Settore di livello regionale e nazionale, ci uniamo a loro pensando ai preziosissimi caregiver e familiari che quotidianamente si prendono cura delle persone con disabilità grave e gravissima.
Siamo noi stessi genitori, familiari, caregivers e per questo vogliamo anche noi dare voce e consistenza delle forti preoccupazioni riguardo a quanto previsto nel programma operativo regionale sul Fondo per la Non Autosufficienza (Dgr. 1669 del 28.12.2023) in attuazione del PNNA (Piano Nazionale per la Non Autosufficienza) che entrerà in vigore dal 1° giugno 2024, operando un pesante taglio dei contributi economici erogati a sostegno dell’impegno dei caregiver familiari e dei progetti individualizzati: circa 17mila beneficiari totali, di cui 7mila persone con disabilità gravissima (misura B1) e 10mila persone non autosufficienti gravi (misura B2).

Il taglio delle risorse applicato da Regione Lombardia si ripercuoterà inevitabilmente sulla qualità di vita delle persone con disabilità e dei loro caregiver perché se da una parte si auspica l’implementazione di servizi aggiuntivi erogati in forma diretta (ben conoscendo la difficoltà di Comuni ed Ambiti a sostenere i servizi esistenti con le insufficienti risorse disponibili e soprattutto nella realistica impossibilità di progettarne e attivarne altri in pochi mesi anche a causa della scarsità di personale in possesso delle qualifiche adeguate; a tal proposito 9 assessori alle Politiche Sociali e Welfare di altrettanti capoluoghi di provincia di regione Lombardia hanno già espresso preoccupazioni e pensieri pienamente condivisibili) dall’altra si delegittima la possibilità di scelta, delle persone con disabilità e dei loro caregiver, di poter proseguire nella gestione in forma indiretta di progettualità, interventi e sostegni individualizzati riducendo drasticamente le risorse ai caregivers e alle famiglie che già si fanno carico di ulteriori costi per garantire dignità e qualità di vita ai propri cari.
Precisiamo che il CBI ritiene indispensabile l’esistenza di una filiera dei servizi diffusa e diversificata rivolta alle persone con disabilità e per questo motivo insieme ad una rete di soggetti, espressione delle Istituzioni della provincia di Bergamo (ATS, Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci e Ambiti, Confcooperative, Enti Gestori dei Servizi Pubblici e Privati, Organizzazioni Sindacali CGIL-CISL-UIL) ha presentato nei mesi di giugno e luglio 2022 rispettivamente agli assessorati “Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità” (Assessore Alessandra Locatelli, ora Ministro alle disabilità:) e “Welfare” (Assessore Letizia Moratti, ora Assessore Guido Bertolaso), il Progetto “Innovare i Servizi per le disabilità” per chiedere l’approvazione per l’avvio di una sperimentazione su 10 Centri Diurni Disabili in un’ottica di maggiore flessibilità fondata su progetti individualizzati e partecipati di 40 persone (4 per ogni CDD).

Purtroppo, questa auspicata sperimentazione, dopo aver raccolto il plauso e le migliori intenzioni da parte di entrambe gli ex Assessori, a causa del cambio di ruoli istituzionali è stata demandata al Tavolo Inter-direzionale “Rete d’offerta territoriale Area Disabilità” ma non è stata più attenzionata.
In conclusione, chiediamo:
– al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali: Marina Elvira Calderone,
– all’Assessore al Welfare R.L.: Guido Bertolaso,
– all’Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità R.L.: Elena Lucchini,

la ricomposizione dei fondi assegnati per l’anno 2024 (misure B1 e B2) mantenendo inalterato il contributo economico garantito nel 2023 anche nei prossimi anni e contemporaneamente promuovere, attraverso gli Ambiti Territoriali e i Comuni, l’implementazione di “nuovi servizi” diurni e residenziali con caratteristiche di innovazione e flessibilità, in grado di rispondere esaurientemente ai progetti individualizzati e partecipati delle persone con disabilità, abbattere le liste di attesa a causa di saturazione dei servizi attualmente accreditati, riconoscendo dove esistenti le buone prassi diffuse da sperimentazioni di carattere territoriale.

Certi della vostra gentile attenzione al nostro appello, riponiamo la nostra fiducia in una vostra risposta che tenga in considerazione le motivazioni delle persone con disabilità, dei loro familiari e caregivers.

Cordiali saluti
Coordinamento Bergamasco per l’Inclusione A.P.S.

Il Presidente Carlo Boisio e il consiglio direttivo: Alborghetti Nadia, Boisio Carlo, Bosio Adriano, Burini Claudio, Cicolari Francesca, Poli Loredana, Tresoldi Gabriella, Tribbia Cristiana

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