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L'intervento

Perché Hamas non accetterà mai il cessate il fuoco tra Israele e Palestina

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Oliviero Godi in merito alla guerra tra Israele e Palestina

Ormai siamo al delirio di massa. Varie associazioni benpensanti, sindaci ed assessori di comuni in via di rielezione ed enti vari chiedono un cessate il fuoco bilaterale tra Israele ed Hamas. Faccio fatica a pensare che tutta questa gente non arrivi a capire che un cessate il fuoco duraturo, una pace stabile, si possa intavolare solo tra due nazioni reali, come tra Ucraina e Russia, tra India e Pakistan. Israele può accettare una tregua e un processo di pace. Hamas no. Hamas vive (e guadagna tantissimo) dal mantenere uno stato di guerra con Israele. Sa benissimo che non lo eliminerà mai. Ma finché gli fa la guerra con atti terroristici non solo giustificherà il continuo distogliere i miliardi di fondi umanitari che arrivano a Gaza per fini militari e personali (i dirigenti di Hamas, che vivono a Doha in Qatar, hanno ciascuno miliardi di dollari) ma giustifica la propria esistenza. Fatta la pace non servirebbero più a nulla. (Stessa cosa per gli Hezbollah in Libano).

Quindi qualsiasi cessate il fuoco per Hamas sarà soltanto l’occasione per riarmarsi, riorganizzarsi, in attesa del prossimo attacco. Indifferentemente dal comportamento di Israele e questo è fondamentale per capire l’accanimento di Israele per eliminarli.

È infatti contro questo ripetersi del terrorismo che adesso Israele sta combattendo. Inoltre l’Iran sovvenziona Hamas per distogliere l’attenzione di Israele dal proprio programma nucleare e il Qatar sovvenziona Hamas probabilmente per questioni geopolitiche legate al mondo arabo.

Dice bene Lia Levi: ci invitate a parlare dell’Olocausto, ci chiedete perché non ci siamo difesi, ed ora che lo facciamo ci accusate di genocidio.

Il genocidio esiste quando c’è una esplicita volontà di uccidere persone inermi ed innocenti.

Quando Israele decide di bombardare un edificio, in cui hanno verificato che ci sia un nucleo operativo di Hamas, prima lancia dei volantini dove spiegano cosa stanno per fare, poi chiamano al telefono i residenti, poi mandano due missili senza carica che colpiscono l’edificio senza fare danni (si chiama la tecnica del Toc Toc, cioè di bussare) e poi mandano la bomba vera. Questa procedura deve essere vistata da un avvocato, per ogni edificio colpito. Quando un pilota che sta per colpire dei terroristi si accorge o viene avvisato che ci sono bambini nell’area, l’attacco viene cancellato.

(Vedete per esempio questo filmato https://nypost.com/2021/05/18/israeli-video-shows-mission-being-scrubbed-after-kids-were-seen/)

Se un soldato israeliano spara su un civile inerme viene subito processato. A Dicembre dei soldati israeliani in una moschea in Cisgiordania, dopo aver scoperto un tunnel dentro la moschea che portava ad un gruppo di terroristi, hanno usato gli altoparlanti della moschea stessa per cantare canzoni di Hannukkah (la festa delle candele che era in quei giorni). Tutti i soldati sono stati deferiti e allontanati dall’esercito, ufficiali inclusi.

Tutti dicono che Israele abbia il diritto di difendersi. Chi lo critica oggi ha un consiglio su come farlo in maniera efficace ed indolore? Non hanno idea (i critici) fino a che punto l’esercito israeliano arrivi per evitare di colpire i civili. Ma se Hamas li usa come scudi, li obbliga a restare nelle zone di guerra perché ogni morto civile è propaganda per loro (ci sono filmati dove si vedono camion di traverso nelle strade per evitare che la popolazione sfolli verso aree sicure), diventa difficilissimo se non impossibile purtroppo colpire i terroristi senza morti collaterali. Un dirigente di Hamas, intervistato riguardo al numero di morti civili palestinesi, ha affermato che per loro non è un problema, ogni mese le donne a Gaza partoriscono 5.000 bambini e quindi si riequilibrano velocemente i conti… Israele al contrario ha evacuato tutta la popolazione vicino a Gaza e al Libano proprio per evitare anche un solo morto civile. Chi non conosce la società israeliana (e credo quasi tutti quelli che la criticano) non sa che il singolo soldato, il singolo individuo conta. La massa di ostaggi in mano ad Hamas è fonte di strazio quotidiano di tutta la popolazione, non solo dei parenti. Quando muore un soldato, che sia il figlio di un ministro (come è successo) o il più umile tra la popolazione, il funerale è sempre trasmesso in diretta televisiva e ripreso dai telegiornali serali, e la vita del soldato narrata attraverso interviste ai famigliari e amici, sempre. Nessuno escluso. Questo dovrebbe far capire il valore della vita umana per gli israeliani e di riflesso il valore della vita di tutti.

Si chiede ad Israele di smettere di attaccare per eliminare Hamas e poter vivere tranquilli. Israele ha abbandonato Gaza nel 2005, augurandosi che potesse divenire la Singapore del Medio Oriente. Da allora, con un colpo di stato, c’è al potere Hamas, che insegna dalle scuole elementari che uccidere un israeliano è una bella cosa, che insegna ai bambini di 6 anni ad usare un fucile di plastica e a 10 anni un fucile vero.
Forse qualcuno di quelli che attaccano a parole Israele hanno sentito l’audio del terrorista di Hamas che chiama la mamma al telefono e dice che ha ucciso 10 israeliani e la mamma risponde bravo figlio sono orgogliosa di te.

La gente nel mondo accusa Israele di tenere confinati a Gaza la popolazione. Quando Hamas non attacca ci sono migliaia di palestinesi di Gaza che entrano in Israele per lavorare con regolari permessi di lavoro. Hamas addestra i propri combattenti in Indonesia, Malesia, Iran e Siria.
I missili anticarro che Hamas usa sono di produzione iraniana, le armi arrivano anche dalla Corea del Nord. È più un colabrodo che una frontiera chiusa…

Conosco e lavoro con israeliani dal 1998. Non ho mai sentito una sola volta un israeliano dire che bisogna uccidere i palestinesi o gli arabi in generale. Mai. Molti dei miei amici, dei miei ex studenti israeliani del Politecnico di Milano stanno combattendo a Gaza. Sono padri di famiglia, con figli, un lavoro. Nessuno di loro è contento di andare a combattere, a farsi uccidere o a uccidere, ma lo fanno perché si rendono conto che il 7 Ottobre è stato il loro Olocausto. Bambini decapitati, neonati messi vivi nel forno delle cucine, donne incinte violentate, squartate per togliere il feto e uccisi tutti, figli violentati davanti ai genitori e poi tutti bruciati vivi. Questo è stato il 7 ottobre.

Se volete vedere una testimonianza, per fortuna editata, di queste atrocità potete guardare questa pagina https://saturday-october-seven.com/

Chi chiede di cessare le ostilità a occhi chiusi finge di non saperlo.

O insiste che la popolazione palestinese non ha colpe. Sì, sono convinto che una parte della popolazione non abbia parte in questa tragedia.
Ma gli ostaggi rilasciati dicono che spesso erano prigionieri in case di gente normale, addirittura di un dottore della Unwra, l’agenzia delle nazioni unite per i rifugiati di guerra. Tre ostaggi erano riusciti a scappare ma la popolazione civile palestinese li ha presi e riconsegnati ad Hamas. La commistione tra Hamas e la popolazione è profonda, difficile da sradicare ed in questo momento rende difficilissimo evitare di colpire civili quando si attacca Hamas, che ha i proprio comandi e depositi sotto scuole, ospedali, centri pubblici.
I miei amici che combattono a Gaza mi dicono che Hamas manda donne e bambini a vedere dove sono i soldati israeliani per poi inviare cecchini e terroristi con missili e granate.
A Gaza ci sono ancora campi profughi dagli anni ’80. Nessuno si chiede come mai? Io li chiamo i presepi di Hamas. Da far vedere, da usare per chiedere soldi alle Nazioni Unite e a quella UNWRA che in realtà è fatta spesso di gente locale, che prendono uno stipendio enorme rispetto ai loro conterranei, e che mai vorrebbero vedere chiusi questi campi profughi, ponendo fine a questa cuccagna.
Nessuno di quelli che criticano Israele si chiede quanto siano costati i tunnel sotterranei di Hamas? Decine se non centinaia di chilometri di tunnel attrezzati e rinforzati, una rete sotterranea paragonabile probabilmente alle metropolitane di Parigi, Londra e New York.
Con quei soldi potevano costruire case decenti e infrastrutture pubbliche non solo per quelli dei campi profughi ma per tutta Gaza…
Un sistema sotterraneo costruito nel corso di decenni, legato ad un piano di lungo termine che dimostra come il terrorismo sia il loro unico scopo d’essere.

Chi critica sa che Hamas e l’Autorità Palestinese sono da anni in cima alla lista dei regimi più corrotti al mondo? I soldi non arrivano mai alla popolazione o per usi pubblici. Conosco un consigliere di Abu Mazen, che mi disse una volta che non avevano i soldi nemmeno per comprare dei PC, tutti i fondi sparivano nelle tasche dei vari dirigenti…

Associazione Italia-Israele Bergamo:

Sono profondamente demoralizzato dalla situazione, dall’antisemitismo crescente, dall’odio feroce verso Israele. L’ignoranza nel mondo fomenta questo odio, molta gente intervistata non sa nemmeno la geografia e tanto meno la storia del luogo, accusa Israele di occupazione dimenticando che quella terra è stata per secoli sotto il dominio ottomano (turco per intendersi) e mai organizzata in uno stato, che nel 1948 c’erano un milione di palestinesi ma anche ottocentomila ebrei già residenti (e gli ebrei avevano comprato la terra dove vivevano, mai occupato nulla prima della guerra di indipendenza del 1948) e che la maggior parte di loro venivano dall’Europa, scampati ai lager nazisti o fuggiti prima di essere internati. Facile dire oggi che Israele debba smettere di attaccare. Molte delle persone che conosco in Israele sono figli o parenti di gente scomparsa nell’Olocausto. Olandesi, tedeschi, polacchi, francesi e anche italiani. Loro hanno un detto: “Never again”, cioè mai più. E affinché sia mai più, il loro diritto di difendersi può arrivare ad una intensità che qualcuno critica, perché semplicemente non sa o finge di non sapere la tragedia e la crudeltà che quelle genti hanno vissuto. Credo che sia anche un retaggio del passato cattolico, che per secoli ha vessato gli ebrei come deicidi, nascondendo spesso ragioni economiche o politiche.

Invito a leggere i vari articoli o interventi di Mauro Perani, grande studioso di Ebraismo e professore della Università di Bologna, per capire un po’ meglio come si sia ancor oggi di fronte a questo antisemitismo così radicato.

Questo è il link ad un suo intervento: https://www.youtube.com/watch?v=N7YgPR5f9Ow.

In chiusura di questo, per me, lunghissimo scritto, vorrei parlare di speranza.

La speranza di vedere, da una tragedia come quella del 7 ottobre e dalla successiva guerra a Gaza e al nord con il Libano, che hanno portato morte e distruzione per tutti, nascere un’azione decisiva che conduca a una vera pace duratura per quelle aree. Come tutti, anche io non ho una ricetta per raggiungere questa pace. Con i terroristi al potere, purtroppo, temo sia impossibile. Ma la forza della comunità internazionale può essere utilizzata per portare al tavolo delle trattative esponenti moderati da entrambe le parti (anche Bibi Netanyahu dovrebbe andarsene insieme al suo governo di ultra-nazionalisti idioti) che garantiscano un rispetto reciproco e la volontà di vivere vicini in armonia e rispetto, se non proprio collaborazione e amore.

Per arrivare a questo, sarà necessario anche insegnare nelle scuole che si deve amare i vicini e che non è bello ucciderli. E per questo ci vorrà tempo.

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