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L'incontro

Lovato al fianco dei docenti per costruire una formazione “su misura”: un patto per crescere insieme

L'azienda di Gorle ha ospitato una quarantina di insegnanti degli istituti tecnici della provincia, lasciando spunti interessanti per possibili nuove tematiche da affrontare in classe

Gorle. Un confronto proficuo, che è stato l’occasione per conoscersi ma soprattutto incontrarsi, dando vita a uno scambio di input che potrebbero innescare a stretto giro una collaborazione attiva tra l’azienda e i principali istituti tecnici superiori della provincia di Bergamo: la Lovato Electric di Gorle ha aperto le proprie porte a una quarantina di docenti nell’ambito dell’edizione 2023-2024 di “@ Scuola con i Meccatronici”, progetto del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo che mira ad avvicinare il mondo del lavoro a quello dell’istruzione.

Un modo, innanzitutto, per illustrare nel dettaglio l’attività aziendale, che da oltre 100 anni (è stata fondata nel 1922) progetta e produce componenti elettrici in bassa tensione per applicazioni industriali: un’azienda verticale, forte di oltre 20mila codici prodotto finito, che negli anni ha trasformato l’headquarter di Gorle in un vero e proprio polo tecnologico, dove trovano spazio un laboratorio prove e, dalla fine dello scorso anno, anche un modernissimo reparto automatizzato dedicato alla produzione di schede elettroniche (SMT).

Il focus è stato chiaro da subito, con il Ceo di Lovato Massimiliano Cacciavillani che ha lanciato un messaggio di sollecito e di speranza ai rappresentanti delle scuole: la maggior parte dei responsabili aziendali viene da un percorso negli istituti tecnici del territorio e, a riprova dell’alta vocazione all’innovazione, il 30% del personale è impiegato in attività di ricerca e sviluppo.

Ecco perché Caccavillani, che è anche responsabile Education del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo, ha portato avanti con convinzione il progetto di avvicinamento scuola-lavoro: “Non vogliamo in alcun modo sostituirci ai docenti, però è giusto che le aziende facciano la loro parte, stando vicine soprattutto agli istituti tecnici superiori e mostrando loro in quale direzione stanno andando il mondo e le nuove tecnologie, illustrando quali siano le nostre esigenze – aveva detto in un’intervista di pochi giorni fa a Bergamonews – . Crediamo sia un tipo di dialogo e di rapporto che vadano a beneficio di tutti, nel pieno rispetto dei ruoli. Non è più il momento delle lamentele sulla preparazione che le scuole danno ai ragazzi e sul gap che si genera con le imprese: ora vogliamo e dobbiamo essere attori protagonisti attivi del cambiamento”.

Parole che, alla prova pratica, hanno trovato pieno riscontro nell’attenzione e nella voglia di approfondire questa opportunità da parte degli insegnanti presenti che, oltre a togliersi diverse curiosità riguardo i processi aziendali, hanno sfruttato il momento anche per allacciare rapporti preziosi in ottica di possibili future collaborazioni: visite, convenzioni, stage.

Lovato a scuola con i Meccatronici

Roberto Labà, R&D Manager, ha poi fatto l’identikit delle figure professionali più ambite: programmatore, progettista hardware, masterista, prototipista, progettista firmware e software, tutti con diploma o laurea in elettronica o informatica.

Dopo l’ampia presentazione delle fasi di prova e certificazione del prodotto, illustrate da Francesco Ghislandi, ad entrare più nello specifico delle competenze è stato Ivan Caccia: in Lovato si occupa di industrializzazione dei prodotti elettronici e ha specificato come siano fondamentali quelle nel campo dell’elettronica industriale e dell’automazione industriale, soprattutto per figure come il process engineer o il test engineer, mentre ai team leader è richiesta la conoscenza dei sistemi aziendali.

Ai docenti un interessante spunto per la formazione specifica degli studenti e per modellare il proprio insegnamento l’ha fornito infine Marco Pezzotta, responsabile qualità di processo: le aziende come Lovato lavorano con standard di riferimento IPC, associazione di categoria statunitense che ha definito i requisiti di accettabilità per l’assemblaggio e produzione dei circuiti stampati, e sarebbe quindi importante poter “pescare” dal mondo scolastico studenti già preparati su questo tipo di standardizzazione.

“Ci accorgiamo che nessuno conosce IPC prima di arrivare in azienda – spiega – L’ideale sarebbe assumere persone che abbiano già ottenuto una certificazione, almeno su determinati standard come IPC-A-610 riguardo l’accettabilità degli assemblati elettronici che è sempre più richiesta dalle aziende di settore”.

 

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