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Stati generali della meccatronica

Meccatronica e intelligenza artificiale: “Nostre aziende sulla buona strada, attenzione ai rischi” video

Sono diverse le esperienze positive che provengono dal territorio, ma resistono le criticità legate soprattutto a temi sociali e culturali se non di competenza specifica vera e propria

Bergamo. Quasi nemmeno il tempo di familiarizzare con l’industria 4.0 che ecco irrompere con veemenza la quinta rivoluzione industriale, con l’intelligenza artificiale a fare da propulsore di un processo tanto nuovo quanto in rapidissima evoluzione.

Tra i settori più impattati da questa inesorabile avanzata c’è senza dubbio la meccatronica che per vocazione ha insita la propensione all’innovazione e alla trasformazione digitale: tutte tematiche che sono state al centro della seconda edizione degli Stati Generali del settore, organizzati dalla Fiera Internazionale A&T in collaborazione con Confindustria Bergamo, il consorzio per la meccatronica Intellimech, il Cluster Fabbrica Intelligente e l’Innovation District Kilometro Rosso, che si è focalizzata sui vantaggi competitivi che, se governata e gestita al meglio, può garantire l’intelligenza artificiale.

I dati oggi a disposizione sulle aziende che hanno già iniziato a implementarla portano tutti in quella direzione, eppure secondo un recente report dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia, quasi il 22% delle imprese italiane non sta utilizzando tecnologie di Intelligenza Artificiale e non prevede di farlo. Nella maggior parte dei casi (il 67%) il motivo risiede nella mancanza di un chiaro utilizzo di business, più che rischi normativi (33%), mancanza di competenze (28%) o assenza di necessità di investire in queste tecnologie (22%).

A fare gli onori di casa Giovanna Ricuperati, presidente di Confindustria Bergamo, che ha ricordato come il territorio bergamasco, unito a quello bresciano nella Piattaforma manifatturiera d’Europa, abbia numeri straordinari dal punto di vista della produzione (90 miliardi di valore prodotto, 40 miliardi di export), ma che ancora presenta qualche lacuna in termini di innovazione: “È importante mantenere lo sguardo aperto e avere un panorama aggiornato delle opportunità che si stanno presentando e che possono avere un impatto molto significativo su un territorio fortemente orientato alla manifattura avanzata come quello bergamasco. Per tutti resta in primo piano il nodo delle competenze, che sono sempre più cruciali per sfruttare tutte le possibilità offerte dalla digitalizzazione. I risvolti positivi sono sotto gli occhi di tutti, ma siamo pur sempre di fronte a una tecnologia che non conosciamo fino in fondo e che si porta dietro rischi importanti”.

Si inserisce in questo senso l’intervento regolatorio della Comunità Europea, con l’AI Act, un ampio insieme di regole che piazza una serie di paletti più o meno stringenti (soprattuto etici e morali) sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e che non ha messo d’accordo tutti i relatori presenti.

A parlare di opportunità e rischi è stato anche Roberto Vavassori, responsabile Public Affairs di Brembo chiamato a sostituire il patron Alberto Bombassei, costretto per motivi di salute a un forfait dell’ultimo minuto: “L’intelligenza artificiale è un percorso tumultuoso, non abbiamo ancora abbracciato interamente i concetti del 5.0, che al 4.0 aggiunge l’attenzione alle tematiche ESG, riportando l’uomo al centro della scena. I rischi sono tantissimi, il tema vero è come sfruttare l’intelligenza artificiale a favore dello sviluppo delle società future. Dobbiamo affrontare anche questa parte di complessità, altrimenti rischiamo di chiuderci in noi stessi, col resto del mondo che invece continua a correre senza di noi. Pensiamo alla meccatronica: oggi sembra quasi un termine del passato, fino a pochi anni fa sembrava avanzatissimo. Viviamo un’epoca di cambiamenti rapidissimi”.

Grande interesse e attenzione ha suscitato l’intervento di Stefano Paleari, ex rettore dell’Università di Bergamo, che si è focalizzato sul tema dei talenti e dei capitali, ricordando quanto evidenziato dal Fondo Monetario Internazionale, secondo cui tre posti di lavoro su 5 saranno determinati dall’intelligenza artificiale.

Dando uno sguardo al contesto, Paleari ha messo in luce le molteplici incongruenze attuali del nostro sistema, che mette ad esempio sul mercato personale qualificatissimo che poi spesso lascia l’Italia (in 94mila nel 2021, + 38% sul 2011): al tempo stesso, invece, gli studenti stranieri che studiano nel nostro Paese si fermano solo nel 15% dei casi.

“La capacità di gestire al meglio la quinta rivoluzione industriale non dipende solo da cosa fanno le industrie, ma anche dalle scelte di contesto che fa il Paese – ha spiegato Paleari – Anche non scegliere è una scelta. Se non attraiamo capitali non saremo in grado di attirare talenti e viceversa”.

stati generali della meccatronica

A seguire due tavole rotonde, focalizzate rispettivamente sulle sfide dell’intelligenza artificiale tra esigenze e opportunità per la meccatronica e sull’importanza dell’analisi dei dati come volano di business.

Diversi gli input lanciati alla platea o addirittura al governo, come nel caso di Maurizio Marchesini, alla guida dell’omonimo gruppo da oltre mezzo miliardo di fatturato e vicepresidente di Confindustria: “L’intelligenza artificiale per noi è stata il mezzo per migliorare prodotti esistenti da un lato e per fare prodotti che non saremmo mai riusciti a fare dall’altro. Come è sempre successo nella storia, l’automazione esenta l’uomo dai lavori più difficili, migliorandone la qualità della vita. Purtroppo stiamo perdendo tempo prezioso e l’effetto annuncio che il governo porta avanti dall’ottobre scorso sta bloccando tutti gli investimenti: perché un imprenditore dovrebbe farli ora se gli viene detto continuamente che tra poco avrà un’alta incentivazione?”.

Ad Agostino Piccinali, presidente dei Meccatronici bergamaschi, il compito di fare un po’ il punto della situazione sullo stato dell’arte in provincia: “Al nostro gruppo appartengono circa 500 imprese, pari a circa il 40% degli iscritti a Confindustria Bergamo. Tra queste c’è un ventaglio di imprese molto diverse tra loro per dimensione, ma constatiamo che tutte sono avviate sul percorso della digitalizzazione, quindi sulla grande acquisizione di dati che sarà poi propedeutica all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. C’è poi una grande varietà nell’uso della stessa: posso citare i casi di Abb, che la utilizza per movimentazione dei materiali, analisi del dato, robotica interna, manutenzione predittiva; oppure Persico, che sta introducendo nelle proprie macchine le prime parti IoT in modo che siano in grado di dialogare e dare parametri per la manutenzione; o ancora Fassi per le gru intelligenti o Lovato che ha già digitalizzato tutto il processo di sviluppo prodotto e utilizza software PLM che gestiscono tutte le informazioni e i processi in ogni fase del ciclo di vita dei prodotti. Infine la mia Scame, dove stiamo provando a far realizzare le descrizioni dei prodotti all’Intelligenza Artificiale, affinché vengano poi catalogate e siano accessibili tutte allo stesso modo, sempre con la medesima risposta, per gli installatori finali. Quella che vedo come missione personale è la diffusione della conoscenza, per fare in modo che le nostre persone non subiscano passivamente applicazioni dall’esterno ma si pongano in una posizione propositiva. La stessa cosa facciamo con le scuole, che da noi ricevono orientamento, ammodernamento dei laboratori, formazione degli insegnanti”.

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