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La polemica

Zone 30, Gori: “Decidano i Comuni, non il Ministro”. Lega: “È solo una questione ideologica. Non esistono ricette uniche”

La replica di Rebecca Frassini, deputata del Carroccio: "Il Pd si dimostra un partito senza programmi e pur di alzare la voce contro il Governo sta diventando il partito anti auto senza rendersi conto di quale siano le esigenze reali di cittadini e lavoratori"

Bergamo. Zone 30, Gori: “Decidano i Comuni, non il Ministro”. Lega: “È solo una questione ideologica. Non esistono ricette uniche”. Querelle squisitamente politica sul tema dell’introduzione o meno del limite dei 30 chilometri all’ora, partendo dal post pubblicato su X dal sindaco Gori.

“I 30 all’ora in città non sono una bandiera ideologica, ma una misura di buon senso, da applicare con buon senso là dove utile a garantire più sicurezza a chi si muove in auto, in bici o a piedi. A Bergamo la stiamo introducendo con gradualità, e arriveremo all’80% del reticolo viario (non quindi sulle strade principali), sollecitati dai residenti dei quartieri. Quel che Salvini non sa è che lo stanno facendo anche i sindaci del suo partito (Olbia e Treviso tra i primi). In ogni caso la decisione tocca ai Comuni, e non al ministro, proprio in virtù di quell’autonomia che a lui è tanto cara”. Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, lascia ai social il suo commento sulla questione del limite dei 30 chilometri orari voluto dal sindaco di Bologna Matteo Lepore e sulla quale scelta il vice Premier Matteo Salvini ha detto la sua. Immediate le ripercussioni di pensiero anche sul territorio cittadino, conseguenti alla presa di posizione del primo cittadino. Un tema che fa discutere e che accende gli animi, quello della mobilità, sul quale si giocherà anche una buona parte della campagna elettorale.

“Le dichiarazioni del sindaco di Bergamo Giorgio Gori e del suo assessore alla mobilità mirano ad attaccare il ministro Salvini che a differenza di loro è dalla parte dei cittadini e del buonsenso” così la deputata bergamasca della Lega Rebecca Frassini interviene sulla polemica dei 30 all’ora nelle città, misura sostenuta dalla sinistra e che ha già sollevato proteste di automobilisti e cittadini.  “Non si possono bloccare le città per pura ideologia e Bologna, con le contestazioni che ha avuto, ne è un esempio lampante. – continua la parlamentare bergamasca -. Bisognerebbe spiegare, inoltre,  agli esponenti del Pd che l’intervento del Ministro non va assolutamente contro il federalismo e l’autonomia dei Comuni. In questo caso il Ministero interviene se le scelte dei Comuni vanno contro il buonsenso e il bene della comunità. La Lega ribadisce ancora una volta che il limite dei 30 km orari può avere senso in aree sensibili dove ci sono scuole, asili, ospedali o zone a rischio incidenti per la sicurezza dei cittadini, ma non può essere un pretesto per bloccare le città. L’intervento del ministro Salvini serve proprio a fare chiarezza e ad introdurre regole per tutti. Il Mit è già al lavoro e a breve arriverà una direttiva per semplificare il tema dei limiti di velocità. Ancora una volta la Lega si dimostra dalla parte dei cittadini, a differenza della sinistra che continua a non avere un contatto con la realtà. Il Pd si dimostra un partito senza programmi e pur di alzare la voce contro il Governo sta diventando il partito anti-auto senza rendersi conto di quale siano le esigenze reali di cittadini e lavoratori”.

Aggiunge il consigliere del Comune di Bergamo Alberto Ribolla: “L’assessore Zenoni afferma che “non si tratta solo di limiti, ma di un fatto culturale”. In sostanza, conferma la visione ideologica del centrosinistra, che vuole penalizzare i cittadini che lavorano solo per questioni ideologiche. Nessuno vuole negare la necessità che ci siano zone 30 nelle aree più delicate, ma questa visione di estendere praticamente a tutta la città una velocità ridotta significa non conoscere i bisogni dei cittadini, e penalizzarli fortemente”.
Nel mentre arriva anche l’interrogazione scritta di un altro esponente della Lega cittadina, precisamente il segretario di Bergamo, Alessandro Carrara: “Il tema della mobilità in città è molto sentito da residenti e non, commercianti e lavoratori. Negli ultimi mesi sono state introdotte diverse novità in ambito di ZTL, sensi unici e Zone 30. Considerato che come riportato da alcuni quotidiani locali, nel 2023 sono state effettuate 98.183 multe (268 al giorno) per accesso vietato alle ZTL, i varchi che sembrano mettere maggiormente in difficoltà gli automobilisti e quindi a rischio contravvenzione sono quelli di Viale Vittorio Emanuele e il nuovo varco al Passaggio Zeduri, la maggior parte delle contravvenzioni vengono prese da non residenti che dichiarano, da diverse segnalazioni, di aver difficoltà a leggere e comprendere la segnaletica (poca e posizionata male) lungo le strade che portano alle ZTL”. Carrara continua: “È importante considerare che la popolazione che si dirige nelle zone centrali della città spesso lo fa per turismo e per fare acquisti; le multe provenienti dalle ZTL sono un forte disincentivo a tornare nei luoghi simbolo della città e il solo scopo delle ZTL è quello di creare delle aree semi-pedonali e non di punire il cittadino, mi chiedo se l’amministrazione non intenda incrementare la segnaletica delle ZTL posizionando ulteriori cartelli di avvertimento lungo le aree interessate in modo tale da cercare di ridurre gli “accessi non consentiti” e ridurre dunque il numero di contravvenzioni complessivo”.
Carrara che aveva risposto alle considerazioni fatte da Gori dicendo che “non esistono ricette uniche per il traffico in città, un buon amministratore deve saper valutare le caratteristiche del proprio territorio. E che a Bergamo la Zona 30 è una soluzione ampiamente ideologica, se si volesse usare il buon senso si utilizzerebbe questa soluzione nei pressi delle scuole e dei parchi pubblici. Ogni città ha le sue caratteristiche, bisognerebbe ricordarselo”.
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