• Abbonati

Arte

I bestiari

Eletti e superiori, reietti e spregevoli: le categorie per uomini e animali secondo il razzismo nazista

Uomini e animali non sono mai stati così vicini come negli anni del nazismo imperante. Il razzismo nazista si è costruito in un percorso dove accanto agli eletti, uomini e animali superiori, troviamo i reietti, i subumani e gli animali spregevoli da eliminare…

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare. Martin Niemöller

Il 27 gennaio 1945 i militari sovietici dell’Armata Rossa scardinarono i fili spinati del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, facendo emergere uno dei capitoli più atroci, bui e dolorosi della storia; milioni di persone persero la vita a causa di inaudite ideologie discriminatorie e totalitariste. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre. Così scrisse, nel suo romanzo d’esordio “Se questo è un uomo” lo scrittore torinese Primo Levi, deportato nel febbraio del 1944 all’interno del campo di sterminio di Auschwitz. Importante quindi è ricordare, dal latino re-cordor la cui etimologia significa riportare al cuore e farne memoria, dal greco mimnésco, madre delle Muse colei che mantiene in vita i contenuti del passato, due vocaboli straordinari e utili per mantenere viva la nostra consapevolezza affinché queste atrocità non si ripresentino in futuro.

Auschwitz non fu l’unico lager – abbreviazione di Konzentrationslager Konzentration: concentramento e Lager: campo – a segnare indelebilmente la storia della Shoah, furono circa quarantamila le strutture di concentramento istituite dal regime, all’interno delle quali vennero internati i nemici dello Stato Nazista e tutte le persone considerate non corrispondenti ai canoni imposti dal potere Nazista. In questi campi furono rinchiusi ebrei, oppositori politici, rom, sinti, testimoni di Geova, omosessuali, individui considerati asociali, persone con disabilità e prigionieri di guerra.

Sradicati dai loro affetti, sottratti dalle loro famiglie, oltre quindicimila bambini vennero invece internati in un altro campo di concentramento a Theresienstadt, nella Repubblica Ceca, uno dei tanti lager, chiamato ghetto ebraico, creati dalla brutalità nazista. Qui, il 17 dicembre 1942 venne internata con il marito anche l’artista e insegnante Friedl Dicker Brandeis, la quale divenne sin da subito un riferimento, dalla preziosa personalità, per i bambini del ghetto. Antesignana delle prime esperienze della pratica terapeutica dell’arte, condusse laboratori creativi, diede lezioni di disegno, fece riprodurre le immagini di dipinti di grandi artisti, implementò la pratica del riciclo e del riutilizzo di materiali ricercati all’interno del lager, aiutando così i bambini a esprimere le loro sofferenze, a incanalarle e a lenire solitudini e malinconie attraverso l’arte.

Questi disegni, custoditi dall’artista nel lager, vennero rinvenuti successivamente dalle truppe sovietiche e oggi esposti presso il Museo Ebraico di Praga, segni indelebili e commoventi tracciati da bambini internati come numeri e divenuti di lì a poco, cenere. Friedl Dicker Brandeis venne separata dal marito e condotta ad Auschwitz nel 1944 dove venne assassinata nelle camere a gas.

Bestiari pidocchi

Secondo lo scrittore Jan Mohnhaupt la propaganda nazista utilizzò spesso la simbologia degli animali, associando quelli ritenuti inutili agli ebrei per evidenziare e osannare la superiorità ariana, alimentando così odio e discriminazioni. Nel libro – Bestiario Nazista – la ricerca di Mohnhaupt indaga l’ideologia antisemita, dove troviamo gli animali con tanto di pedigree, da tutelare e promuovere (la razza ariana) e gli animali da sopprimere (ebrei e altre categorie ritenute inutili). Hitler amava i pastori tedeschi poiché docili ma pronti ad obbedire, è infatti il cane a essere collocato all’apice piramidale nazista del mondo animale, odiava invece i gatti, che definiva bestie ebraiche, perché a suo dire ritenuti inaffidabili, scostanti e indipendenti; ma tra gli animali del terzo reich, indagati dalla scrittore nelle documentazioni della propaganda nazista, non mancano le lodi al cavallo immagine eroica dello spirito di sacrificio e obbedienza del popolo tedesco, al maiale messo al bando dagli ebrei e quindi amato dai Nazisti, elevato a simbolo di unità della Nazione poiché preposto a sfamare la popolazione e a fornire grasso per lo sforzo bellico, al cervo simbolo di forza e virilità. Un paragrafo interessante e al tempo stesso sorprendente è invece dedicato ai pidocchi i quali venivano accostati, dai tedeschi, agli ebrei e ai russi in quanto apostrofati come parassiti, retrogradi e sporchi, mentre la patria tedesca era sinonimo di pulizia, ordine e rigore. Questi animaletti vennero descritti da Primo Levi quando scrisse che le lavandaie dei campi di concentramento erano solite raccogliere i pidocchi delle persone decedute piazzandoli sotto i colletti inamidati delle uniformi delle SS affinché venissero contagiati dal tifo e dalla febbre petecchiale.

Uomini e animali non sono mai stati così vicini come negli anni del nazismo imperante. Il razzismo nazista si è costruito in un percorso dove accanto agli eletti, uomini e animali superiori, troviamo i reietti, i subumani e gli animali spregevoli da eliminare…

Bestiari pidocchi

Giovanni Fornoni ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. All’attività di artista affianca quella di docente. Con i suoi Bestiari sovrappone o accosta la condizione umana a quella animale, indagando  simbolicamente fatti di cronaca contemporanea, mettendo in rilievo verità ataviche, antropologiche, sociali e culturali.

Immagine dell’opera: Odium – collage fotografico, frottage e inchiostro – 30×40 cm. 2024

Freepik archive, image wirestock reworked by the Artist

Bibliografia:
– Museo Ebraico di Praga
– Enciclopedia dell’Olocausto
– Bestiario Nazista, Jan Mohnhaupt Ed. Bollati Boringhieri 2020

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI