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A malindi

Kenya, il cane dell’avvocatessa bergamasca morde la manager di Briatore: ai domiciliari

Rita Duzioni, che non può tornare in Italia perché le è stato sequestrato il passaporto, ha sporto denuncia per estorsione

Passaporto sequestrato dalla polizia turistica e 20mila euro come richiesta di risarcimento danni per il morso di un cane al polpaccio. Rita Duzioni, 58 anni, avvocatessa del foro di Bergamo, si trova ora in Kenya, a Malindi, impossibilitata a tornare in Italia finché non le verrà restituito il suo documento.

La legale è di casa in quella zona, tanto da avere in uso un immobile che utilizza con la sua famiglia dove vivono anche 5 cani trovati per strada, vaccinati, sterilizzati e accolti dall’avvocatessa e da suo marito nel giardino della struttura.

Il 16 aprile 2023, mentre Rita Duzioni si trovava in Italia, una delle guardie addette al controllo del perimetro della casa ha lasciato inavvertitamente il cancello aperto. In quel momento, dall’altro lato della strada, passava Chetrin Gelmi, la manager del Lions in the Sun, resort di proprietà di Flavio Briatore, insieme al suo cane, libero e senza guinzaglio.

Uno dei cani dell’avvocatessa è uscito dal giardino e si è diretto verso quello della manager. La donna, pensando lo volesse attaccare, gli ha tirato la coda e gli ha dato un calcio per farlo allontanare, ma l’animale si è rivoltato e l’ha morsa al polpaccio. Per lei dieci punti di sutura e dieci giorni di prognosi.

Una volta informata del fatto, Duzioni ha contattato Gelmi e le due si sono accordate per un rimborso che l’avvocatessa le ha inviato dall’Italia. La vicenda sembrava quindi conclusa, invece la legale è stata informata che la polizia turistica la stava cercando per avere ulteriori informazioni in merito a quanto successo. Così lo scorso 28 dicembre si è presentata negli uffici a Malindi e, con sua sorpresa, è stata arrestata (sottoposta a fermo per la giurisprudenza italiana) con l’accusa di omessa custodia di animali.

Le sono state prese le impronte digitali ed è stata trasferita in tribunale, dove il giudice ha fissato una cauzione di circa 230 euro (44,000 scellini kenioti) e il ritiro del passaporto.

Qualche giorno prima, il 12 dicembre, Chetrin Gelmi aveva inviato una mail a Duzioni: “Informare il sig. Briatore rispetto a quanto accaduto ha dato ancora più rilevanza all’incidente, e continuandoti a sottrarre alle tue responsabilità si va avanti finché non si arriva in corte, pertanto ti chiedo di metterti in contatto con l’avvocato per il tuo rientro”.

In udienza il giudice ha invitato le parti a mettersi d’accordo e, in base a quanto denunciato dall’avvocatessa, che ha scelto peraltro di difendersi da sola, ha offerto alla manager “ulteriori 50mila khs (400 euro circa) oltre ai 44mila khs già pagati in precedenza, ma il legale della Gelmi ha rifiutato e mi ha mostrato un foglio, che si è ripreso immediatamente, con scritto quanto voleva e cioè circa 2.990.000 khs, ovvero circa 20mila euro”.

Per ottenere l’archiviazione e la restituzione del passaporto, serve quindi il parere favorevole del Prosecutor (il pubblico ministero keniota) e della parte danneggiata: il primo l’ha dato, la seconda la darà solamente se riceverà la cifra richiesta.

“In poche parole la sig.ra Gelmi Chetrin, italiana, vuole 2.990.000,00 khs per dare il consenso all’archiviazione e rilascio del passaporto”, scrive la legale. Che nel comportamento della manager e del suo avvocato ravvisa un reato di estorsione e chiede quindi che venga perseguita in Italia.

Chiede inoltre che venga applicata una misura cautelare in modo da interrompere quella che lei definisce “un’usanza” del Kenya. “Purtroppo a Malindi, le statistiche dell’Ambasciata lo possono confermare, atteso i tempi lunghi delle cause civili, vi è l’usanza, soprattutto tra italiani, di utilizzare il fermo-arresto di polizia per risolvere questioni civili. Il Fermo-Arresto di Polizia, che spesso sfocia in atti corruttivi e/o concussi, vengono solitamente applicati agli Italiani solo di venerdì o prima di giorni festivi (il mio era il 28 dicembre 2023 sarei rimasta in carcere fino al 2 gennaio 2024 prima data utile in cui vi era la Corte) proprio perché, le persone impaurite per evitare di stare in carcere “pagano” la Polizia o la Corte per uscire e far archiviare tutto. Naturalmente pagano anche somme ingiuste a chi li denuncia perché non hanno alternative”.

 

procura bergamo

 

Si attende ora il pronunciamento della Procura di Bergamo ma fino a quel momento Rita Duzioni, senza passaporto, dovrà restare in Kenya. “Sono 30 anni che vengo in Kenya, mio marito da 60 e non abbiamo mai avuto il minimo problema con i locali. C’è voluta un’italiana per farmi finire in una situazione assurda come questa”, ha commentato da Malindi l’avvocatessa.

 

 

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