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Lettere

Lettera

Rotonda di Pontesecco, dopo il ritorno dei birilli si rendano pubblici i costi dell’intervento fotogallery

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un residente in via Biava che chiede per trasparenza vengano pubblicati tutti costi della realizzazione delle rotonde di Pontesecco

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un residente in via Biava. 

Caro Direttore,

A distanza di alcuni mesi, mi rivolgo nuovamente al vostro giornale per affrontare le criticità legate al “nodo” di Pontesecco, argomento di alcune mie precedenti lettere. Avevo sollevato preoccupazioni sulla soluzione in corso di esecuzione, evidenziando significativi peggioramenti nella viabilità, soprattutto in direzione delle Valli, uscendo da Bergamo.

In risposta, uno dei progettisti citò i suoi sacri testi e mi invitò a sospendere ogni critica fino al 12 settembre. Tuttavia, da quel giorno fatidico, sono trascorsi diversi mesi e la situazione in uscita dalla città è talmente critica che si è tornati a utilizzare i birilli come soluzione temporanea. Ora, per entrare in Via Biava dal centro, devo raggiungere Ponteranica, trasformando quei 200 metri in un calvario quotidiano, aggravato dal traffico stentato.

Nonostante le numerose segnalazioni di problemi avanzate da coloro che avevano commentato i lavori, la superbia o l’incapacità dei responsabili ha impedito qualsiasi modifica significativa, ad eccezione del taglio di una “orecchia” della rotonda di Bergamo per migliorare il flusso del traffico e poco altro.

La decisione di spostare la fermata del bus cittadino a soli 10 metri dall’uscita della rotonda di Bergamo verso la valle (unico posto abbastanza largo da permettere il passaggio di due corsie) è qualcosa che sicuramente i sacri testi dei nostri progettisti indicano come ASSURDA e probabilmente è stata sottolineata tre volte come cosa da NON fare. Al massimo, questa soluzione si trova nel manuale del paracadute d’emergenza quando l’aereo sta precipitando e non c’è più nulla da fare… D’altro canto, dà un’idea della disperazione a cui sono arrivati i vari responsabili pubblici e tecnici di fronte alla catastrofe.

Perché catastrofe? La decisione di accantonare il progetto (gratuito) della Provincia a favore di uno a pagamento era, dicono, per evitare i birilli e/o l’esproprio dell’edificio che stringe la strada di fronte alla farmacia. Ora sembra che torneremo ai birilli e si parla di esproprio dell’edificio. Non solo, ma pare che siano stati costruiti dei garage sotterranei (presumibilmente autorizzati) fino al limite del marciapiede esistente dal lato dell’edificio da espropriare, che chiaramente non potrebbero sopportare una strada con traffico pesante. Se non fosse tragico, sarebbe ridicolo.

Mi occupo di contabilità e non sono un giornalista investigativo, altrimenti sarei curioso di capire come qualche centinaio di metri di cordoli, una riasfaltatura e qualche decina di lampioni stradali siano costati più di 3 milioni di euro. Giusto, aggiungiamo qualche cartello, la segnaletica orizzontale e qualche scavo per i condotti. Ma 3 milioni sono un sacco di soldi…

Sono certissimo dell’integerrima onestà dei nostri amministratori, ma sarebbe bello se venisse reso pubblico il contratto di appalto e tutti i costi legati al progetto, nel dettaglio, comprese le consulenze e a chi sono andate. Questo per evitare che le molte malelingue possano malignare sulla operazione.

Infine, è particolarmente irritante notare che a poche settimane dalla conclusione dei lavori è iniziato il cantiere della TEB, con conseguenti modifiche complete alla viabilità della rotonda. Non sarebbe stato possibile prevedere queste operazioni e evitarne i doppi lavori? La scusa della separazione tra progetti e finanziamenti diversi sembra un pretesto, soprattutto quando a pagare saranno i cittadini.

Cordiali saluti
Lettera firmata

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